L'impressione di un bel film: Happy family di Gabriele Salvatores
Foto: Wikipedia |
Di tanto in tanto mi ritaglio il tempo per scrivere qualcosa sul mio blog, malgrado la vita privata e quella lavorativa lascino sempre meno spazio a queste mie parole. Capita soprattutto che la voglia di scrivere venga dopo qualche fatto, dopo la lettura di qualche buon libro o saggio, o dopo la visione di un buon film. È questo il caso di oggi: perché Happy family, di Gabriele Salvatores, è in primis un buon film. Dettaglio non da poco, sceneggiatura e regia ammiccano a tanta parte del cinema e della letteratura degli ultimi cento anni, con un riferimento d'obbligo, ovvero Pirandello metateatrale.
Senza andare troppo nel dettaglio, la trama si dipana attraverso la scrittura da parte di un autore, Ezio, del suo prossimo film. Vediamo così i personaggi della vicenda prendere vita, comporre il quadro di due famiglie che paiono stare per intrecciarsi a causa di un matrimonio, che fallirà. Scopriamo che ognuno dei personaggi ha i suoi problemi, uno in particolare sta per morire di tumore. Deus ex machina della vicenda sarà il personaggio Ezio, alterego dell'autore, che farà da perno per l'intreccio. Qui arriva il primo colpo di scena, perché l'autore Ezio decide di troncare la vicenda, lasciarla con un finale aperto. Tuttavia la sua casa verrà invasa dai personaggi che imporranno, per rispetto del pubblico e di loro stessi, ad Ezio di portare a compimento l'opera. Ezio così dipana la storia, che porterà alla morte per tumore di Vincenzo e al matrimonio, anche se non quello programmato all'inizio della vicenda, bensì quello di Ezio personaggio e Caterina. Tutto finisce bene? Insomma, perché nelle ultime scene torniamo da Ezio autore, molto meno fortunato e brillante del suo personaggio, e soprattutto, solo. Ma il destino pare in procinto di cambiare, dato che, uscito di casa, finalmente Ezio autore trova il coraggio di parlare con la vicina di casa Caterina.
Come detto, il film si sviluppa in maniera piacevole, coerente e con un ottima regia. Le luci valorizzano l'espressività degli attori, un cast di tutto rispetto per la commedia italiana, mentre i riferimenti colti che costellano la trama fanno felice anche lo spettatore, o il lettore, in cerca di un prodotto commerciale ma di buon livello.
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