Il giornalismo della destra italiana: forti con i piccoli, silenziosi contro il Cavaliere

Provo un certo imbarazzo di fronte alla prima pagina de Il Giornale di oggi: imbarazzo, se non disgusto. Disgusto per un giornalismo schifoso, cieco, pronto a non vedere lo sfascio di vent'anni di governo del padrone e signore di questa testata, in compenso sempre propenso ad attaccare chi fa, con tutte le contraddizioni della vita, il suo lavoro. 
Il Giornale nello stesso articolo attacca la procura di Palermo e quella di Taranto, perché? Perché hanno fatto il loro lavoro. Hanno addirittura, da un lato, osato indagare e intercettare conversazioni sulla trattativa tra Stato e mafia degli anni 90, e dall'altro lato chiuso uno degli scempi di cinquant'anni di malgoverno italiano, l'industria siderurgica ILVA di Taranto.
Perché per il Giornale tentare di mettere in luce se negli anni Stato e mafia hanno dialogato (e non solo) come sembra evidente, è un reato di lesa maestà, e scoperchiare gli altarini, mettere in luce gli scheletri nell'armadio del nostro paese è troppo, forse perché negli ultimi vent'anni di memorabili sortite tra il lerciume della politica italiana il signore  e padrone de il Giornale è sempre presente. Lo stesso discorso vale per il caso ILVA, industria che da cinquant'anni, sotto gli occhi (chiusi) della politica clientelare, che, a quanto pare, il Giornale difende, avvelena i Tarantini e non solo. Ma tutto questo non conta, si doveva rimanere nello status quo, e la colpa è sempre della magistratura, mai di quelle maggioranze di destra e sinistra che nel corso degli anni hanno permesso questo schifo.
Peccato poi che il Giornale sia sempre così ligio al dovere nell'attaccare senza prove i nemici del suo Cav, peccato poi mettere in piccoli trafiletti smentite stentate, come si ricorda per i casi Boffo, Fini e Marcegaglia. Peccato che Feltri sia uno dei giornalisti con più denunce e condanne a carico, peccato che le indagini abbiamo dimostrato come Belpietro si sia inventato un attentato pur di innescare un clima di tensione.
Ma tutto questo non conta, l'importante è essere forti con i deboli e ossequiosi al real deretano del Cav.

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