Hugh Liebert, Alexander the Great and the History of Globalization
Con il saggio Alexander the Great and the History of Globalization, pubblicato su The Review of Politics, Vol. 73, No. 4 (FALL 2011), pp. 533-560, Cambridge University Press, Hugh Liebert conduce il lettore attraverso un'attenta disamina dei diversi possibili concetti di globalizzazione, non per forza in contrasto gli uni con gli altri, mettendo in relazione la globalizzazione moderna con quella di epoca ellenistica e con la figura di Alessandro Magno.
In particolare nel saggio viene messo in luce come l'aspetto economico, oggi come ieri, sia solo uno dei parametri attraverso cui possiamo giudicare i fenomeni complessi che riduciamo al nome di globalizzazione; oltre a questa accezione abbiamo la globalizzazione dei valori (si pensi alla diffusione dei diritti umani) e la globalizzazione fondata sull'orgoglio umano, ovvero il desiderio di autoaffermazione e di diffusione della propria identità. In particolare, quest'ultima accezione è quella che spiega, in seno alla globalizzazione, il riaffiorare di forme di nazionalismo o integralismo.
Secondo Liebert tuttavia, accanto a queste accezioni più note e diffuse, dovremmo contemplarne un'altra, quella per cui la globalizzazione si legherebbe ad un'identità personale (e collettiva), intermedia e indeterminata. A sostegno di questa tesi l'autore cita la Vita di Alessandro scritta da Plutarco. Dalla lettura dell'opera emerge il ritratto di un personaggio, Alessandro, fiero della propria origine macedone e regale fino al momento della conoscenza con Aristotele. La conoscenza con il filosofo di Stagira mette in discussione le certezze di Alessandro, che sembra, da questo momento, agire per accreditarsi come degno dei Greci, per cui prova profonda ammirazione. L'azione globalizzante di Alessandro partirebbe quindi da un'identità indeterminata in cerca di determinazione.
Qualcosa di simile accade, nuovamente ad Alessandro, dopo la conquista della Persia, quando nuovamente, giunto alla conoscenza di una civiltà molto diversa dalla sua e da ogni suo sospetto, Alessandro cerca di accreditarsi come degno di questa nuova cultura, assumendone caratteristiche, modi, temi, in un processo sincretistico che troverà un esito solo nella morte del re.
Quello che rimane dell'opera di Alessandro, più che la memoria delle sue battaglie, sono le conseguenze della sua opera globalizzante: lo sviluppo tecnologico d'epoca ellenistica, la nascita di nuovi mercati e di nuove tratte commerciali lungo il Mediterraneo e non solo, la diffusione della lingua e della cultura greca fino ai confini della Cina. Esiti, tutti, ancora oggi alla base della moderna cultura europea.
In particolare nel saggio viene messo in luce come l'aspetto economico, oggi come ieri, sia solo uno dei parametri attraverso cui possiamo giudicare i fenomeni complessi che riduciamo al nome di globalizzazione; oltre a questa accezione abbiamo la globalizzazione dei valori (si pensi alla diffusione dei diritti umani) e la globalizzazione fondata sull'orgoglio umano, ovvero il desiderio di autoaffermazione e di diffusione della propria identità. In particolare, quest'ultima accezione è quella che spiega, in seno alla globalizzazione, il riaffiorare di forme di nazionalismo o integralismo.
Secondo Liebert tuttavia, accanto a queste accezioni più note e diffuse, dovremmo contemplarne un'altra, quella per cui la globalizzazione si legherebbe ad un'identità personale (e collettiva), intermedia e indeterminata. A sostegno di questa tesi l'autore cita la Vita di Alessandro scritta da Plutarco. Dalla lettura dell'opera emerge il ritratto di un personaggio, Alessandro, fiero della propria origine macedone e regale fino al momento della conoscenza con Aristotele. La conoscenza con il filosofo di Stagira mette in discussione le certezze di Alessandro, che sembra, da questo momento, agire per accreditarsi come degno dei Greci, per cui prova profonda ammirazione. L'azione globalizzante di Alessandro partirebbe quindi da un'identità indeterminata in cerca di determinazione.
Qualcosa di simile accade, nuovamente ad Alessandro, dopo la conquista della Persia, quando nuovamente, giunto alla conoscenza di una civiltà molto diversa dalla sua e da ogni suo sospetto, Alessandro cerca di accreditarsi come degno di questa nuova cultura, assumendone caratteristiche, modi, temi, in un processo sincretistico che troverà un esito solo nella morte del re.
Quello che rimane dell'opera di Alessandro, più che la memoria delle sue battaglie, sono le conseguenze della sua opera globalizzante: lo sviluppo tecnologico d'epoca ellenistica, la nascita di nuovi mercati e di nuove tratte commerciali lungo il Mediterraneo e non solo, la diffusione della lingua e della cultura greca fino ai confini della Cina. Esiti, tutti, ancora oggi alla base della moderna cultura europea.
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