Cuori elettrici, AAVV



Cuori elettrici è un'antologia di racconti cyberpunk pubblicata in Italia nel 1996.
Per tutti gli anni '70, '80 e '90 il genere del cyberpunk è stato fra i più attivi, sfornando visioni della realtà a cavallo tra il distopico e il paranormale, spesso velate da una persistente e sarcastica ironia. Diversi autori si sono provati nel genere, a partire dai grandi classici quali Dick e Gibson, e sebbene oggi questa categoria della fantascienza appaia dormiente, tuttavia la sua narrazione trova spazio nelle rappresentazioni cinematografiche, anche di largo successo (Blade Runner, Ghost in the shell...).
Le caratteristiche del genere sono del resto sfuggenti: l'interesse per la sovrabbondanza dell'informazione e l'onnipresenza della rete informatica, già annunciata dalla letteratura in questione diversi decenni prima della sua comparsa, non sono gli unici elementi specifici che caratterizzano i racconti qui antologizzati; compare spesso il gioco letterario sulle implicazioni filosofico-religiose degli studi scientifici, la riflessione su come l'avanzamento tecnologico e scientifico possa modificare il rapporto tra l'uomo e l'ecosistema in cui vive, finanche il rapporto tra l'uomo e se stesso, attraverso la modificazione del suo corpo.
Fra i racconti antologizzati, a parere di chi scrive, spiccano La stanza di Skinner, di William Gibson, con la sua visione allucinata della nascita di una comunità dal nulla sulle ceneri di un ponte divenuto, nel suo perenne rischio di crollare, emblema della mutevolezza della vita umana, nel perenne rischio di sparire da un momento all'altro; Vita di strada, di Paul Di Filippo, che ci porta ad osservare la vita in un futuro distopico attraverso gli occhi di una creatura artificiale, solo parzialmente umana, alle prese con la vita di un poeta tanto celebre quanto spiantato, degradato simbolo della fine dell'arte, costretto alla prostituzione per mantenersi, e all'uso di droghe artificiali capaci di ampliare e sovvertire la percezione della realtà e della sessualità; Chernobyl neurale, di Bruce Sterling, che, nell'inusuale forma della recensione ad un saggio scientifico, pone in maniera semiseria la questione di come la ricerca scientifica umana possa, incoscientemente, modificare non solo il vivere umano, ma soprattutto l'ecosistema intorno a noi, fino alla paradosso del generare una civiltà altra rispetto a quella umana e ad essa concorrente; Preveggenza, di Michael Swanwick, che, partendo dagli studi della fisica quantistica e della relatività, pone in discussione la tradizionale percezione del tempo e della memoria, ponendoci di fronte alla narrazione di un omicidio a partire dal suo compimento retrocedendo fino al momento del suo concepimento, non sotto la forma del flashback, ma seguendo lo schema della fabula al contrario; infine, Il gattino di Shroedinger, di George Alec Effinger, che pur con momenti eccessivamente didascalici, sempre partendo dagli studi sulla fisica quantistica, teorizza l'esistenza di infiniti futuri a partire dallo svolgimento di una singola azione, futuri indeterminati fino a che non vengono osservati, ma che proprio nell'atto dell'essere osservati, nel caso del racconto attraverso visioni mistiche, vengono modificati dall'osservatore, secondo il principio di Heisenberg.

In ultima analisi, Cuori elettrici, pur essendo una raccolta di racconti non certo di valore uniforme, ha il pregio di portare alla ribalta italiana un genere e degli autori che solo sporadicamente trovano spazio tra le linee editoriali delle nostre case editrici, e, soprattutto,  ha il merito di mettere il lettore di fronte ad una letteratura fantascientifica mai banale e che, in termini solo in parte simili alla fantascienza classica alla Asimov, dialoga in maniera critica e partecipe delle principali questioni scientifiche e filosofiche della sua epoca.


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