Panebianco e il MUOS



Che brutto articolo quello di oggi di Angelo Panebianco, pubblicato sul Corriere della sera, sull'ordinanza di sequestro del MUOS da parte della procura di Caltagirone. Brutto perché retorico, di una becera retorica di allarmismo e di regime, e brutto perché logicamente fondato sul nulla. L'assunto del politologo è che sia inammissibile che il TAR o le procure possano bloccare un'opera da cui dipenderebbero la sicurezza nazionale e i rapporti di politica estera del paese. Nel sostenere la sua tesi Panebianco parla di un rischio crescente nel Mediterraneo, a fronte di pericoli per la salute tutti da provare.
La dimostrazione di Panebianco si bassa su una fallacia logica, ovvero la critica di un fatto adducendo conseguenze estreme e inprovate. Panebianco parla di sicurezza nazionale e di attacchi provenienti dalla Libia, ma occorre ricordare che nessun attacco è ad oggi partito dalle coste africane verso l'Europa: Panebianco cita i missili del 1986 di Gheddafi, ovvero armi e fatti di 30 anni fa: dal punto di vista militare e politico, un'era fa, tanto varrebbe parlare della conquista araba del VII secolo d. C..
Il giornalista poi sostiene che i danni alla salute causati dal MUOS sarebbero tutti da provare, rovesciando la verità dei fatti, dato che non esistono dati certi né sulla reale potenza del MUOS né sulla “dispersione fuori dall’asse di fasci di microonde”. Insomma, anche se poco probabili, i rischi per la salute causati dal MUOS sono comunque più plausibili di un rischio sicurezza mai concretamente realizzatosi.  
Infine, che il giudice amministrativo possa bloccare le decisioni politiche, sulla base della legittimità delle scelte e sulla correttezza dal punto di vista normativo, appartiene al normale funzionamento della democrazia. Parlare di decisioni in situazioni d'eccezione equivale a dire che ci si trova in un momento di sospensione della democrazia. Forse è così, ma allora, anziché dirlo solo con giri di parole, occorrerebbe avere il coraggio di sostenere questa posizione apertamente. Per Panebianco non è il momento delle decisioni prese democraticamente né della legittimità delle opposizioni. Suona più chiaro così, no?


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