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Visualizzazione dei post da 2020

La caduta di Gondolin, J. R. R. Tolkien

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La caduta di Gondolin di J. R. R. Tolkien, a cura del figlio Christopher Tolkien, è un racconto lungo, o meglio la storia delle diverse stesure di un racconto lungo, quello della caduta della città elfica di Gondolin per mano delle forze malvagie del valar Melkor; protagonista del racconto è Tuor, figlio di Huor, una delle figure cardine della mitologia tolkieniana, scelto dal valar Ulmo per preannunciare agli elfi l'imminente catastrofe o l'alternativa, il combattere contro il male che si è annidato nella Terra di mezzo. Tuor finisce così coinvolto in vicende che saranno al centro della storia della Prima era della Terra di mezzo, generando Earendel, colui che diverrà custode di uno dei Silmaril e che incarnerà la luce della Stella del mattino; a rimarcare la centralità della vicenda è anche il legame di parentela tra Tuor e Turin, colui che nel sistema mitico di Tolkien è destinato a sconfiggere definitivamente Melkor alla fine dei tempi, quando si compirà la volonntà di Iluv...

La voglia dei cazzi e altri fabliaux medievali, Alessandro Barbero

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La voglia dei cazzi e altri fabliaux medievali è un libro di Alessandro Barbero recentemente riedito da Edizioni Effedi. Si tratta di una raccolta di fabliaux medievali circolanti in area francofona e, parzialmente, nord italiana e germanica, accomunati dalla trattazione di un tema solo apparentemente scabroso per l'idea comune del Medioevo cristiano, ovvero il sesso vissuto come sessualità aperta e spontanea. La scelta dei fabliaux da parte dell'autore si pone quindi uno scopo: quello di ribaltare, o quantomeno correggere, uno dei luoghi comuni tramandati sull'epoca che convenzionalmente separa l'antichità classica dalla modernità, ovvero l'idea che la cultura cristiana impedisse di concepire la sessualità in maniera diversa dal puro peccato, da censurare e controllare in ogni circostanza e occasione. La larga circolazione di questi testi, a sfondo popolare e popolano, dimostrerebbe anzi come il tema del sesso, della burla, l'ostentazione dei genitali e dei do...

Le supplici, Eschilo

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J. W. Waterhouse, Le danaidi Come per i sette contro Tebe, anche la tragedia de Le supplici risulta al lettore moderno tra le opere minori di Eschilo. La tragedia raccontata della fuga ad Argo delle figlie di Danao, costrette supplici per evitare l'orrido matrimonio con i figli di Egitto. Sarà proprio Danao a perorare la causa delle figlie di fronte alla cittadinanza di Argo che, in nome della giustizia, prenderà sotto la propria custodia le donne. Ad abbassare il valore della tragedia è il suo appartenere ad un ciclo di cui non possediamo le rimanenti opere, e così il finale rimane ambiguo, con il sopraggiungere delle navi di Egitto a reclamare le spose per i propri figli. La tragedia è quindi solo denunciata ma non realizzata in quest'opera, questo comporta per noi lettori e spettatori moderni impossibilità di cogliere se non per cenni come si realizzerà la vicenda e quale ne sarà il significato ambiguo nella tragicità delle donne, giuste e al contempo ingiuste ne...

I sette a Tebe, Eschilo

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G. Silvagni, Eteocle e Polinice Rileggere l'opera Omnia di Eschilo dopo 2500 anni dalla sua stesura può risultare a tratti disarmante: è quello che succede per esempio leggendo tragedie come I sette contro Tebe o Le supplici, indubbiamente fra le opere di gusto e stile più arcaico fra quelle dell'autore. Nella prima di queste tragedie, opera legata al ciclo tebano (il cui eroe più conosciuto, per diversi motivi, è forse Edipo) assistiamo alla lotta tra i due fratelli, figli del personaggio che troverà grande successo nel ciclo sofocleo,cper il diritto al governo della città di Tebe, ereditato direttamente dal padre attraverso la sua maledizione. Difatti la tragedia di Edipo e prima ancora di suo padre si trasmette ai suoi figli che finiranno per uccidersi a vicenda in battaglia, lasciando solo alle sorelle il compito di piangerli mentre già si affaccia sul soglio del governo della città la figura di Creonte. In questa tragedia risulta chiaro come per Eschilo sia ind...

La vergogna

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Francesco Cancellato su Facebook  Non si sconfigge una pandemia protestando perché non si vuole indossare una mascherina, e quella pantomima di libertà non è altro che il necrologio dell'intelligenza. Ma non si sconfigge una pandemia demandando semplicemente alla responsabilità dei cittadini. Non si sconfigge una pandemia senza programmazione. Invece la seconda ondata del Covid-19 pare coglierci di nuovo impreparati, evidenziando l'inettitudine di tutta la classe dirigente, quella che governa come quella che sta all'opposizione. Non si può arrivare a questo punto senza, per esempio, aver rafforzato l'organico del sistema sanitario nazionale, senza aver raddoppiato, come promesso, i posti nelle terapie intensive, senza aver realizzato nuovi reparti e finanziato l'acquisto dei macchinari. Non si può arrivare a questo punto senza aver potenziato il sistema di tracciamento dei positivi, e anzi, come fanno le regioni, chiedendo di dismetterlo di fatto, eseguendo i tampon...

Facciamo che la smettiamo di parlare di "buonsenso"?

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Spesso e volentieri nella discussione pubblica, come in quelle private, ci capita di sentir dire che, alla fine dei conti, "basta un po' di buonsenso" o che "decidendo a buonsenso" si fa la scelta migliore. Ecco, in realtà questo schema mentale ha prodotto nel tempo numerosi danni, per cui, una volta per tutte dovremmo smetterla di appellarci al buonsenso per decidere.  Certo, notoriamente Il buonsenso è annoverato fra i modi corretti per prendere una decisione, tuttavia è in primo luogo impossibile definire oggettivamente cosa sia il buonsenso e cosa non lo sia: per esempio è considerato buonsenso prendere ua decisione secondo il criterio del "giusto mezzo", il detto "in medio stat virtus" è fra i più noti e più accettati. Eppure in realtà non sempre questo criterio risulta corretto, infatti per esempio se consideriamo un estremo la democrazia e l'altro estremo la tirannide, è chiaro come in realtà il presunto giusto mezzo, una democrazi...

Ma quindi, come sta andando a scuola?

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Se volessimo partire dal titolo del post, dovremmo onestamente dire che non c'è una risposta unica e definitiva. Decliniamo quindi il ragionamento: occorrerebbe dire una volta per tutte che fare scuola nella scuola dell'infanzia non è la stessa cosa che fare scuola alla primaria, men che meno alla secondaria di primo grado o addirittura nella secondaria di secondo grado; per questa ragione, pensare di poter applicare le stesse regole in tutto l'enorme mondo della scuola pubblica ha poco senso. Se guardiamo alla scuola dell'infanzia o della primaria, probabilmente potremmo dire che il ritorno alla scuola in presenza sta funzionando. C'è anche da dire che nella scuola dell'infanzia non è previsto distanziamento degli alunni, cosa che contribuisce a ridurre la sensazione di straniamento dei bambini e a dare una parvenza di normalità in una situazione oggettivamente anormale.  Rimane il fatto che per gli adulti, educatori e maestre che lavorano in queste scuole, la ...

La qualità a scuola non si misura con il merito anche perché il merito non esiste

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  Ciclicamente nel discorso sulla scuola torna in scena il mito del merito: in genere a tirarlo fuori sono i soliti volti noti, neoliberisti spinti, conservatori classisti, psicologi e filosofi da salotto televisivo. Il che, per inciso, permette per l'ennesima volta di osservare che il discorso "sulla scuola" non è mai un discorso "per la scuola" formulato da chi di scuola sa e chi la scuola fa: insegnanti, formatori, pedagogisti, o anche solo ricercatori che abbiano modo e tempo di formulare confronti struttturati tra diversi sistemi di istruzione e formazione nel rapporto con l'idea stessa di uomo e società che una o più culture sono in grado di formulare, ovvero sociologi e antropologi. E così, nel solito farci del male discutendo di idee nate fondamentalmente in altri ambiti e applicate a sproposito sulla scuola, ci troviamo incasellati e sulla difensiva. Nello specifico, di recente Galli Della Loggia sul Corriere ha lamentato, per l'ennesima volta,...

L'Orestea, Eschilo

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L'Orestea è il ciclo di tragedie che narrano la vicenda di Agamennone e dei suoi figli. Agamennone, come narrato nella tragedia omonima, viene assassinato dalla moglie Clitennestra e dall'amante di lei, Egisto. L'eroe, di ritorno da Troia, si presenta a casa con il bottino di guerra, Cassandra, la veggente maledetta figlia di Priamo. È a quest'ultima che spetta il compito di rivelare al coro quanto accade nella casa; Clitennestra compie la sua vendetta sul marito, colpevole di aver sacrificato la figlia Ifigenia per ottenere i venti propizi alla partenza della spedizione contro la città di Ilio. La posizione di Clitennestra non appare quindi priva di ragioni, e anzi la donna rivendica il diritto ad ottenere vendetta per un empio sacrificio e per l'umiliazione subita da parte di Agamennone portando con sé un'altra donna. Molto più piatte sono le figure dell'eroe argivo e della sua nemesi, Egisto, schiacciati nel retaggio di una maledizione familiare più grand...

Rileggere Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi, ora

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Rileggere Sostiene Pereira nel 2020, a quasi trent'anni dalla sua pubblicazione, può risultare quasi anacronistico rispetto ai ritmi del consumo letterario contemporaneo. Eppure il romanzo, uno dei veri classici della nostra letteratura recente, mantiene una sua attualità nella misura in cui la narrazione di Tabucchi, anche nell'affrontare un tema storico spinoso come quello del sorgere delle dittature nazionaliste nell'Europa degli ani Trenta, ha la capacità di spaziare su più piani, stilistici, tematici, culturali. Il continuo refrain del "sostiene Pereira", che fornisce anche il titolo al romanzo, è il primo fra questi elementi, se non il più evidente. Scritto in pieno Postmondernismo, Sostiene Pereira deve fare i conti conn la frantumazione della realtà, la perdità dell'oggettività: e così, di fronte a fatti che appaiono infinitamente più grandi e complessi rispetto al protagonista, un giornalista in pensione e ormai lontano dalla conoscenza della realtà c...

Utopie, distopie, eterotopie e nonluoghi tra filosofia, architettura e letteratura.

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Nella percezione del territorio spazio e tempo spesso si intrecciano, così come il luogo geografico sovente si mescola o si contrappone al luogo astratto. Nelle diverse combinazioni della nostra sensorialità e della nostra capacità di astrazione, siamo stati fino ad ora capaci di definire diverse forme di luoghi fisici o irreali. Nell'antichità era per esempio possibile ambientare una visione o un'opera letteraria in l ocus amoenus , un luogo, reale o immaginario, comunque caratterizzato per la propria irresistibile grazia e piacevolezza: al riguardo si pensi per esempio ai paesaggi di Teocrito o alle Bucoliche di Virgilio per avere un'idea del genere di paesaggio immaginato e definito da questa categoria. Tuttavia, più entra in gioco la percezione dello spazio e del tempo, più il rapporto con il luogo fisico può divenire metaforico o analogico: entrano così in scena nuove categorie. La prima, senza dubbio, anche da un punto di vista cronologico, è quella dell'...

Prometeo incatenato, Eschilo

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Dirck van Baburen / Public domain Il Prometeo incatenato è la prima tragedia di un ciclo di tre, messo in scena probabilmente nel 460 a. C.. Delle tre tragedie a noi è pervenuta solo la prima, quella che dà avvio alle vicende. Prometeo, uno dei titani, dopo aver appoggiato gli dei dell'Olimpo nella titanomachia contro la sua stessa specie, viene ugualmente imprigionato da Zeus perché reo di aver violato una sua disposizione, rubando il fuoco e donandolo agli uomini. Da questa vicenda, che viene solo riepilogata nell'opera tetrale, parte la narrazione, con il titano che in Scizia viene imprigionato e legato ad un monte dal dio Efesto, seppure a malincuore. Giungono a consolarlo Oceano, un altro titano, e le sue figlie, le oceanine, che compatiscono il protagonista dell'opera. Giunge poi Io, anche lei in preda alle sofferenze della fuga dalla propria terra, dovuta all'amore impetuoso da parte dello stesso Zeus. Io chiede a Prometeo, "colui che vede avanti", d...

I Persiani di Eschilo - il vincitore e la simpatia per i vinti

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I Persiani, di Eschilo, è la  più antica opera teatrale che conosciamo. Non ne conosciamo bene la genesi, né sappiamo in che modo e se fosse collegata in una trilogia; il tema dominante dell'opera sta nella storia recente della città di Atene e dei suoi ben più potenti viicini Persiani, ovvero l'incredibile vittoria greca nella Seconda guerra persiana, in particolare il clamoroso successo dell'intuito ateniese nella battaglia marittima di Salamina. Preannunciato da un inquietante sogno della regina Atossa, giunge il nunzio che porta la notizia della sconfitta persiana, con una dettagliata disamina dell'andamento della battaglia e con l'elenco delle importanti perdite fra i Persiani. Tuttavia ciò che più sconvolge la regina madre è l'idea del Grande re Serse ricoperto da vestiti in brandelli e sporco del sangue dei propri compagni caduti, da solo, in fuga verso la madre patria. Appare quindi lo spettro del padre di Serse, Dario, che spiega al coro le ragioni dell...

Love, una serie da ripescare su Netflix

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Love è una serie TV scritta e diretta da Judd Apatow, Lesley Arfin e Paul Rust per Netflix, andata in onda per la prima volta nel febbraio 2016. Fra gli attori spiccano i due protagonisti, Paul Rust e Gillian Jacobs. La serie, terminata con la terza stagione disponibile dal 2018, racconta di come  Gus Cruikshank (Rust), un insegnante per attori minorenni che lavora negli studi televisivi, e  Mickey Dobbs (Jacobs), una produttrice radiofonica, si incontrino e si innamorino. I due protagonisti vengono entrambi da storie fallimentari: Gus mollato dalla propria fidanzata poco prima del matrimonio, scoprendo di essere da lei disprezzato per i suoi modi gentili e per la sua apparente indecisione, e Mickey costretta a fare i conti con le sue dipendenze patologiche dal sesso e dall'alcool. Attraverso le tre stagioni vediamo così lo  svilupparsi dei caratteri delle due colonne portanti della narrazione, se in un primo tempo Gus sembra essere l'anello forte della catena, quell...

E a noi cosa rimarrà della Didattica a distanza?

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Lo dico subito: se siete tra quelli che "la DAD non è scuola" lasciate perdere questo post. Tanto non ne condividereste nulla, non ci giriamo intorno. Se siete tra quelli che pensano che la DAD (o Didattica a distanza) abbia avuto più demeriti che meriti, potreste provare a leggere e, magari, accorgervi che alcune cose che avete attribuito a questa pratica, con questa pratica c'entrano relativamente. Se siete, infine, tra i fanatici della DAD, lasciate perdere questo articolo, non ne avete bisogno perché tanto non ammettereste che alcune cose sono andate male o si possono fare meglio. Seconda premessa: questo post prende a piene mani ispirazione da  un articolo apparso su Teachers on fire . Allora, riassumendo, cosa rimane di buono della DAD? Per molti nulla, l'abbiamo detto. Indubbiamente tre mesi di Didattica a distanza hanno fatto emergere limiti e problematiche di questa pratica, ma questi problemi rischiano di offuscare e far sparire quanto di buono...

Sulle statue, il patrimonio artistico e la storia

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Foto: Wikipedia È di questi giorni il dibattito sulle statue e in generale sui simboli del passato, come oggetti di ideologica venerazione o contestazione. Ovviamente il dibattito parte dall'osservazione dei fatti che stanno accadendo negli USA e non solo, ovvero la deposizione e l'abbattimento di statue riguardanti gli eroi sudisti, schiavisti e coloniali, nonché di Cristoforo Colombo. A partire da questi episodi la protesta anticolonialista e antirazzista si è estesa anche all'Europa e in alcune circostanze ha fatto assistere alla contestazione di simboli apparentemente intoccabili, come Chirchill, colpevole di essere artefice di una carestia che causò circa 3 milioni di vittime in Bengala, o, in Italia, figure come quella di Montanelli, già in passato contestato per il suo aperto razzismo, maschilismo, nonché per aver aderito al fascismo e per un caso di pedofilia e schiavismo che lo vide protagonista all'età di venticinque anni. Sì sostiene quindi come sia n...

Amori ridicoli, Milan Kundera

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Amori ridicoli, di Milan Kundera, non è una bella raccolta di racconti. E così, tagliata la testa al toro, possiamo dedicarci con calma a spiegare il perché di un giudizio così drastico. I sette racconti che compongono la raccolta sono tutti accomunati dal tema comune, quello dell'amore, e in due casi si ripete anche il protagonista delle vicende, il dottor Havel. Ad un'attenta lettura tuttavia è subito chiaro che, se di amore si parla, si tratta dell'amore a cui ci ha abituato Kundera: un amore esclusivamente maschile e maschilista, mascolino, possessivo, che tratta la donna quasi come una preda amorfa, sempre bisognosa di essere plasmata dall'azione dell'uomo cacciatore, anche solo nei suoi sogni, salvo poi scoprire la vanità della propria caccia. Il tema della vanità della caccia amorosa è proprio quello che sta sullo sfondo di uno dei racconti più riusciti, "La mela d'oro dell'eterno desiderio", ma il senso di vanità della seduzione ritorna anc...

Quanto ci è costato liberare Silvia Romano

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Foto: Repubblica Ovviamente non mi riferisco ai presunti quattro milioni di euro pagati per riscattare la vita di Silvia Romano, volontaria rapita in Africa e tenuta prigioniera per più di un anno e, oggi, vittima di violentissimi attacchi nella sua patria. Semmai il vero costo della liberazione di Silvia Romano è la scoperta che non siamo affatto migliori di come eravamo prima della pandemia, anzi, forse siamo peggiori, impauriti, arrabbiati, incattiviti. Che una persona liberata da un rapimento debba subire minacce di morte è l'ultimo degli orrori logici a cui ci costringe il nostro tempo.  Perché, nell'ottica di un discorso pubblico e collettivo, proprio di una serie di errori e fallacie logiche si tratta. Chi oggi attacca la volontaria parte dall'assunto, ancora oggi ribadito da Luca Zaia, che se parti volontario in Africa ti devi assumere la responsabilità dei rischi che corri: come a dire, se ti rapiscono, colpa tua e cazzi tuoi; inoltre, la volontaria viene accusata ...