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Visualizzazione dei post da luglio, 2012

Perché piace Saviano: analisi del masochismo del PD

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Mai come in questi giorni, guardando le peripezie del PD, tutto impegnato nel massacrarsi da solo per evitare il rischio di vincere le prossime elezioni, mai come in questi giorni dicevo mi sono sembrati chiari quali sono i motivi del successo di Roberto Saviano fra gli elettori di sinistra. Una premessa: per molti aspetti Saviano rappresenta una sinistra atipica, che si occupa molto dei temi della giustizia e della sicurezza, temi in genere legati più alla destra. Eppure, Saviano spopola, soprattutto tra i giovani, perché? Beh, per rispondere, usando un espediente caro al protagonista di questo post, ecco una breve lista 1. Saviano è DAVVERO giovane, non come i finti giovani alla Renzi che dicono di voler rottamare il PD ma ne fanno parte ormai, in alcuni casi, da quasi vent'anni, dopo essere stati portaborse e schiavetti dei potenti di turno  2. Saviano non ha paura ad essere di sinistra, come invece sembrano averne tanti personaggi di dubbia utilità nel PD. Per es...

“Corrotti e nepotisti”: ecco come i cinesi parlano di noi - Linkiesta

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Yang Mei Ping Le aziende italiane sono per lo più a conduzione familiare, la famiglia così prevale ma «fare affidamento sul nepotismo spesso porta alla mediocrità del livello di management dell’impresa», L'analisi del quotidiano cinese Xin Wen Wan Bao, giornale con circa tre milioni di lettori su carta e alcune decine di milioni di lettori online a livello nazionale, è spietata verso noi italiani. Siamo «diffidenti verso la meritocrazia», si trova lavoro solo con «raccomandazioni e conoscenze» e la nostra società è così «carente di cultura civica e virtù civica» che «gli italiani non fanno mai la fila». Fino alla domanda: «l’Italia è destinati ad un declino senza sosta?». Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/italia-crisi-cina#ixzz227Cp9lkJ (Articolo originariamente apparso sul quotidiano cinese «Xin Wen Wan Bao» del 22 luglio intitolato: «La cultura Italiana influisce sul suo declino economico? - I business a conduzione familiare guidano l’economia; il nepotismo pervade le impr...

Da Milano una botta di civiltà, il registro delle unioni civili

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Almeno una buona notizia da Milano, ovvero l'approvazione del registro delle unioni civili, strumento che consentirà di tutelare tutte le coppie di fatto incrementandone diritti e doveri. Una "botta" di civiltà in un paese fermo che, inondato di numeri immaginari provenienti dal mondo della finanza, ha volutamente nascosto sotto il tappeto le questioni sociali e la tutela dei diritti. Perché proprio di diritti si tratta, e per chi non se lo ricordasse, il compito di uno stato è innanzi tutto quello di tutelare i diritti dei propri cittadini, di qualsiasi sesso e razza si tratti, in qualsiasi condizione economica, sociale e di salute. Sono questi i principi che dovrebbero muovere gli interessi di uno stato, non i fatturati delle banche e i rating di agenzie interessate. Per quanto riguarda poi le critiche che provengono da destra, di quanti parlano del principio per cui si vuole arrivare al matrimonio omosessuale, l'unica risposta possibile è che, no, non si trat...

Il giornalismo della destra italiana: forti con i piccoli, silenziosi contro il Cavaliere

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Provo un certo imbarazzo di fronte alla prima pagina de Il Giornale di oggi: imbarazzo, se non disgusto. Disgusto per un giornalismo schifoso, cieco, pronto a non vedere lo sfascio di vent'anni di governo del padrone e signore di questa testata, in compenso sempre propenso ad attaccare chi fa, con tutte le contraddizioni della vita, il suo lavoro.  Il Giornale nello stesso articolo attacca la procura di Palermo e quella di Taranto, perché? Perché hanno fatto il loro lavoro. Hanno addirittura, da un lato, osato indagare e intercettare conversazioni sulla trattativa tra Stato e mafia degli anni 90, e dall'altro lato chiuso uno degli scempi di cinquant'anni di malgoverno italiano, l'industria siderurgica ILVA di Taranto. Perché per il Giornale tentare di mettere in luce se negli anni Stato e mafia hanno dialogato (e non solo) come sembra evidente, è un reato di lesa maestà, e scoperchiare gli altarini, mettere in luce gli scheletri nell'armadio del nostro paese ...

Ancora su Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia e il Davenismo

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Una doverosa premessa: io non ho nulla di personale contro Alessandro D'Avenia, mio conterroneo, quasi coetaneo, anzi, se non fossi con lui in disaccordo praticamente su tutto, mi farebbe anche simpatia. Mi farebbe simpatia perché sono dell'idea che le cose che scrive lui le senta davvero. Il problema è che D'Avenia, in molto di ciò che scrive, sembra il campione di un cattolicesimo buonista e tutto sommato immobile. Nei suoi personaggi non riesco a vedere una vera evoluzione, una riflessione. Tutto mi sembra lasciato in mano ad una provvidenzialità dell'intervento divino, del volere di quel dio superiore a cui ci si affida senza se e senza ma. È una possibile soluzione, in una trama di romanzo come nella vita, ma oggi mi chiedo se sia la più adatta. Mi chiedo se nel ventunesimo secolo sia accettabile che tutto venga sempre lasciato nelle mani di qualcun altro, mi chiedo se i personaggi di un romanzo, anche se adolescenti, non debbano essere invece campioni di respons...

Tre volte all'alba, Alessandro Baricco

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Quando si parla di Baricco non si può mai davvero giungere ad una definizione univoca, stabilire se i suoi libri siano più frutto di ingegno o di arte. Come nel caso di Tre volte all'alba, tre racconti lunghi accomunati dal contesto temporale in cui si vanno a svolgere, l'alba a punto. Personaggi diversi, ma motivo comune è sempre il rapporto uomo donna, che al sorgere del sole confrontano le loro vite, i loro successi e le loro sventure, all'interno di storie che occhieggiano il poliziesco e il noir. Fra i tre racconti il primo è, a mio parere, il meno riuscito, mentre negli altri due Baricco riesce a trasmettere qualcosa al lettore, la sensazione di un barlume oltre le parole, quel giocattolo con cui troppo spesso si sollazza. Una buona lettura in fondo. Di certo non il capolavoro che alcuni critici e non hanno acclamato (certo che se teniamo come termine di paragone D'Avenia...) Postato con Blogsy

Margherita Dolcevita, Stefano Benni

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Quando Stefano Benni decide di scrivere un gran libro, c'è poco da fare. Come nel caso di Margherita Dolcevita, pubblicato nel 2005. La piccola ma mica tanto Margherita, senza pudori di sorta e senza mielose tra pseudo adolescenziali, come va tanto di moda oggi fra i lettori (adulti) guarda con occhio critico e sarcastico all'arrivo di nuovi vicini, iper tecnologici, benestanti, militaristi e apparentemente razzisti. Tutto mentre la sua famiglia viene invece vinta dalle novità e dalle paure della società contemporanea, sottomettendosi così a videogiochi, megaschermi, armi e xenofobia. La vicenda si conclude con un finale a sorpresa, mentre per tutto il romanzo il surreale e il fantastico fanno capolino fra le leggende metropolitane e le visioni di Margherita. Personaggio solo apparentemente comico, in realtà impegnato, ecologista, pacifista e in perenne lotta contro le discriminazioni del finto progresso. Un personaggio maturo, quello di Margherita, perfetto per un racconto la...

L’ultimo giorno di Borsellino | Il Post

L’ultimo giorno di Borsellino | Il Post

Borsellino, la morte fa più paura della mafia | Uomini e mouse

Borsellino, la morte fa più paura della mafia | Uomini e mouse

Al Senato blitz della Lega e del Pdl Colpito il principio di unità nazionale - Repubblica.it

Al Senato blitz della Lega e del Pdl Colpito il principio di unità nazionale - Repubblica.it

"La Spagna sull'orlo del fallimento Salvata dall'intervento della Bce" - Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it

"La Spagna sull'orlo del fallimento Salvata dall'intervento della Bce" - Economia e Finanza con Bloomberg - Repubblica.it

Dell'essenza di uno stato

Mettiamo che io sia già padre, mettiamo che io abbia cinque figli. Mettiamo che tutti e cinque lavorino e che io non abbia molti soldi. Allora smetterò di spendere tutti i miei denari per chiedere ai miei figli di collaborare, o almeno di badare a loro stessi, mentre io metterò qualcosa da parte per tempi peggiori, o mi godrò finalmente il riposo spendendo i miei soldi, magari nelle stesse attività che portano avanti i miei pargoli. Mettiamo che io sia già padre, mettiamo che io abbia cinque figli. Mettiamo che tutti e cinque non lavorino, o facciano fatica e che io non abbia molti soldi. Allora non smetterò di dare loro i miei soldi, anzi, per quel che potrò, dovrò aumentare le mie spese, perché io comunque qualche soldo in più di loro lo posseggo, ed è ora che devo mostrare di prendermi cura della mia prole, della mia gens. Mettiamo che io sia uno stato, e i miei figli siano i miei cittadini. Se smetterò di curarmi dei miei cittadini, della mia gente, nel momento in cui ess...

Provando a scrivere qualcosa di nuovo...

In attesa del meritato mare e di sapere cosa mi troverò ad affrontare l'anno prossimo, in attesa delle solite menate insomma, provo a scrivere. Colonna sonora: Queen, Jeff Buckely, Bob Dylan e i Dream Theater, e che il cielo ci assista...

La chiamano Austerity

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La chiamano Austerity e in nome di questo nome altisonante operano i tagli che noi poi viviamo sulla nostra pelle. Eppure non sono dei semplici pinco pallino quelli che smascherano questo mito, si tratta bensì di Keynes e di tutti i suoi discepoli, primo fra tutti Krugman, premio nobel per l'economia, tutti convinti che, dietro questo sostantivo propinato in lingua per renderlo più credibile, non si nasconda che il giochetto sporco di pochi potenti sottomessi al dio mercato. Ecco che dall'austerity c'è chi ha un guadagno ben preciso, come la Germania, mentre non si capisce bene perché il problema del debito pubblico sia una questione inderogabilmente aperta solo per la vecchia Europa. È un dato di fatto che né USA, né Giappone né Cina, per fare i primi nomi per importanza, si pongano il problema del debito, anzi. In caso di crisi queste economie immettono liquidità per permettere di superare agevolmente il periodo di stagnazione, si impegnano in lavori pubblici, incrementa...

Il vincitore, il mio nuovo racconto su Storiebrevi.it, votate!

Per chi volesse vedere pubblicato Il vincitore, il mio nuovo racconto su Storiebrevi.it, lo potete leggere, recensire e votare al seguente  link . Mi raccomando, votate numerosi!

Come una storia, da oggi al prezzo di vendita ONLINE di 9 Euro

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Come una storia : Juan Sebastian Anlachi è un uomo qualunque alle prese con le disavventure della vita ordinaria; soffre da qualche tempo di una frequente stanchezza, tanto da mettere a repentaglio il suo quieto vivere. La ricerca delle cause dei suoi problemi lo porta a mettere in luce una vita inattesa e parallela, fino ad essere coinvolto in un gioco folle di visioni, passioni e omicidi Come una storia - Sebastiano Valentino Cuffari

Filippo D'Angelo e il suo romanzo La Fine dell'Altro Mondo. L'intervista

Filippo D'Angelo e il suo romanzo La Fine dell'Altro Mondo. L'intervista

Come una storia

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Come una storia : Juan Sebastian Anlachi è un uomo qualunque alle prese con le disavventure della vita ordinaria; soffre da qualche tempo di una frequente stanchezza, tanto da mettere a repentaglio il suo quieto vivere. La ricerca delle cause dei suoi problemi lo porta a mettere in luce una vita inattesa e parallela, fino ad essere coinvolto in un gioco folle di visioni, passioni e omicidi

Da Bauman, Dentro la globalizzazione

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Limite, secondo Alberto Melucci, «vuol dire confine, frontiera, separazione; e perciò vuol dire anche riconoscimento dell'altro, del diverso, dell'irriducibile. L'incontro con l'alterità' è un'esperienza che ci mette alla prova: da essa nasce la tentazione di eliminare le differenze usando la forza, mentre da essa può anche generarsi la sfida della comunicazione, come sforzo che si rinnova costantemente» Postato con Blogsy

Ricerca, questa sconosciuta

Notizia del giorno: fra i vari tagli della spending review saltano all'occhio i duecentodieci milioncini di euro tagliati dalla ricerca. Sarebbe tutto normale, sacrifici che ogni settore fa per sopravvivere alla crisi imperante. Se non fosse che poi con un decretuccio ad hoc vengono dati altri duecento milioni alle scuole private (ne parlavo giusto  qui ). Ora, io non vorrei fare il saccente, quello del "ve l'avevo detto", ma così, anche solo per buona creanza, anziché dare questi dindini alle scuole private che, ad occhio, bisogno non ne avrebbero, non si potrebbe lasciarli alla ricerca o quanto meno darli al MIUR in modo da distribuirli più equamente? Sarebbe così sbagliata come cosa?

Quanto stiamo messi male

Quanto stiamo messi male se, ancora, tagliamo su una scuola pubblica già malandata per dare ancora soldi alle scuole private? E non mi si venga a dire che quei soldi erano già previsti perché il governo Monti non si è fatto problemi nel tagliare anche fondi pregressi se inutili. Purtroppo però in certi casi gli sprechi e le offese al pubblico pudore non vengono e non verranno mai meno Benvenuti in Italia!

Sicilianità, ovvero il becero leghismo siciliano

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Sulle pagine di questo blog mi sono spesso scagliato contro il leghismo, così come i più lo conoscono, ovvero quello della Lega Nord e dei suoi sgherri. La stupidità dei luoghi comuni e del razzismo di questo p artito non deve però fare credere che la mia sia tout court una causa meridionalista, anzi. Il leghismo è purtroppo un cancro ben presente anche nel meridione, sotto diverse forme. Forse anzi è sempre stato più presente al sud che al nord. Prendiamo il caso della Sicilia, del concetto di sicilianità tanto caro  agli abitanti della cara Trinacria. Ecco, ad analizzare tante di quelle virtù di cui si fanno vanto i siciliani, non ne escono altro che luoghi comuni o difetti, anche gravi, anziché pregi. Innanzi tutto il siciliano, rispetto al resto degli italiani, vanta una certa elasticità mentale, che applica nei più diversi campi: istruzione, lavoro, tempo libero. A ben guardare però questa presunta elasticità non è altro che un'indomita e atavica voglia di contravveni...

È finita: considerazioni di fine anno scolastico

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Anche quest'anno scolastico se n'è andato: sembra ieri quando ho iniziato ad insegnare alle mie prime due classi, una quarta e una quinta ginnasio, e oggi, ancora ogni tanto riesco a tenermi in contatto con quei ragazzi, quelli più grandi di loro stanno ultimando l'esame di maturità. Insomma, gli anni passano. L'esperienza di quest'anno è stata toccante: mi sono trovato a dover affrontare situazioni che non m'erano mai capitate, forme di disagio complesse e intelligenze fini, anche se ancora spesso acerbe, vista l'età dei miei alunni (scuola media) da coltivare. Anche quest'anno ho imparato più io dai miei alunni e dai miei colleghi rispetto a quanto ho potuto insegnare. Certo, fosse per me abolirei gli esami, li trovo spesso inutili e fuorvianti, ma vabbè, la scuola è anche questa. Mi avrebbe fatto piacere poter usare di più gli strumenti digitali, magari esplorare la rete con i miei alunni, visto che spesso ne sono in balia, ma non c'è stato...