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Visualizzazione dei post da 2016

Vedere cosa si vuol vedere o della focalizzazione

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La foto qui riprodotta, piuttosto famosa per l'effetto particolare ottenuto dal tempismo del fotografo, è interessantissima anche per altri motivi. Questa foto è infatti utilissima per spiegare il concetto di focalizzazione. La focalizzazione, in una narrazione di qualsiasi tipo, è il punto di vista che assumiamo per raccontare i fatti, punto di vista che ci permette di vedere e conoscere alcuni fatti e altri no, o addirittura tutti i fatti narrati e i pensieri dei nostri personaggi. Se per esempio guardassimo questa scena da una finestra, che ci permettesse di osservare solamente la parte centrale della foto, osserveremmo questo: Il nostro punto di vista sarebbe limitato, saremmo così guidati a pensare alla foto come la ripresa di una scena romantica di fronte ad una strada dai manifesti piuttosto particolari. Ancora, se il nostro punto di vista, sempre regolato da una piccola finestrella, fosse spostato un po' più a destra, vedremmo questo: Due passanti che si incro...

La potenza della parola è tutta qui

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Ok, apparentemente è una boiata, eppure questa scritta su di un muro (e non mi chiedete dove sia stata fotografata né se si tratti di un fake, perché non lo so) è una delle cose più potenti che ho letto ultimamente. Certo, forse dipende anche dal fatto che in questo periodo, complice il marmocchio in casa e il lavoro triplicato a scuola, le letture "per puro svago" si sono ridotte al minimo. Tuttavia in queste due frasi avviene qualcosa di grandioso, qualcosa che solo l'uso della parola, benché casuale o dilettantesco, riesce a creare. Di per sé si tratta di un gioco retorico abbastanza semplice. Attraverso l'inversione sintattica di due elementi della frase, ovvero l'attributo bella  e il complemento di specificazione di merda , si crea un costrutto fortemente ironico, in cui sono le espansioni ad arricchire e completare in maniera paradossale gli argomenti dei verbi, ovvero ciò che realmente è portatore del significato centrale delle frasi. Infatti il ...

Roba da nerd: Macross Plus

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Come sanno i miei lettori, di tanto in tanto l'adolescente che è in me tenta di uscire fuori, battere un colpo e fare vedere che è ancora vivo e vegeto, anche sotto i peli e i capelli che si fanno brizzolati (forma cordiale per dire bianchi). Quando questo adolescente prende il sopravvento (da non confondere con il fanciullino mezzo pervertito di Pascoli) devo categoricamente tuffarmi in una delle mie passioni ormai lontane: videogiochi, narrativa o cinematografia fantasy o fantascienza, manga e anime. E non c'è verso, o lo faccio o mi viene la tachicardia, divento un rompiballe indescrivibile, da rischiare la richiesta di divorzio della mogliera; meglio essere accondiscendente verso l'adolescente inside, insomma. In questo caso, nelle serate veronesi di sosta dalle attività didattiche, causa festività cristiane, tra un pacco di verifiche e l'altro che mi ritrovo a correggere, mi sono dedicato alla visione dei quattro OAV che compongono la serie di Macross Plus. Pe...

L'evoluzione concettuale della guerra dall'Antichità al Medioevo

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Il concetto di guerra dall'antichità al medioevo from Sebastiano Cuffari

E questo sarebbe uno statista?

Penso che Matteo Renzi dovrebbe prendere atto del suo fallimento come uomo di stato, pernderne atto, e lasciare la scena politica. Lo dico senza astio, ma da elettore di sinistra e, più ancora, da italiano. Penso che nella vita occorra, di tanto in tanto, fermarsi e ricapitolare, vedere cosa si è fatto bene e in cosa si è sbagliato, tirare le somme, e capire se per quel lavoro che si sta svolgendo si è realmente portati o se si sta prendendo delle cantonate mostruose. Nel secondo caso, per il bene proprio, della propria dignità, e soprattutto per il bene della comunità, sarebbe bene cambiare strada e iniziare a fare altro. Ecco, se Matteo Renzi osservasse questo suo "stint" da Presidente del Consiglio o, allargando, il suo periodo da segretario del PD, osservasse seriamente e serenamente intendo, non potrebbe non riconoscere come pochi statisti hanno collezionato la sua mole di disastri nella loro storia. Già a partire dalla sua elezione a segretario, veicolando un linguagg...

Qiundi i Veneti sarebbero minoranza etnica, ovvero della riscrittura dell'identità fondata su falsi storici e su metodi fascisti

Quindi i Veneti, cioè gli abitanti del Veneto (che, ricordiamolo, non coincide affatto con i confini del Veneto attuale, ma vallo a spiegare a Zaia e Maroni) sarebbero minoranza etnica da tutelare, a partire dalla lingua veneta. Almeno questo è quello che crede e ha votato la giunta regionale del veneto, approvando la legge regionale 116/2016. Una maggioranza di 27 fini linguisti, evidentemente, che sono riusciti dove ha fallito la linguistica nel corso dei decenni. Infatti il dibattito su cosa sia realmente la lingua veneta è ancora aperto: tutto sta nel trovare una definizione per lingua e dialetto. Se consideriamo le mere condizioni politiche, una lingua è tale finché è considerata ufficialmente lingua di uno stato, altrimenti ne diviene dialetto (e questo è stato lo status del veneto fino ad oggi) a meno che non sia riconosciuta la forte componente identitaria di quella favella; tuttavia quest'identificazione nella parlata non è sufficiente per definirla lingua, dato che occo...

Battaglia di Kadesh: fonti e ricostruzione

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FONTI: Per i documenti citati: https://www.academia.edu/3642893/LA_BATTAGLIA_DI_QADESH_2006_ Per la ricostruzione in 3D: https://www.mozaweb.com/it/Extra-Modelli_3D-Battaglia_di_Kadesh_1285_a_C-109429

Due parole su Castro

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Foto: WIkipedia Fidel Castro diceva che la storia l'avrebbe giudicato innocente dalle gravi colpe che gli venivano imputate. Io non so se è vero perché la Storia, con la esse maiuscola, è materia più complessa di un aforisma. Tuttavia due parole non scontate vanno dette. Castro era un dittatore, su questo, tolto Minà, siamo tutti pressoché d'accordo. Castro era un dittatore e in quanto tale ha negato i diritti umani a tutti coloro che gli sono stati oppositori. Negare questo è negare un evidenza. Detto questo, Castro è stato anche un dittatore atipico: nessuna aggressione militare, nessun tentativo, neanche misero, di espansione territoriale, solo, e si fa per dire, un'estrema chiusura nei confronti dell'Occidente, chiusura del resto reciproca, visto l'embargo che da decenni colpisce Cuba. Ma Castro è anche il dittatore della lotta all'analfabetismo (caso unicissimo nella storia delle dittature) e del sistema sanitario più progredito ad esclusione d...

La pubblicità e l'attacco al pensiero critico

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Forse qualcuno si ricorda ancora la sciagurata campagna TV della TIM, in cui un dinoccolato PIF, nel tentativo di celebrare il canale televisivo On Demand del colosso della telefonia, tirava fuori dal cilindro una passaggio terribile: "le nuove tecnologie ci stanno dando la libertà di non dover scegliere. Non è fantastico?" In molti hanno notato quanto quell'asserzione e quella domanda retorica dopo nascondessero delle implicazioni etiche complesse e terribili. Davvero si può ipotizzare che esista una libertà che esuli dalla scelta? Davvero si può ipotizzare che questa libertà, sempre che esista, debba essere dipendente dalle nuove tecnologie fornite, non come diritto, ma come prodotto da un'azienda privata? Se poi volessimo volare più basso, la campagna sarebbe comunque un improprio attacco al pensiero critico, veicolando un messaggio semplicistico, il più deletereo pensiamo noi per voi, non vi preoccupate. Sempre in questo senso si muove in questi giorni una n...

Storia della lingua italiana, mappa concettuale

Storia della lingua italiana from Sebastiano Cuffari

Il tema delle elementari ed il pippone morale

In questi giorni sta furoreggiando sui social un temino scritto da una bambina di Clusone nel 1944. Tale componimento è giunto agli onori della ribalta grazie ad un articolo, pubblicato su Scuolazoo, che voleva mettere in luce la ricchezza lessicale e sintattica dell'alunna della scuola di Gentile, a confronto con la povertà e grettezza logica degli studenti di oggi. L'articolo è stato ripreso da più parti, non ultimo dal dott. Max Bruschi, faccia nota del mondo della scuola sul web nonché ispettore ministeriale. " Il professor Enrico Galiano sul sito  Scuolazoo.com  ha pubblicato un’interessante analisi su un tema di una bambina di Clusone che frequentava la quinta elementare nel 1944. Il testo è stato inserito in una pagina internet dal titolo Quaderniaperti.it che raccoglie i quaderni scolastici di bambini italiani dal 1900 a oggi. Lo scopo del sito è tutt'altro, e la raccolta non prevede una analisi comparativa degli apprendimenti (e indirettamente delle didattic...

Goro, Castel D'Azzano e la teoria della giustificazione economica

Di fronte alle proteste e alle barricate anti migranti di questi giorni, da Goro a Castel D'Azzano, è sorto un, a dire il vero limitato, moto d'opinione che ha espresso il suo disagio davanti ad esempi così evidenti di razzismo, non ultima la manifestazione di Lega e Casa Pound a Milano. A difesa delle proteste però si sono erti alcuni degli ideologi del neorazzismo, i quali non hanno avuto problemi a snocciolare le ragioni economiche dei barricaderi, i quali avrebbero visto stravolto, a Goro, il loro sistema economico con la perquisizione di un edificio pubblico adibito, tra l'altro, a bar, o avrebbero rischiato, a Castel D'Azzano la requisizione, in realtà mai contemplata, delle seconde case. Fossero anche vere queste ragioni, ci sarebbe comunque da porsi un problema: le ragioni economiche dei benestanti possono stare davanti al diritto inalienabile alla vita di chi fugge da ciò che non può controllare? Per rispondere a questa domanda, cambiamo un atti...

Semplificazione e analfabetismo sono la vera distopia

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Foto: Il signore delle mosche Ma si ritiene davvero possibile trattare un tema complesso come quello del funzionamento della democrazia, con strumenti grezzi come la falce o l'accetta? Si ritiene davvero che il problema dell'economia come della politica italiana sia il compenso dei parlamentari, e che l'unica soluzione possibile sia ridurre tale compenso dimezzandolo? Come se il problema fossero le due lire che si risparmierebbero, quando poi, il grosso dei compensi dei parlamentari è dato dai giustissimi rimborsi per le spese di rappresentanza e di trasporto. Il punto è che se un lavoro, soprattutto un lavoro o un impegno fondamentale, come quello che la politica richiede, è fatto bene, lo si deve retribuire, e retribuire nel miglior modo possibile. Altrimenti il rischio, come ben sapevano già gli antichi, è che chi meglio potrebbe fare, anche in altri settori, scelga di dedicarsi ad altro, non certo ad un impegno massacrante, per lo più odiato dall'op...

La comunicazione linguistica

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La frase semplice in italiano (grammatica valenziale)

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Da Carlo Magno agli Ottoni

Da Carlo Magno agli Ottoni from Sebastiano Cuffari

Dal Tardoantico al Medioevo

Dal Tardoantico al Medioevo from Sebastiano Cuffari

Dalla Repubblica all'Impero, Ottaviano Augusto

Dalla Repubblica all'Impero, Ottaviano Augusto from Sebastiano Cuffari

L'impressione di un bel film: Happy family di Gabriele Salvatores

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Foto: Wikipedia Di tanto in tanto mi ritaglio il tempo per scrivere qualcosa sul mio blog, malgrado la vita privata e quella lavorativa lascino sempre meno spazio a queste mie parole. Capita soprattutto che la voglia di scrivere venga dopo qualche fatto, dopo la lettura di qualche buon libro o saggio, o dopo la visione di un buon film. È questo il caso di oggi: perché Happy family, di Gabriele Salvatores, è in primis un buon film. Dettaglio non da poco, sceneggiatura e regia ammiccano a tanta parte del cinema e della letteratura degli ultimi cento anni, con un riferimento d'obbligo, ovvero Pirandello metateatrale. Senza andare troppo nel dettaglio, la trama si dipana attraverso la scrittura da parte di un autore, Ezio, del suo prossimo film. Vediamo così i personaggi della vicenda prendere vita, comporre il quadro di due famiglie che paiono stare per intrecciarsi a causa di un matrimonio, che fallirà. Scopriamo che ognuno dei personaggi ha i suoi problemi, uno in particolare...

Giulio Cesare, William Shakespeare

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Quando il personaggio che dà il titolo ad un'opera teatrale scompare dalla scena alla metà dell'opera, o si tratta di un fiasco o si tratta di un capolavoro dalle profondità mai raggiunte. Questo è il caso del Giulio Cesare di Shakespeare, tragedia in cui i tempi della storia si comprimono in un climax che accompagna il dissidio interiore dei protagonisti del dramma. In primis Bruto, che ama come un figlio Giulio Cesare ma che, costretto dalla sua ferrea etica, non potrà esimersi dall'agire contro il dittatore per salvare la Repubblica. Poi Cassio, che nel nome dei valori della Repubblica (o meglio, dei privilegi dell'oligarchia) teme e odia Giulio Cesare, in cui vede l'uomo che vuole farsi re contro le istituzioni repubblicane. Ed ecco il personaggio da cui il dramma trae il suo titolo, Giulio Cesare, fiero della sua grandezza, stoico nella volontà di seguire in tutto e per tutto il fato che gli è stato assegnato, che vive un momento di crisi solo di fronte al ...

Che cosa chiedere alla storia, Marc Bloch

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Foto: Castelvecchi editore Se si vuole capire cosa sia il mestiere dello storico, non si può prescindere da alcune letture e da alcuni studiosi, e fra questi c'è senza dubbio Bloch. Se poi si vuole capire cosa sia davvero la Storia, in maiuscolo, uno strumento d'eccezione sono le vive parole dell'autore, così come le ebbe a pronunciare nel 1937 al Centre polytechnicien d’études économiques e racchiuse in Che cosa chiedere alla storia. Con questo discorso lo studioso spiega bene quale sia la sua idea degli studi storici: la Storia come interessamento al presente e alla vita che non può fare a meno del passato, la Storia come scienza del cambiamento, misurabile solo smettendo di adoperare categorie che l'autore trova infondate, quali quelle di passato "prossimo" e "remoto" e che tutt'ora sono invece invalse, soprattutto quando a studiare la storia sono persone prive di metodo e di una visione ampia. La storia così, per Bloch, non può non ess...

La fine del mondo Capitalismo e mutazione, Daniele Balicco

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Foto:danielebalicco.it Con "La fine del mondo. Capitalismo e mutazione", pubblicato da Daniele Balicco sulla rivista Between e ripreso da leparoleelecose.it, ci addentriamo all'interno delle implicazioni che il cambiamento della percezione della realtà ha per l'immaginario contemporaneo. A sua volta l'autore mette in risalto come, a partire dal diciassettesimo secolo e con lo sviluppo del capitalismo, un cosciente lavoro sull'immaginario abbia portato all'imposizione del sistema capitalistico e, al contempo, alla sensazione che un mondo plurimillenario, quello basato su simboli ricorrenti già dal paleolitico, sia giunto alla sua conclusione.  Il presupposto è che la società precapitalista e premoderna viva secondo una percezione storica di lunga durata, mentre caratteristica del capitalismo sia  la sincronicità. La sensazione di "fine della storia" e il suo ritornare così frequentemente nell'immaginario collettivo, per esempio al cine...

Cuore cavo, Viola Di Grado

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Foto: foggiacittaaperta.it È davvero difficile recensire un romanzo come Cuore cavo di Viola Di Grado. Si potrebbe lodare la bravura tecnica della scrittrice, davvero dotata di una notevole padronanza della lingua, anche quando si spinge verso settori apparentemente poco appetibili per il pubblico, come quelli dei linguaggi settoriali; oppure si potrebbe criticare l'apparente presunzione della scrittrice, che in certi momenti sembra voler strafare, pretendere troppo da se stessa e dal lettore, costretto a rincorrere la protagonista nei suoi lunghi monologhi; si potrebbe apprezzare l'intelligenza con cui l'autrice sfrutta un genere mainstream, l'horror dei non morti, dei fantasmi, finanche accennando alla moda degli zombie, senza tuttavia scadere nella pura e semplice volontà di generare paura o terrore; si potrebbe ugualmente criticare l'inesperienza di alcune trovate o la debolezza della trama, dal colpo di scena finale alla contraddizione di fantasmi che, di ...

Mobilità, deportazioni e altre cose che avrei preferito non vedere

Scriverò solo questo post sulla mobilità e su quello che sta accadendo nel mondo della scuola anche in questa estate. Le modalità scelte per questa procedura di mobilità straordinaria sono indegne di un paese civile: non è possibile pensare che il trasferimento di migliaia di persone (a occhio alla fine della fiera più di cinquantamila famiglie sarà sballottata per l'Italia) venga gestito in maniera così poco trasparente e, soprattutto, improvvisata. Detto questo, cari colleghi, come al solito state facendo tutto, ma proprio tutto, per sembrare degli stupidi. Leggo e ascolto accorate proteste scritte o pronunciate in un italiano stentato, tra errori grammaticali e dialettalismi; avete rispolverato il paragone con le deportazioni, facendo sembrare persino Rondolino uno storico di razza; parlate di trasferimenti del tutto inaspettati quando era ben chiaro nel testo della legge che all'adesione al piano d'assunzione straordinario corrispondeva la presa in carico di questo ris...

Quelle due o tre cosette che ho imparato sul grillismo

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Foto: Repubblica.it Allora, partiamo dal fatto che non ho la pretesa di parlare di tutto un complesso movimento come quello di Beppe Grillo, questo post è invece dedicato alla mia personale esperienza con uomini e organizzazioni che, nelle modalità adoperate, si richiamano al grillismo. Cosa intendiamo con grillismo? Con questo termine mi riferisco all'atteggiamento tenuto nei confronti dell'opinione pubblica, alle modalità di relazione all'interno di organizzazioni complesse, ai comportamenti tenuti verso le istituzioni e i media che trovano come ispirazione il M5S e Beppe Grillo. E allora, cosa abbiamo imparato? In primis, il grillismo è un modo di essere tutt'altro che spontaneo o avventuristico, semmai lungamente studiato, artificioso e pericoloso. Volendo semplificare al massimo, si tratta di una forma di populismo che trova le sue basi in un miscuglio di riferimenti culturali più o meno semplificati, dalla critica culturale di Noah Chomsky alla destra...

Mono No Aware e altre storie, Ken Liu

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Mono No Aware e altre storie, di Ken Liu, edizioni Future Fiction, è una piccola antologia, si tratta infatti di cinque racconti, di genere fantascientifico. In particolare l'autore, cinese d'origine ma residente in California dall'età di undici anni, affermatosi come autore di racconti e romanzi fantascientifici, ha con il racconto Mono No Aware conseguito il prestigioso premio Hugo. Infatti l'antologia non tradisce le attese, soprattutto con l'ultimo dei suoi racconti, intitolato L'uomo che mise fine alla storia, dedicato alla memoria della ricercatrice e storica Iris Chang, nota per aver reso noti al grande pubblico, attraverso i suoi lavori, gli orrori commessi dai Giapponesi durante l'occupazione di Nanchino nel 1937, comunemente noti come "lo stupro di Nanchino". In questo racconto Ken Liu disquisisce di storia, di metodo storico, attingendo alle vette della letteratura. Cos'è la Storia? Cos'è la verità? Che valore ha la testimo...

Valutazione in uscita del docente Sebastiano Valentino Cuffari, anno 2015 2016

Valutazione in uscita del docente Sebastiano Valentino Cuffari, anno 2015 2016 from Sebastiano Cuffari

Flipped Classroom: un caso di studio

ABSTRACT Per rispondere alla domanda fatidica, se la Flipped Classroom possa davvero conseguire risultati migliori rispetto ad una didattica tradizionale, occorre avere chiare le idee: qual è l'obiettivo della Flipped Classroom? Si potrebbe essere tutti d'accordo sul fatto che l'obiettivo di questa pratica non possa essere la semplice sostituzione tout court di tecniche ormai avvertite obsolete; semmai, la Flipped Classroom trova un suo perché nel tentativo di recuperare allo studio quegli alunni che nel lavoro d'aula appaiono più in difficoltà e che necessitano maggiormente di una didattica laboratoriale, permettendo inoltre ai discenti di raggiungere un grado di acquisizione delle competenze programmate quanto meno paritetico rispetto alla didattica tradizionale, se non superiore. Se questa strategia sia utile alla concettualizzazione è tuttavia la questione a cui si cercherà qui, non di dare risposta, ma di dare un contributo attraverso un caso di studio: l'...

Hugh Liebert, Alexander the Great and the History of Globalization

Con il saggio Alexander the Great and the History of Globalization , pubblicato su The Review of Politics, Vol. 73, No. 4 (FALL 2011), pp. 533-560, Cambridge University Press,  Hugh Liebert conduce il lettore attraverso un'attenta disamina dei diversi possibili concetti di globalizzazione, non per forza in contrasto gli uni con gli altri, mettendo in relazione la globalizzazione moderna con quella di epoca ellenistica e con la figura di Alessandro Magno. In particolare nel saggio viene messo in luce come l'aspetto economico, oggi come ieri, sia solo uno dei parametri attraverso cui possiamo giudicare i fenomeni complessi che riduciamo al nome di globalizzazione; oltre a questa accezione abbiamo la globalizzazione dei valori (si pensi alla diffusione dei diritti umani) e la globalizzazione fondata sull'orgoglio umano, ovvero il desiderio di autoaffermazione e di diffusione della propria identità. In particolare, quest'ultima accezione è quella che spiega, in seno alla g...