Prometeo incatenato, Eschilo

Dirck van Baburen - Prometheus Being Chained by Vulcan Rijksmuseum SK-A-1606
Dirck van Baburen / Public domain

Il Prometeo incatenato è la prima tragedia di un ciclo di tre, messo in scena probabilmente nel 460 a. C.. Delle tre tragedie a noi è pervenuta solo la prima, quella che dà avvio alle vicende. Prometeo, uno dei titani, dopo aver appoggiato gli dei dell'Olimpo nella titanomachia contro la sua stessa specie, viene ugualmente imprigionato da Zeus perché reo di aver violato una sua disposizione, rubando il fuoco e donandolo agli uomini. Da questa vicenda, che viene solo riepilogata nell'opera tetrale, parte la narrazione, con il titano che in Scizia viene imprigionato e legato ad un monte dal dio Efesto, seppure a malincuore. Giungono a consolarlo Oceano, un altro titano, e le sue figlie, le oceanine, che compatiscono il protagonista dell'opera. Giunge poi Io, anche lei in preda alle sofferenze della fuga dalla propria terra, dovuta all'amore impetuoso da parte dello stesso Zeus. Io chiede a Prometeo, "colui che vede avanti", di predirle il futuro, ma Prometeo è titubante, conscio delle sofferenze che attendono la donna. È proprio questa capacità di Prometeo, il suo poter conoscere il futuro, a tenere in scacco Zeus: Prometeo sa chi potrà sconfiggere Zeus, ed è per questo che il signore dell'Olimpo invia il suo messo Ermes per estorcere dall'incatenato la sua predizione. Al rifiuto del protagonista, si apre  un profondo burrone, verso cui egli verrà gettato incatenato.
Prometeo è, come altri protagonisti delle tragedie greche, colui che sfida la tirannide, consapevole che sarà destinato alla sofferenza, ma che ugualmente agisce perché giusta e degna l'azione. Prometeo è l'eroe del progresso: dona agli uomini il fuoco perché non accetta che Zeus li voglia tenere allo stato ferino, e per questo suscita nello spettatore simpatia. In questo senso Zeus e gli dei dell'Olimpo appaiono invece come la rappresentazione del potere opprimente (e infatti Potere e Forza accompagnano e sorvegliano Efesto nel suo compito, incatenare Prometeo, proprio mentre il dio storpio prova simpatia per la sua vittima). Tuttavia Prometeo è destinato alla sconfitta, perché, sebbene possa conoscere il futuro, sfida un volere imperscrutabile, quello di cui gli stessi dei dell'Olimpo non sono altro che esecutori. In questo sta la contraddizione tragica di Prometeo: come Zeus è lo strumento della realizzazione di un fato che sovrasta tutti, dei e titani, e così, nella sua sfida a Zeus, è allo stesso tempo umanamente simpatico e divinamente colpevole di hybris.

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