Cyberpunk: Edgerunners
Cyberpunk: Edgerunners è un anime, prodotto dallo studio Trigger in collaborazione con la software house CD Projekt, ispirato e prequel del videogioco Cyberpunk 2077. A sua volta il videogioco è ispirato al Gioco Di Ruolo cartaceo Cyberpunk 2020, ideato da Mike Pondsmith e pubblicato in prima edizione nel 1988.
L'anime, disponibile su Netflix, è ambientato nella città immaginaria di Night City e racconta la storia di un ragazzo, David, che rimasto orfano, abbandona gli studi per entrare in una gang di cyberpunk, iniziando a manipolare il proprio corpo con innesti tecnologici sempre più potenti e letali per se stesso e per gli altri, con l'unico scopo di arrivare alla fine a colpire una corporazione a cui attribuisce tutti i guai e i fallimenti della propria vita.
La storia di questo anime è ovviamente largamente ispirata all'immaginario di riferimento, quello di una ormai vasta produzione a tema proprio cyberpunk che nasce con le produzioni di William Gibson. Rimanendo nel mondo degli anime, tuttavia, questa produzione mostra tutti i suoi limiti se la si mette a paragone con alcuni capolavori del genere (anche presenti sulla stessa piattaforma Netflix). Se si compara Cyberpunk Edgerunners con recenti produzioni come Spriggan (quello di Netflix, non il film, peraltro pregevole del 1998), Nighthead 2041 o, meno recenti, come Ergo Proxy o Cowboy Bepop, si evidenzia quanto il racconto sia piatto, non lasci spazi all'introspezione, all'approfondimento, a diverse chiavi di lettura. Risultano infatti totalmente assenti piani che sono tipici in realtà del cyberpunk, ovvero la scoperta del sé, dell'interiorità a dispetto o grazie alle macchine, l'elemento religioso e/o filosofico, tutte cose presenti invece nelle opere appena citate.
Se poi si volesse comparare questo Cyberpunk con le grandi trasposizioni del genere del passato, opere come Akira o Ghost In The Shell, anche nelle sue versioni seriali, gli sono nettamente superiori, sia nella narrazione dei personaggi e della loro personalità, sia in un altro elemento fondamentale del genere: la caratterizzazione dell'ambiente. Sia Akira che Ghost In The Shell adoperano magistralmente le location di Tokyo e di Honk Kong nella creazione di eterotopie, di luoghi che sono luoghi reali e al contempo altro, specchio di altri luoghi del passato, del presente, del futuro, del desiderio o della paura; al contrario il paesaggio di questo Cyberpunk è stereotipato, generico, tutto sommato vuoto e dimenticabile, esattamente come quello della trasposizione cinematografica di Ghost In The Shell di Sanders.
In conclusionne Cyberpunk Edgerunners rappresenta una versione debole e stereotipata del genere, senza pretese di originalità, forte solo di un comparto artistico tutto sommato ben realizzato, un po' come capitò qualche anno fa ad Appleseed Alpha, ma con un livello di approfondimento e una qualità narrativa che non supera approcci commerciali al genere come quelli della, pur di successo, serie di Bubblegum Crisis.
Commenti
Posta un commento