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Visualizzazione dei post da novembre, 2011

Camillo Langone: "chiudere qualche facoltà per aprire più reparti maternità”

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Poi sembra che uno ce l'ha con loro, che per forza tenta di sputtanarli. No, è che semplicemente si sputtanano da soli, fanno tutto da soli, ogni santo giorno, a noi blogger tocca semplicemente di raccogliere i cocci dei loro deliri e commentarli, riderci su perché non vedo altro da farsi. Parliamo per assurdo, su: diciamo che un quotidiano, in quota PDL (per dire), finanziato con i soldi dello stato, pubblica un articolo di un certo Camillo Langone, di cui, scartabellando sulla rete, si trovano certe perle che non vi dico. Sempre continuando per assurdo mettiamo pure che questo giornalista dica una cosa tipo questa, che la ricetta per risolvere la crisi di natalità in Italia sarebbe "“di chiudere qualche facoltà per aprire più reparti maternità”. O, detta in altri termini, di impedire alle donne di proseguire gli studi per metterle a sfornare figli. E magari se facessero anche indossare una casacchetta nera ed un fascio littorio, sarebbe bene. Ma del resto il giornal...

Tullio De Mauro e l'analfabetismo in Italia

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Uno di quei temi a cui in Italia pare non si voglia dare ascolto. Ciclicamente Tullio De Mauro pubblica i dati sull'analfabetismo in Italia, e di volta in volta questi numeri divengono sempre più sconfortanti, sotto certi aspetti, o almeno sorprendenti. Di cosa parliamo? Innanzi tutto va chiarito in che termini parliamo di analfabetismo: proprio qualche giorno fa, spiegando ai miei alunni il valore dello studio come attività non direttamente rivolta ad un fine pratico, discutevo con loro proprio del fenomeno sconfortante dell'analfabetismo di ritorno. Dobbiamo quindi in primo luogo distinguere: da un lato abbiamo l'analfabetismo classico, quello comunemente conosciuto, ovvero l'analfabetismo di coloro che, non avendo mai avuto occasione di studiare, non possiedono le competenze per la lettura e la scrittura. Questo fenomeno, va detto, in Italia è quasi sconfitto, attestandosi su un 5% della popolazione che può essere benissimo considerato un dato fisiologico. Ben altro ...

#nellamiabiblioteca, e nella vostra?

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L'hashtag del giorno è davvero interessante, #nellamiabiblioteca, ovvero l'elenco dei libri più letti, desiderati e odiati dal popolo di Twitter. E non manca qualche sorpresa, come del resto già accadatuto nel caso dell'hashtag #sopravvalutati. Come da copione troviamo alcuni libri che per le nuove generazioni sono dei must: Harry Potter, i libri di Fabio Volo (vi prego, no, per carità, almeno questo no), insieme ad alcuni libri che non dovrebbero mancare fra gli scaffali di qualsiasi libreria. Coelho così trascorre il suo tempo assieme a Bradbury, Orwell, Tolstoj, Calvino. Arriva poi qualche piacevole sorpresa, autori che magari in Italia non sono poi così noti, se non fra gli appassionati: Carver, Saramago e, sorpresa delle sorprese, Neil Gaiman, fumettista e scrittore, sceneggiatore per il cinema. Insomma un artista davvero a tutto tondo. C'è da sperare allora?

Refrain

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dei poeti ammiro le parole il loro soffio fra le righe il loro vento fra le corde del cuore, un sibilo stremato della vita ammiro la voluttà il suo rincorrersi incessante la febbre sulla pelle che del ricordo mormora paziente ma del sogno ammiro il silenzio che di tutto allevia il peso e dalle speranze inconsistente nuda la realtà scava attonita

Correggere verifiche, deliri di impotenza e non solo

Correggere verifiche è una di quelle attività che ogni insegnante eviterebbe come la peste: quasi sempre noiose, volutamente schematiche per permettere anche all'allievo più somaro di inventarsi una qualche minima risposta. Spesso si è costretti ad inventarsi improbabili domande a risposta chiusa, freccette che zigzagano allegramente per la pagina in cerca di una qualche mano più o meno esperta che le faccia combaciare, le metta in relazione. Inutile dire il nostro smarrimento quando, dopo giornate di fatica nel preparare queste benedette verifiche a prova di impedito, assistiamo spenti alle domande più idiote e alle facce perse nel nulla di una classe, in cerca di una risposta che dovrebbe, penso, sbucare miracolosa dal crocifisso dietro di me, o, meglio ancora, comparire dal nulla da qualche lago disteso sopra il planisfero. Perché, sia chiaro, di studiare non se ne parla, sarebbe troppa fatica e troppa soddisfazione per gli insegnanti, non mi sembra il caso. In questi casi allor...

Italiani, quando serve

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Penso che chiunque, già solo dal titolo, sappia di cosa sto per scrivere: ovvero di quella comica tendenza di una parte politica e non solo in Italia a richiamarsi all'Italianità solo quando serve. Cioè quando può servire a discriminare qualcuno. I più deboli, se possibile: quelli su cui far ricadere tutte le colpe quando conviene, da sfruttare quando serve. E chi c'è di più debole dei bambini? Allora prendiamocela con loro: colpire uno per educarne cento, come sempre. Certo, sono punti di vista, ma è davvero difficile da spiegare ai miei alunni che loro che vivono in Italia dalla nascita, parlano italiano, qualcuno meglio, qualcuno peggio dei loro coetanei, vivono le stesse esperienze, le stesse necessità, loro però non sono italiani. Mentre magari il figlio di un Italiano all'estero venuto in Italia per due anni, lui sì che è italiano a tutti gli effetti, anche se parla un dialetto biascicato o l'Inglese, non sa nulla di cosa si fa in Italia e di come si...