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Visualizzazione dei post da 2018

The game, Alessandro Baricco

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The game di Alessandro Baricco è un libro interessantissimo; non tanto e non solo per la precisione dell'analisi, che anzi talvolta è deficitaria, quanto per l'acume di alcune intuizioni. Nella sua disamina sulla rivoluzione digitale, Baricco nota con genio felice che questo fenomeno nasce come reazione alla cultura novecentesca (ma manca qualsiasi riferimento al fenomeno più ampio che è stato il postmodernismo): in particolare l'autore osserva come all'immobilismo della tradizione, la rivoluzione digitale contrapponga la mobilità del gioco, nell'apprendimento, nelle dinamiche combinatorie e destrutturate della società, dell'organizzazione del lavoro, della politica e dell'informazione (mancando, come già detto, il confronto con la destrutturazione del sapere nell'arte postmoderna). Baricco osserva poi che la rivoluzione digitale si sviluppa con l'introduzione di nuove tecnologie che inconsapevolmente rispondono all'esigenza di superare la cultur...

Petizione: Ministro Salvini, la Memoria storica non è un gioco di parole

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Essendo fra i firmatari di questa petizione su Change, me ne faccio portavoce, riportandone il testo e il link su questo blog. Giulio Iraci  ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a  Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana Egregio Signor Presidente Sergio Mattarella, siamo un gruppo di docenti e dirigenti che ogni anno insegnano alle loro studentesse e ai loro studenti il valore umano e civile della Memoria storica. Restiamo sgomenti dinanzi al tweet di un ministro della Repubblica che, giocando con le parole, evoca un passato che ha condotto l'Italia nel baratro della guerra e delle leggi razziali, di cui quest'anno si ricorda l'ottantesimo anniversario. Ci siamo permessi di scriverLe per chiederLe, nel Suo ruolo di garante della Costituzione, di invitare il ministro Salvini a ritirare immediatamente quell'affronto inqualificabile alla Memoria di chi, all'insegna di quelle parole, fu discrimin...

I senza Stato. Potere, economia e debito nelle società primitive, Andrea Staid

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In questo saggio l'antropologo Andrea Staid analizza l'organizzazione politica di alcune tribù amerinde di cacciatori-raccoglitori, a confronto con altre comunità simili di altri continenti, per ricostruire quelle che dovevano essere le caratteristiche associative delle società preistoriche. Al contrario del comune pensiero, emerge la complessità di simili comunità, accomunate però dall'assenza di uno Stato inteso alla maniera occidentale, ossia fondato su un rapporto gerarchico istituito sulla base del potere coercitivo. Al contrario nelle società senza Stato il potere, che fonda la politica, esiste, ma è diffuso ed egalitario; anzi, simili società attuano sistemi che impediscono la formazione di disparità gerarchiche che fungerebbero da presupposto per il potere coercitivo. Per questo in simili società è diffusa la proprietà condivisa, soprattutto, queste società si fondano sui valori dell'ospitalità e delle generosità gratuita, nonché sul dono. Proprio il concetto...

Cuori elettrici, AAVV

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Cuori elettrici è un'antologia di racconti cyberpunk pubblicata in Italia nel 1996. Per tutti gli anni '70, '80 e '90 il genere del cyberpunk è stato fra i più attivi, sfornando visioni della realtà a cavallo tra il distopico e il paranormale, spesso velate da una persistente e sarcastica ironia. Diversi autori si sono provati nel genere, a partire dai grandi classici quali Dick e Gibson, e sebbene oggi questa categoria della fantascienza appaia dormiente, tuttavia la sua narrazione trova spazio nelle rappresentazioni cinematografiche, anche di largo successo (Blade Runner, Ghost in the shell...). Le caratteristiche del genere sono del resto sfuggenti: l'interesse per la sovrabbondanza dell'informazione e l'onnipresenza della rete informatica, già annunciata dalla letteratura in questione diversi decenni prima della sua comparsa, non sono gli unici elementi specifici che caratterizzano i racconti qui antologizzati; compare spesso il gioco letterario sulle...

Lettera aperta a #Salvini e a #Meloni su #Bolsonaro

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Gentile ex Ministro Meloni, gentile Ministro Salvini, in merito alle vostre prese di posizione a favore dell'elezione di Jair Bolsonaro, desidero chiedervi alcune cose (abbastanza consapevole di non ottenere risposta, e tuttavia fiducioso di essere smentito). Non discuto che Jair Bolsonaro sia stato eletto alla presidenza del Brasile secondo le modalità della democrazia, e quindi sfruttando anche tutte le tecniche di persuasione e di propaganda, lecite e meno lecite, che il sistema concede. Tuttavia vi chiedo: gioire per la disfatta della sinistra brasiliana (che, per inciso, è ben diversa dalla sinistra italiana), legittima il consenso per una simile figura? Il vostro odio nei confronti degli ideali di sinistra vi porta davvero a considerare preferibili le posizioni di Bolsonaro? Nella lunga carriera parlamentare che lo ha portato alla vittoria, Bolsonaro ha dichiarato (fonte delle traduzioni di queste dichiarazioni è TPI ): “Sarei incapace di amare un figlio omosessual...

Lodi, Verona, Riace, Provenzano, o dell'attacco ai diritti della persona

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La legge è uguale per tutti. Ma la legge dovrebbe trarre origine dal principio di Giustizia per potersi chiamare Diritto. Dovrebbe. altrimenti Legalità e Giustizia non collimano. Per questo motivo, nell'applicarla, la legge, dobbiamo essere attenti e rigorosi, sia nei confronti di chi amiamo, sia verso chi odiamo: domani potremmo essere noi coloro che sono odiati dal potere, e solo la costanza del Diritto potrà salvarci dall'arbitrio del sopruso. A Lodi una zelante sindaca decide di richiedere dei certificati, che già sa impossibili da ottenere, dalle famiglie dei bambini emigrati iscritti alle scuole della città per dimostrare di non possedere ricchezze nei paesi di origine. Il risultato è l'esclusione dei bambini dalle mense: certo, oggi i bambini mangiano di nuovo a quei tavoli grazie alla raccolta di denaro che è nata spontaneamente, ma il danno è fatto. A Lodi si è instaurato un regime di apartheid di fatto, e così mentre nessuno chiede ad un italiano di dichiara...

I cambiamenti alla prima prova dell'Esame di Stato sono una resa (e un capo d'accusa)

Il MIUR, con a capo il ministro Bussetti, ha pubblicato finalmente i cambiamenti apportati all'Esame di Stato, cambiamenti largamente anticipati e attesi, ma che ora possono essere realmente commentati nel merito. Se ci concentriamo in particolare sulla prima prova, ne emergono spontanee delle considerazioni. Tre cambiamenti colpiscono subito: l'aumento di numero delle tracce di analisi del testo e di quelle di ordine generale, al contrario la riduzione d'importanza del testo argomentativo e, infine, la sparizione del tema storico. Se l'idea di dare importanza alle competenze legate all'analisi testuale risulta apprezzabile, costringendo, tra l'altro, i docenti di lettere a smettere l'antica pratica, quanto mai deleterea, di spiegare letteratura come un elenco di biografie d'autori accompagnate da qualche lettura antologica, invertendo invece l'ordine dei fattori, la contemporanea crescita delle tracce di ordine generale dà una sinistra indica...

Riace, o della maturità, della legalità e della giustizia

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In foto: Mimmo Lucano, sindaco di Riace In una democrazia matura l'argomento di discussione oggi sarebbe questo: perché un sindaco ha deciso di violare delle norme, insieme alla sua giunta, se, come dicono le carte, da questo suo comportamento ha tratto solo dei pericoli (non ultimo, l'arresto di oggi), e nessun vantaggio, né politico né personale? Perché ha agito così? Cosa lo ha spinto? Una democrazia matura oggi discuterebbe del perché un sindaco ha violato, se le ha violate, le norme sull'immigrazione clandestina, la legge Bossi/Fini, fino a rischiare l'arresto. Perché disprezza tanto quella legge? Perché lui, e tanti come lui, me compreso, considerano quella legge essa stessa criminogena? Quali sono le ragioni reali di chi la supporta, e in che modo i dati le confermano? Quali sono le ragioni reali di chi la contesta, quali i dati che le supportano? Insomma, se la nostra fosse una democrazia matura, oggi staremmo a disquisire di diritto, di visti, di dati s...

Il buio oltre la siepe, Harper Lee

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Il buio oltre la siepe, pubblicato nel 1960 dalla scrittrice statiunitense Harper Lee, narra attraverso gli occhi di una bambina bianca il difficile caso di un uomo di colore, Tom Robinson, ingiustamente accusato di stupro e condannato in primo grado per questo; l'uomo, difeso dal padre della bambina Jean Louise (Scout) narratrice della vicenda, Atticus, avrebbe buone probabilità di ottenere l'assoluzione nei successivi gradi di giudizio, ma ormai vinto dalla pressione e dalla paura, cerca di fuggire dal carcere, venendo freddato da numerosi colpi di pistola delle guardie penitenziarie. La vicenda di Tom Robinson si intreccia con quella di Scout e di suo fratello Jeremy Finch (Jem): i due bambini crescono nell'Alabama degli anni Trenta, in cui, sebbene i Ku Klux Klan sia formalmente scomparso, il razzismo e i pregiudizi nei confronti delle persone di colore la fanno da padrone. I due ragazzi, insieme al loro amico orfano Dill, vengono su nell'ammirazione per il padr...

La mia sera del Ventesimo secolo e altre piccole svolte, Kazuo Ishiguro

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Il saggio La mia sera del ventesimo secolo e altre piccole svolte, di Kazuo Ishiguro, è la trascrizione del discorso tenuto dall'autore in occasione della cerimonia per il conferimento del premio Nobel per la letteratura. In questo discorso l'autore ripercorre la propria esperienza personale di uomo e di autore dall'arrivo in Inghilterra fino ai giorni nostri, ricostruendo l'evoluzione della sua poetica a confronto con l'evoluzione della letteratura inglese e internazionale. Quella di Ishiguro è una visione volutamente personale e parziale, e così dalla sua visione letteraria e umana rimangono fuori temi e correnti che, semplicemente, hanno nel tempo interessato poco o nulla l'autore. Invece lo scrittore si concentra suo suo rapporto con l'essere un giapponese trapiantato in un'Inghilterra multietnica e multiculturale, prima ancora che la nazione se ne rendesse conto. In più passaggi Ishiguro mette in luce la peculiarità della propria vicenda: arrivato...

Il governo del cambiamento

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- Il Presidente Conte ha mentito o almeno è stato impreciso sul suo curriculum; - lo stesso Conte ha compiuto una serie di gaffe (sul fratello del Presidente della Repubblica, scambiando la commemorazione di giorno 8 Settembre con quella del 25 Aprile...); - lo stesso Conte, da presidente, avrebbe partecipato ad un concorso per l'assegnazione di una cattedra universitaria se la cosa non fosse stata scoperta da dei giornalisti (e figuriamoci se il concorso non l'avrebbe vinto); - sempre Conte ha dichiarato, come Di Maio, di voler togliere la consessione a Società Autostrade, non spiegando però quanto questo processo sia difficile e, soprattutto, costoso; - A curare la comunicazione di Conte è stato assunto Rocco Casalino, già responsabile della comunicazione per il M5S, noto per il suo atteggiamento ostile e di parte nei confronti dei giornalisti non allineati; - Di Maio ha più volte mostrato la propria impreparazione su argomenti base, quali la geografia (dove sta Matera?) e ...

Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, Christiane F.

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Il libro Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, scritto dai giornalisti Kai Hermann e Horst Rieck, ripercorre parte della storia da tossicodipendente di Christiane F.. La vicenda, toccante e potente, ripercorre la vita di Cristiane, poco più che bambina, il suo trasferimento in un sobborgo di Berlino, luogo in cui la sua famiglia si disgregherà coinvolgendola insieme alla sorella in un divorzio doloroso, mentre la noia di una esistenza senza prospettive la incanalerà rapidamente nel giro delle droghe leggere prima, dell'eroina poi. Divenuta eroinomane, Christiane inizierà a vivere un rapporto sempre più travagliato con la madre e a vivere nell'illusione di potersi disintossicare in qualsiasi momento insieme al suo amato Detlef. Il bisogno delle dosi quotidiane di eroina spingerà i due insieme ai loro amici alla prostituzione, ai furti e alla ricettazione, mentre madre e padre di Christiane tenteranno inutilmente e non senza errori di chiedere aiuto allo Stato...

Prontuario di falsità retoriche sui migranti e come smontarle

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1. "Chiudendo i porti gli si salva la vita, gli si evita la morte in mare o una vita passata a servire mafie varie o fare marchette per strada." Falso, da quando l'Italia ha dichiarato di aver chiuso i porti (in realtà poi i porti non sono mai stati chiusi davvero perché questo costituirebbe un atto illegale assimilabile ai respingimenti forzosi), malgrado il calo nel numero degli sbarchi i morti nel Mediterraneo sono aumentati rispetto ai mesi precedenti. Se poi si vuole evitare che i migranti che si muovono clandestinamente finiscano in mano alle mafie, basta farli muovere legalmente attraverso la concessione di visti o attraverso corridoi umanitari. 2. "I migranti pendono decisioni spontaneamente e spontaneamente decidono di rischiare la vita in mare. Ci si assume la responsabilità delle proprie scelte individuali." Affermazione incorretta, quantomeno nella misura in cui la decisione di attraversare il continente africano in maniera clandestina per par...

Sulla democrazia, la correttezza delle opinioni e il numero

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Di sconosciuto - http://www.humanities.mcmaster.ca/~bertrand/later.html, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24694974 Scriveva Bertrand Russell in Matrimonio e morale Il fatto che un'opinione sia ampiamente condivisa non è affatto una prova che non sia completamente assurda. Infatti, a causa della stupidità della maggioranza degli uomini, è molto più probabile che un giudizio diffuso sia sciocco piuttosto che ragionevole. Dato che questa asserzione, oggi più che mai, potrebbe essere tacciata di elitarismo o di essere frutto di una mentalità "radical-chic", occorre spiegarla, anche perché in qualche modo mina uno dei presupposti della democrazia come largamente intesa, ovvero la sovranità popolare. La questione che Russell solleva è di natura prettamente logica. Il problema è che la somma di più teste, per dirla facile, non dà una testa più grande e meglio formata. In sostanza, quando noi ragioniamo, siamo da soli con il nostro ...

Marco Travaglio, il nemico e la fuffa

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Di Niccolò Caranti - Own work (also on Flickr), CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=10211899 Partiamo dall'ultimo fatto, ovvero  la probabile archiviazione dell'inchiesta sulle ONG da parte della procura di Catania. Come detto proprio da Il fatto quotidiano, l'inchiesta spartiacque tra il popolo della sinistra "radical-chic" e Marco Travaglio troverà un largamente anticipato esito che non potrà che essere un nulla di fatto. Eppure, a leggere l'articolo, Travaglio e i suoi non ce la fanno proprio a dire che hanno preso una, l'ennesima, cantonata. Infatti vengono citati fonti e strumenti di tipo militare di cui, in realtà, poi non viene dato reale riscontro, e così, quello che si sapeva già, ovvero che non ci sono prove per la correlazione tra ONG e scafisti, viene da Il fatto comunque sottoposto ad un sospetto immotivato. Non si tratta, tra l'altro, neanche della prima archiviazione: mesi fa la procura antimafia di Palermo ...

La differenza tra legalità e giustizia

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Foto: CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17254 Ci mancava il buonismo della Corte Europea per i Diritti dei Rom😮 https://t.co/vsm5eghGIB — Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 24 luglio 2018 🔴 È in corso lo sgombero del campo Rom Camping River di Roma. Legalità, ordine e rispetto prima di tutto! https://t.co/0lrPhjHTlO pic.twitter.com/9GII9EWwz5 — Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 26 luglio 2018 La Corte europea dei diritti dell'uomo aveva sospeso lo sgombero del Camping River di Roma fino a venerdì, ma il ministro @matteosalvinimi ha deciso che per lui le disposizioni delle Corti non valgono. Evidentemente le leggi hanno urgenza e immediatezza soltanto per i suoi nemici — Sebastiano Cuffari (@sebascuffari) 26 luglio 2018 Questi i fatti: il ministro degli interni Matteo Salvini ordina, in accordo con la sindaca di Roma Raggi, lo sgombero di un campo nomadi. È da notare che nessun piano è stato studiato per il post sgombero, in pratica s...

Quasi tre anni fa parlavate di deportazione

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Immagine: Lettera43.it Quasi tre anni fa, era la fine dell'agosto 2015, infuriava la polemica sulla riforma della scuola. In particolare una parola andava di moda: deportazione. Era il termine con cui tanti insegnanti, assunti a tempo indeterminato, appellavano il loro infausto destino, l'obbligo di trasferirsi da un capo all'altro della penisola per ottenere la cattedra sperata dopo anni di sacrifici. Quel termine, il cui uso era incoraggiato da tanti sindacalisti che oggi si sono convertiti al nazionalpopulismo gialloverde, e dagli stessi partiti oggi al governo, venne ampiamente criticato da politici della maggioranza, nonché da figure di spicco della comunicazione e dei media, come per esempio il direttore del TG de La7, Enrico Mentana . All'epoca io e Giulio Iraci scrivemmo questo articolo per l'associazione di cui facevamo parte, Gessetti Rotti: Gentile direttore Enrico Mentana, in una celebre scena di “Palombella rossa”, Mariella Valentini, nel ruol...