Le supplici, Eschilo


J. W. Waterhouse, Le danaidi

Come per i sette contro Tebe, anche la tragedia de Le supplici risulta al lettore moderno tra le opere minori di Eschilo. La tragedia raccontata della fuga ad Argo delle figlie di Danao, costrette supplici per evitare l'orrido matrimonio con i figli di Egitto. Sarà proprio Danao a perorare la causa delle figlie di fronte alla cittadinanza di Argo che, in nome della giustizia, prenderà sotto la propria custodia le donne. Ad abbassare il valore della tragedia è il suo appartenere ad un ciclo di cui non possediamo le rimanenti opere, e così il finale rimane ambiguo, con il sopraggiungere delle navi di Egitto a reclamare le spose per i propri figli. La tragedia è quindi solo denunciata ma non realizzata in quest'opera, questo comporta per noi lettori e spettatori moderni impossibilità di cogliere se non per cenni come si realizzerà la vicenda e quale ne sarà il significato ambiguo nella tragicità delle donne, giuste e al contempo ingiuste nella fuga da un matrimonio legittimamente combinato. La vicenda storica di questa tragedia e quindi l'esatta rappresentazione di quanto abbiamo perso nel trapasso dall'età antica ai giorni nostri e di quanto poco sappiamo, o almeno possiamo leggere, della letteratura classica.

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