Lodi, Verona, Riace, Provenzano, o dell'attacco ai diritti della persona
Dovrebbe. altrimenti Legalità e Giustizia non collimano.
Per questo motivo, nell'applicarla, la legge, dobbiamo essere attenti e rigorosi, sia nei confronti di chi amiamo, sia verso chi odiamo: domani potremmo essere noi coloro che sono odiati dal potere, e solo la costanza del Diritto potrà salvarci dall'arbitrio del sopruso.
A Lodi una zelante sindaca decide di richiedere dei certificati, che già sa impossibili da ottenere, dalle famiglie dei bambini emigrati iscritti alle scuole della città per dimostrare di non possedere ricchezze nei paesi di origine. Il risultato è l'esclusione dei bambini dalle mense: certo, oggi i bambini mangiano di nuovo a quei tavoli grazie alla raccolta di denaro che è nata spontaneamente, ma il danno è fatto. A Lodi si è instaurato un regime di apartheid di fatto, e così mentre nessuno chiede ad un italiano di dichiarare se ha depositato denari all'estero, il migrante è considerato per principio colpevole di un reato o di una colpa morale, a lui starà, se in grado, di dimostrarsi innocente, altrimenti la presunzione di colpevolezza sarà dimostrata, seppur senza prove. la persona attaccata per un obiettivo dello Stato. In più: costringendo le famiglie degli immigrati ad andare a prendere i figli a scuola e a riportarli dopo il pranzo, si impedisce alle donne immigrate l'accesso al mercato del lavoro, proprio come s'era fatto in Veneto tentando di limitare l'accesso degli immigrati agli asili pubblici: il tentativo studiato di limitare i processi di integrazione per avere uno strumento da brandire, l'impossibilità presunta dell'integrazione, alle elezioni.
A Verona, e ora a Milano, è sotto attacco la legge 194. Il diritto della persona, delle donne, di essere padrone della propria vita sessuale e delle proprie gravidanze, sotto l'attacco ideologico di chi, senza prove, stabilisce un confine indimostrabile nella definizione della vita umana. Di nuovo, i diritti della persona sotto l'attacco di uno stato ideologizzato.
Veneto, gli insegnanti verranno "invogliati" a divenire dipendenti regionali., chi sceglierà di farlo, percepirà uno stipendio più alto per fare lo stesso lavoro dei propri colleghi dipendenti dello Stato centrale. Se lo faranno, per potersi però trasferire in altra regione, dovranno dimettersi dal proprio lavoro. Di nuovo, i diritti dei lavoratori di poter lavorare con pari dignità e opportunità in tutto il territorio nazionale, sotto l'attacco dell'ideologia regionalistica che sacrifica ore di Storia, delle materie scientifiche o delle lingue straniere in favore della cultura locale e dei dialetti. La mobilità dei docenti, che in questo paese è stato formidabile strumento di diffusione della cultura e della lingua nazionale, e i diritti delle persone, sotto attacco.
A Riace, il modello di integrazione studiato un tutto il mondo per il suo successo, la macchina ideologica gioca la sua partita più importante; Mimmo Lucano viene accusato di forzature alla norma, ma la vera accusa sta nell'aver messo in discussione i paradigmi della legislazione sull'immigrazione e della propaganda in materia. Immediatamente la macchina si è mossa per smantellare il modello, il Ministero degli Interni, decidendo di non tenere in alcuna considerazione la relazione del Prefetto che metteva in luce i meriti del modello Riace, capace di ripopolare un paese, di permettere la fornitura di servizi e diritti non solo ai migranti ma anche agli italiani, servizi e diritti prima non garantiti a causa dello spopolamento, nonché di impedire che gli immigrati finissero nelle mani del caporalato, il Ministero di Salvini si diceva ha immediatamente chiuso il sistema di accoglienza diffuso, intimando agli immigrati di Riace di andare in altri centri SPRAR; chi volesse rimanere a Riace, lo facesse a sue spese e senza tutele. I diritti della persona, se confliggono con la propaganda, dalla propaganda devono essere distrutti.
Al contrario di quanto sostenuto da persone becere e meschine come Salvini e Di Maio, la Corte Europea di Strasburgo non ha messo in discussione il 41bis, ma un eccesso nella sua applicazione. Negli ultimi 4 mesi di vita Provenzano, agonizzante e incapace di intendere e volere, non sarebbe dovuto rimanere sotto quel regime, dato che quel regime non si pone come aggravamento della pena dovuto agli atti compiuti, ma come strumento con cui lo Stato si cautela da eventuali rapporti con l'esterno che un boss può tenere. Se il boss non è più in grado di esercitare questo ruolo, non ha più senso il 41bis. Attenzione, non vuol dire che deve tornare in libertà: la sua pena, nei limiti della sua condizione fisica, la deve continuare a scontare. Ma uno Stato non può esercitare la sua autorità comportandosi secondo il principio della vendetta, almeno non uno Stato firmatario della Carta dei diritti dell'uomo. Provenzano, prima che boss, era uomo, e trattando la persona Provenzano in maniera disumana nei suoi ultimi 4 mesi di vita, lo Stato non si è mostrato migliore del boss.
Al contrario di quanto sostenuto da persone becere e meschine come Salvini e Di Maio, la Corte Europea di Strasburgo non ha messo in discussione il 41bis, ma un eccesso nella sua applicazione. Negli ultimi 4 mesi di vita Provenzano, agonizzante e incapace di intendere e volere, non sarebbe dovuto rimanere sotto quel regime, dato che quel regime non si pone come aggravamento della pena dovuto agli atti compiuti, ma come strumento con cui lo Stato si cautela da eventuali rapporti con l'esterno che un boss può tenere. Se il boss non è più in grado di esercitare questo ruolo, non ha più senso il 41bis. Attenzione, non vuol dire che deve tornare in libertà: la sua pena, nei limiti della sua condizione fisica, la deve continuare a scontare. Ma uno Stato non può esercitare la sua autorità comportandosi secondo il principio della vendetta, almeno non uno Stato firmatario della Carta dei diritti dell'uomo. Provenzano, prima che boss, era uomo, e trattando la persona Provenzano in maniera disumana nei suoi ultimi 4 mesi di vita, lo Stato non si è mostrato migliore del boss.
Una costante: Stato, Ideologia, Propaganda, Vendetta, tutti attentano ai diritti delle persone, quei diritti la cui conquista ci permette oggi di poter definire l'Italia uno Stato di Diritto, chissà ancora per quanto.
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