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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7f/Tomba_Della_Fustigazione.jpg La sessualità nell’antichità viene spesso considerata in maniera indistinta e, altrettanto spesso, si ha la presunzione di credere che sia stata la modernità a scoprire la libertà sessuale e a conoscere pratiche e differenze sessuali prima ignote. In realtà questo pregiudizio va sfatato, e del resto, se ci fermiamo già solo all’antichità classica, numerose fonti epigrafiche, opere letterarie e opere d’arte ci mostrano un mondo ben diverso rispetto a quello che comunemente pensiamo. Va subito detto che la sessualità, nel mondo antico, ha a che fare con i rapporti gerarchici e le pratiche religiose in maniera molto più evidente e onesta che nella nostra società. Per quanto riguarda la sessualità nella pratica religiosa, l’astinenza rituale esiste anche nell’antichità, si pensi ad esempio alle vestali romane, ma, cosa ignota in epoca moderna, esiste anche una prostituzione rituale che coinvolge talor...
Quando, agli esordi degli anni '90 del Ventesimo secolo, usciva Castelli di rabbia di Alessandro Baricco, il libro poteva realmente apparire come una novità nel panorama letterario dell'epoca. Gli anni '80 infatti erano stati, per la narrativa italiana, un'epoca di conformismo e massificazione: d'improvviso nel panorama letterario mainstream questo giovane, appena sopra i trent'anni, si proponeva come riformatore (rottamatore?), causando con la sua opera prima una serie di fraintendimenti che, forse, falseranno la sua opera successiva. Baricco, infatti, nel suo Castelli di rabbia appare come un ardito sperimentatore (e la sua storia letteraria invece lo mostrerà poi un solerte colezionista di idee altrui), sia dal punto di vista tematico, che sui piani della struttura e della lingua. Come nella migliore tradizione postmoderna, ciò che prevale in Castelli di rabbia è l'aspetto ludico: Baricco gioca; il problema sta nel fatto che gioca da solo. La vicenda ra...
Foto di Thanks for your Like • donations welcome da Pixabay D’Annunzio, la vita per la bellezza Sin dalla pubblicazione delle sue prime opere, Gabriele D’Annunzio è sempre stato capace di destare meraviglia, stupore e scandalo, tanto da crearsi addosso una patina di invidia e di rancori dura a sparire. Questi sentimenti di malcelato disprezzo nei confronti di questo autore trovano spesso una ragione ancora più forte di esistere nella scelta di aderire alle idee del Fascismo. Nondimeno Gabriele D’Annunzio è uomo del suo tempo: vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, l’autore è attore e artefice di quelle che sono le idee diffuse tra gli intellettuali del suo tempo, quel variegato sistema di idee e paure che viene chiamato Decadentismo. Per i motivi sopra elencati, riguardo all'opera di Gabriele Rapagnetta, in arte D'Annunzio, è da tempo aperto un controverso dibattito. In sostanza, la questione che si pone è la seguente: quello dannunziano è reale Estetismo...
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