Prontuario di falsità retoriche sui migranti e come smontarle



1. "Chiudendo i porti gli si salva la vita, gli si evita la morte in mare o una vita passata a servire mafie varie o fare marchette per strada."
Falso, da quando l'Italia ha dichiarato di aver chiuso i porti (in realtà poi i porti non sono mai stati chiusi davvero perché questo costituirebbe un atto illegale assimilabile ai respingimenti forzosi), malgrado il calo nel numero degli sbarchi i morti nel Mediterraneo sono aumentati rispetto ai mesi precedenti. Se poi si vuole evitare che i migranti che si muovono clandestinamente finiscano in mano alle mafie, basta farli muovere legalmente attraverso la concessione di visti o attraverso corridoi umanitari.

2. "I migranti pendono decisioni spontaneamente e spontaneamente decidono di rischiare la vita in mare. Ci si assume la responsabilità delle proprie scelte individuali."
Affermazione incorretta, quantomeno nella misura in cui la decisione di attraversare il continente africano in maniera clandestina per partire sui barconi è l'unica possibile, dal momento che i paesi europei e in particolare in Italia hanno ridotto drasticamente il numero di visti e permessi di soggiorno scopo lavorativo nei confronti dei migranti provenienti dall'Africa, giudicati per diverse ragioni, alcune plausibili altre molto meno, meno accettabili rispetto ai migranti provenienti da altre aree del pianeta. Diceva Cesare Beccaria, uno dei padri del Diritto Italiano moderno, che uno Stato non dovrebbe mai sanzionare una persona per un reato che ha commesso quando lo stesso Stato ha messo quella persona nelle condizioni di dover commettere quel reato per sopravvivere.

3. "Gli italiani non sbarcavano in America su fatiscenti gommoni guidati da galeotti libici, portando scabbia e altre malattie, aspirando poi a essere mantenuti dalle cooperative."
Falso, ed evidentemente non si è neanche mai letto Sciascia che in un suo bellissimo racconto mette in prosa la truffa organizzata nei confronti di alcuni migranti siciliani convinti di partire verso migliori lidi e sbarcati dopo notti di viaggio a qualche km di distanza dal porto di partenza. Comunque sia, sia agli inizi del '900 che dopo la Seconda Guerra Mondiale numerosi italiani sono partiti sia clandestinamente che legalmente verso altri paesi, finendo spesso in mano alle organizzazioni mafiose locali e adattandosi a svolgere ogni tipo di mansione, legale e non. L'integrazione di queste prime ondate è stata sempre molto difficile, come ricorda lo stesso Pascoli, e si è potuto realmente parlare di integrazione degli immigrati italiani all'estero soltanto a partire delle seconde generazioni. Riguardo poi alle malattie portate dalle ondate migratorie di italiani, è difficile parlarne semplicemente per la scarsità di mezzi e di registrazioni al riguardo nei passati decenni, un caso emblematico comunque è quello della ricomparsa del morbillo in Messico dopo l'arrivo di alcuni immigrati italiani.

4. "Nei paesi di origine avranno pure stipendi più bassi ma il costo della vita è più basso".
Affermazione quantomeno poco precisa, perché riguarda lo stato di un intero continente e anche condizioni geopolitiche difficilmente comprensibili. Ad esempio in alcune aree del continente africano sono in corso guerre civili non riconosciute dal consesso internazionale, Italia compresa: si pensi ad esempio al Congo, alcune aree della Nigeria, il Sud Sudan, fino a pochi mesi fa l'area di confine tra Etiopia ed Eritrea, ma, per essere chiari, è quello che sta ancora accadendo in Yemen e che per 5 anni è accaduto in Siria prima che Europa e Stati Uniti riconoscessero la condizione di guerra civile. In questi paesi l'approvvigionamento alle risorse minime per la sopravvivenza è ovviamente costosissimo, tanto da poter parlare di un costo della vita teorico comparabile a quello degli stati europei se non addirittura superiore, a fronte di compensi medi annui che equivalgono al compenso medio mensile di un cittadino europeo.

5. "Ai problemi dell'Africa ci pensino nazioni ricche e prosperose come la Francia, la Gran Bretagna e la Germania che hanno un passato colonialista da farsi perdonare".
Prima cosa, le nazioni sono prospere, le donne sono prosperose. Seconda cosa, se dobbiamo parlare di passato colonialista da farsi perdonare, anche l'Italia ha i suoi scheletri nell'armadio, Libia, Etiopia, Albania, oltre agli orrori impuniti nei Balcani e in Grecia. per inciso, la durata del passato colonialista italiano equivale alla durata del passato colonialista tedesco. Tuttavia il problema non è quello di sentirsi in colpa per un passato colonialista, quanto invece il problema della redistribuzione del reddito tra i paesi occidentali, che costituiscono una parte minoritaria della popolazione mondiale ma che si distribuiscono risorse e reddito mondiale per una cifra che si aggira tra il 70 e l' 80% disponibile. Se non si ha chiaro questo non si capisce perché una parte della popolazione povera del globo cerchi in ogni modo di spostarsi verso l'area ricca del pianeta, di cui anche l'Italia fa parte. Va detto tra l'altro, come dimostrato da diversi studi, che in questo senso qualche passo avanti è stato compiuto attraverso la globalizzazione, ed è emblematico come i movimenti che si oppongono ai movimenti migratori siano anche fieramente antiglobalizzazione.

6. "Se odiate così tanto l'Italia, perché non rinunciate alla cittadinanza italiana ed emigrate pure voi?"
Fallacia logica, ancora più grave se usata consapevolmente. In particolare si tratta della fallacia chiamata Nessun vero scozzese: fare un appello alla purezza quando la propria tesi è stata demolita, con l’obiettivo di creare nuovi criteri ( elenco delle fallacie logiche più frequenti ).
Infatti non esiste nesso reale tra il contestare un aspetto delle politiche sociali di un paese e odiare quel paese, sicché utilizzare questa argomentazione serve solo a evitare di rispondere con argomentazioni puntuali sulle questioni sollevate.

7. "Certo, quindi i migranti sono le povere vittime del sistema, scappano da guerre, vorrebbero fare chissà cosa ma purtroppo niente, quindi sono costretti a essere mantenuti. Gli italiani sono brutti, sporchi e cattivi, sono stati colonialisti, sono ricchi e girano su porsche carrera ma non vogliono aiutare nessuno. E la scabbia e la tubercolosi l'hanno portata gli italiani.'"
Altra fallacia logica, anche questa particolarmente grave se utilizzata volontariamente. In questo caso si tratta dello straw man argument o altrimenti argomento fantoccio, in pratica "Rappresentare scorrettamente l’argomentazione dell’avversario, esagerandola o riportandola in modo caricaturale, anche mettendogli in bocca parole che non ha detto, con lo scopo di confutare più facilmente la sua tesi". Nessuna persona di buon senso a favore di politiche migratorie più libere sosterrebbe mai una serie così evidente di stupidaggini, ma nel dibattito comune mettere in bocca a chi è a favore delle politiche migratorie queste argomentazioni impedisce un razionale svolgimento del dibattito.

8. "l'arrivo degli immigrati causa dumping sociale e abbassamento dei salari o la perdita di diritti per i lavoratori regolari".
Affermazione imprecisa, non è di per sé la presenza di migranti a causare dumping sociale, semmai è l'arrivo in maniera volutamente illegale a comportare tutti gli svantaggi elencati per chi lavora regolarmente, infatti è indubbio che la presenza di lavoratori facilmente ricattabili e quindi facilmente sottoponibili a contratti di lavoro svantaggiosi comporti anche per gli altri lavoratori la vituperata necessità di accettare condizioni sfavorevoli: è quanto da decenni avviene già nel meridione dell'Italia dove per cultura, tradizione e necessità numerosi cittadini accettano lavoro in nero, costringendo anche gli altri ad adattarsi a condizioni lavorative peggiori. Ma questa condizione è innanzitutto una scelta politica di chi decide di far arrivare dei migranti che comunque arriveranno non attraverso vie legali ma in condizioni di clandestinità, impedendone quindi l'accesso regolamentato nel mercato del lavoro e mettendoli in mano a datori di lavoro senza scrupoli o ad organizzazioni mafiose.

9. "Vengono qui per farsi mantenere dalle cooperative a spese nostre".
Falso, che esista un business dell'accoglienza è indubbio, che questo dipenda da migranti e però una falsità. il problema nasce a partire dalla lentezza di decisione da parte delle questure, che dovrebbero sbrigare le pratiche in un mese ma che in media impiegano dai 3 mesi a un anno di tempo. Per tutto il tempo in cui il migrante non ha documenti è costretto a rimanere in condizioni di semi libertà all'interno delle strutture di accoglienza ma non è possibile per lui ottenere contratti di lavoro, essendo privo di documenti. Uno dei tanti casi che confermano questa situazione è avvenuto proprio recentemente ed è stato oggetto di squallida propaganda politica, allorchè lo stesso Ministro degli Interni Salvini ha diffuso una notizia falsa: si sosteneva nell'articolo diffuso da Salvini che dei migranti coinvolti in una protesta richiedessero l'accesso a servizi di certo non prioritari come la piattaforma tv Sky; tuttavia la stessa questura di Vicenza ha poi corretto la notizia informando che i migranti protestavano perché richiedevano una rapida soluzione relativamente ai propri documenti per potere ottenere contratti di lavoro.

10. "Occorre aiutarli a casa loro ma in realtà non lo volete fare".
Falso nella seconda parte dell'affermazione: con tutti i loro limiti i governi di sinistra europei negli ultimi anni hanno pure tentato di fare qualcosa, ma quando questo è successo le destre europee sono insorte spingendo le popolazioni a proteste di ogni sorta. Non si parla più da decenni della cancellazione dei debiti dei paesi più poveri, si preferisce piuttosto parlare genericamente di aiuti ai paesi extraeuropei riducendo in realtà i fondi per la cooperazione internazionale. Bisogna poi capire di che cosa si sta parlando: se per aiutarli a casa loro si intende elargire come una tantum dei fondi straordinari, questi sono inutili o quasi. Se elargiamo 5 miliardi di euro per un continente di un miliardo di persone, vuol dire che realmente ad ogni africano stiamo fornendo un aiuto di meno di €10. Praticamente nulla. Se molto più realisticamente con la frase aiutarli a casa loro si intende favorire lo sviluppo economico dei i paesi di emigrazione, bisogna avere anche chiaro che questo può comportare dei rischi nel breve, nel medio e nel lungo termine per gli stessi paesi europei perché, se questo sviluppo economico dovesse avere successo, in un sistema di libero mercato potremmo anche creare dei concorrenti economici. È quanto accaduto per esempio quando l'Unione Europea ha deciso di aiutare temporaneamente la Tunisia per ridurre la partenza di migranti da quel paese abbassando i dazi doganali sui prodotti agricoli, in particolare sull'olio. Questo atto concreto che aveva come scopo il favorire lo sviluppo economico di quel paese e quindi aiutare a eradicare il fenomeno della emigrazione, ha portato però al sollevarsi di proteste, anche violente, nei paesi del Mediterraneo settentrionale perché ovviamente l'olio prodotto dalla Tunisia, se sgravato dai dazi doganali, diventa concorrenziale nei confronti dell' olio prodotto in Spagna, Italia, Francia e Grecia, con i conseguenti rischi per le produzioni europee. Un'altra cosa che i paesi europei potrebbero fare per aiutare lo sviluppo economico nei paesi di emigrazione è la concessione delle proprietà intellettuali: in pratica si tratterebbe di fare quello che già la Cina ha imposto a chiunque apra una fabbrica in quel paese, ovvero si concede di produrre a costi più bassi in Cina, ma in cambio si pretende che il know-how con cui vengono prodotti i beni nelle fabbriche cinesi debba essere messo a disposizione anche della popolazione cinese e non rimanga una proprietà intellettuale inalienabile di chi delocalizza, imponendo in questo modo un colonialismo non più politico ma economico. Siamo disposti ad accettare simili condizioni per ridurre l'immigrazione e favorire lo sviluppo economico dei paesi di emigrazione?

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