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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

La rivoluzione del paese che passa per la scuola

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foto: Metronews Qualche giornale si degna di parlarne, come fa Metronews con l'articolo dell'ottimo Salvo Amato , o come Repubblica e Il Messaggero , dando però più spazio ai cortei sindacali. Una forza politica, il Movimento 5 Stelle, pur non avendo nulla a che fare con la protesta, tenta di prendersene il merito .  Eppure ieri sera in tutta Italia è accaduto qualcosa che fino ad ora nel nostro paese non si era visto: una protesta, quella degli insegnanti della scuola pubblica, nata dai social network, senza leader dichiarati e senza, almeno fino ad oggi, reali interferenze partitiche o sindacali. O meglio, per essere chiari, i partiti o i sindacati cercano e cercheranno di canalizzare la protesta dei docenti verso i loro programmi, ma fino a questo momento il malcontento della classe docente ha visto una netta preponderanza della canalizzazione attraverso i social e i gruppi ad essi dedicati, in primis su Twitter e su Facebook. In questo contesto il gruppo di La Vera ...

La teoria della botta di culo e le settecento lapidi

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foto: ansa.it La verità che non ci stiamo raccontando, e che continueremo a non raccontarci, dopo la tragedia dei settecento migranti nel Canale di Sicilia, è che fondamentalmente ci siamo costruiti intorno un sistema fondato sulla botta di culo. Non cè un motivo valido per cui io, Sebastiano, nato a Catania il 14 Febbraio del 1982, possa vivere in una certa condizione, diciamo di agiatezza, e Ahmed o Jun, nati a Tunisi o in un villaggio cinese, nati nello stesso giorno e nella stessa ora, debbano fare la fame. Viviamo in un sistema in cui l'essere nato in un certo posto e all'interno di una certa famiglia, se non può dare la certezza della sopravvivenza, dà sicuramente più speranze. Questa, al mio paese, si chiama botta di culo. Botta di culo è stata per me la possibilità di crescere in una famiglia che ha potuto provvedere ai miei studi, botta di culo è stato che i miei genitori potessero permettersi di mandarmi lontano da casa per prend...

Poesia italiana tra avanguardie e totalitarismi

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Poesia italiana tra avanguardie e totalitarismi from Sebastiano Cuffari

#laverascuola gessetti rotti contro la #buonascuola di Renzi in prima pagina su Metro

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Stavolta dovranno essere ascoltati i docenti italiani. Sarà il primo cittadino della Repubblica ad ascoltarli: il presidente Sergio Mattarella. Perché ad oggi, in soli pochi giorni, hanno superato quota cinquantatremila nella raccolta firme su change.org, petizione relativa a un punto preciso del Ddl scuola in discussione in Parlamento. La petizione contro la chiamata diretta dei docenti ha superato le 53 mila firme. http://t.co/7uxntBE5AU @tonysaccucci @sebascuffari — giampaolo roidi (@giampaoloroidi) April 11, 2015 Continua a leggere su  Scuola, 53 mila firme contro la chiamata diretta su Metronews

Diciamo no ad una scuola di indifferenti - Metronews

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#LAVERASCUOLA Se uno stato, malgrado i richiami che arrivano dal 1984, arriva a torturare dei ragazzi, poco più grandi dei nostri alunni, in una scuola e avviene la "più grave sospensione dei diritti umani in un paese democratico occidentale dalla fine della II Guerra Mondiale" (Amnesty International), qualche domanda ce la dobbiamo fare tutti. Se questi ragazzi, provenienti da tutto il mondo, vengono torturati perché esercitano la loro capacità critica, magari a sproposito, noi insegnanti che cosa ne dobbiamo dedurre? E se ciò avviene nella gran parte dei casi nella non curanza della gente? Cosa dobbiamo pensare noi? Che responsabilità abbiamo noi? Continua a leggere su Diciamo no a una scuola di indifferenti su Metronews

Panebianco e il MUOS

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Che brutto articolo quello di oggi di Angelo Panebianco, pubblicato sul Corriere della sera, sull'ordinanza di sequestro del MUOS da parte della procura di Caltagirone. Brutto perché retorico, di una becera retorica di allarmismo e di regime, e brutto perché logicamente fondato sul nulla. L'assunto del politologo è che sia inammissibile che il TAR o le procure possano bloccare un'opera da cui dipenderebbero la sicurezza nazionale e i rapporti di politica estera del paese. Nel sostenere la sua tesi Panebianco parla di un rischio crescente nel Mediterraneo, a fronte di pericoli per la salute tutti da provare. La dimostrazione di Panebianco si bassa su una fallacia logica, ovvero la critica di un fatto adducendo conseguenze estreme e inprovate. Panebianco parla di sicurezza nazionale e di attacchi provenienti dalla Libia, ma occorre ricordare che nessun attacco è ad oggi partito dalle coste africane verso l'Europa: Panebianco cita i missili del 1986 di Gheddafi, ovve...