Quelle due o tre cosette che ho imparato sul grillismo



Foto: Repubblica.it

Allora, partiamo dal fatto che non ho la pretesa di parlare di tutto un complesso movimento come quello di Beppe Grillo, questo post è invece dedicato alla mia personale esperienza con uomini e organizzazioni che, nelle modalità adoperate, si richiamano al grillismo.

Cosa intendiamo con grillismo? Con questo termine mi riferisco all'atteggiamento tenuto nei confronti dell'opinione pubblica, alle modalità di relazione all'interno di organizzazioni complesse, ai comportamenti tenuti verso le istituzioni e i media che trovano come ispirazione il M5S e Beppe Grillo.

E allora, cosa abbiamo imparato?
In primis, il grillismo è un modo di essere tutt'altro che spontaneo o avventuristico, semmai lungamente studiato, artificioso e pericoloso. Volendo semplificare al massimo, si tratta di una forma di populismo che trova le sue basi in un miscuglio di riferimenti culturali più o meno semplificati, dalla critica culturale di Noah Chomsky alla destra sociale di tradizione europea. Il fondamento di questo modo di essere sta nell'idea che la volontà della maggioranza della popolazione è sempre e inderogabilmente giusta. La democrazia si risolve quindi nella mera esecuzione della volontà popolare così come si mostra attraverso la continua consultazione del popolo; consultazione che non potrà non avvenire attraverso strumenti semplificatori del reale, a partire quindi dal referendum popolare, sempre più trasformato in strumento plebiscitario.
Chi conosce la storia della democrazia, sia quelle dirette che quelle indirette o parlamentari, avrà qui già riconosciuto un primo pericolo, ovvero il rischio di trasformare, con gli antichi Greci, la democrazia in demagogia: democrazia è infatti un sistema in cui la maggioranza governa, ma senza mettere in discussione i diritti o l'esistenza stessa delle minoranze e delle opposizioni; nella demagogia invece non esiste possibilità di opposizione, perché l'opposizione, così come la differenza rispetto alla volontà della maggioranza, è sintomo di malafede, malattia, distorsione, malaffare. Pertanto minoranze, correnti, opposizioni interne ed esterne non sono gradite ai movimenti populisti, come infatti accade nel M5S.

Se però ci fermassimo qui, potremmo dire che il grillismo è semplicemente un atteggiamento tipicamente populista; tuttavia, c'è dell'altro.
Nel grillismo infatti è presente un forte radicamento nelle idee di una certa destra, quella destra sociale, tipica della tradizione europea, che in qualche maniera ha tentato di recuperare gli aspetti ritenuti salvabili della tradizione fascista, per riproporli come una forma di socialismo di destra. A questa destra sociale fanno capo alcune idee, apparentemente simili alle idee di sinistra, come l'attacco al sistema bancario e alle multinazionali, specie se agiscono nella finanza (a cui fa da contraltare un fantomatico ritorno alla terra e al verde), e, allo stesso tempo, la contestazione verso i sindacati e i corpi intermedi, avvertiti come interferenza rispetto al governo del popolo. Perché non si tratta di idee di sinistra? Perché in realtà, sebbene si parli genericamente di redistribuzione del reddito, non è presente tra le idee del grillismo l'abolizione della proprietà privata, semmai invece si propone come panacea per ogni male la piccola e media azienda, magari a conduzione familiare, lì dove le idee di un certo tradizionale paternalismo possono trovare più facilmente applicazione in una sorta di corporativismo dei nostri tempi.
Insieme a queste idee di carattere economico, il grillismo si connota come un modo di essere antiglobalizzazione, antieuropeista se non xenofobo, lì dove avverte nell'azione di entità esterne un possibile pericolo per la volontà popolare ed il popolo stesso: pericolo che non viene solamente dall'interferenza politica, ma dal mescolarsi delle idee e dal sopraggiungere di nuove visioni politiche all'interno del popolo. L'idea stessa di popolo, su cui si fonda il populismo, è poi particolarmente vaga e mai del tutto esplicitata. Cosa infatti sia questo popolo, chi lo componga, quali idee lo caratterizzino, quali valori, quali programmi, tutto ciò non è ben definito, semmai si rimanda ad un sentire comune che di volta in volta potrà cambiare e potrò essere reindirizzato da chi manipola l'opinione pubblica.

Il grillismo è quindi un'ideologia, malgrado il dichiararsi post ideologico. Il pretendere di essere l'unica verità possibile è tipico delle ideologie, il non volersi confrontare o compromettere con le idee altrui non ha nulla di diverso dalle metodologie usate dal fascismo dal comunismo, fino all'esclusione di ogni forma di dissidenza. Di preciso poi, il grillismo, nel suo richiamarsi a Rousseau, più che post ideologico è preideologico, una forma di estremo conservatorismo che  è paragonabile alle varie forme di esaltazione del primitivismo antiscientifico, che vede anzi nella cultura, nella scienza e nello sviluppo strumenti con cui il potere avviluppa e allontana dalla pura vita primitiva.

Ancora, e qui arriviamo al dunque, questo atteggiamento trova spesso realizzazioni pratiche pericolose, allorché, alle idee precedentemente elencate, formulate in maniera più o meno esplicita, si associa la presenza di entità complesse e poco trasparenti, volte ad indirizzare l'atteggiamento dell'opinione pubblica. Nell'azione pubblica dei movimenti che si richiamano al grillismo troviamo spesso, a scaturigine del movimento, la presenza di associazioni a scopo di lucro (più o meno dichiarato) o società private, guidate da uomini e dotate di strumenti capaci di manipolare l'opinione pubblica, facendo leva sulle paure più basilari e sulla distorsione dell'informazione. A corredo di queste associazioni sorgono infatti in maniera molto rapida una serie di canali di informazione (che spesso si trincerano dietro il diritto di satira o pongono la loro sede legale all'estero) che sfruttano abilmente la comunicazione gratuita sul web: vengono qui applicate metodologie di distorsione dell'informazione che nulla hanno a che fare con il giornalismo (presentare una notizia da cui sono state espunte informazioni che potrebbero essere contraddittorie, collocare i fatti nello spazio e nel tempo in modo che risultino favorevoli a chi scrive, evitare la ritrattazione, manipolare i dati, utilizzare titoli emozionali). In genere questi siti adoperano la pratica del clickbaiting, letteralmente "Esca da click", guadagnando in base agli accessi al sito e ai click sulle pagine, condivise a dismisura da troll professionisti sui social. Attraverso gli stessi canali poi vengono venduti, quindi con uno scopo di lucro che quasi mai viene manifestato, ma che anzi viene giustificato con la sopravvivenza stessa del movimento, libri, biglietti per la presenza a manifestazioni, corsi.

Un'altra caratteristica del grillismo è la manipolazione della lingua: il grillismo aborre il ragionamento complesso, sintomo di intellettualismo e di malafede (non per niente è spesso associato alle opposizioni, all'inciuciare, al lobbysmo): le verità sono tali perché immediatamente intellegibili tramite l'uso del buon senso, senza dover ricorrere al principio di falsificabilità. Il linguaggio del grillismo è volutamente contraddittorio, secondo i più noti principi del postmodernismo per cui non esistono fatti ma solo interpretazioni, tanto che si può parlare di nonstatuto, utilizzare termini per poi ritrattarli senza colpo ferire, etc. A questo atteggiamento si accompagna la costante tendenza verso il complottismo, come mistificazione della realtà indiscutibilmente più semplice, ad opera di poteri forti e occulti più o meno intercambiabili. Tra i movimenti che si richiamano al grillismo emergono così una o più figure carismatiche, capaci di strappare il telo di menzogne che comporrebbe la realtà, con la complicità di praticamente ogni autorità costituita, sociale, politica, morale, religiosa, scientifica, per dichiarare la nuova verità, immediatamente conoscibile da chiunque (lì dove qualcuno non dovesse riconoscerla, sarebbe, nuovamente, perché in malafede). Caratteristiche di questi leader però sono la loro comparsa dal nulla, spesso imposti dai suddetti organi di informazione, di cui sono a capo o di cui sono affiliati, tanto da poter presupporre una loro collusione (lì dove questa non sia dichiarata in maniera manifesta e provocatoria).

Per tutti questi motivi, il ricorso senza filtri all'opinione pubblica opportunamente manipolata, lo scopo di lucro esplicito o implicito, le pratiche distorsive della realtà, il manifesto odio verso le opposizioni e le minoranze, il grillismo è oggi uno dei fenomeni politici e sociali più complessi, preoccupanti e in ultima analisi pericolosi, per le possibili derive totalitarie.


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