Italiani, quando serve
Penso che chiunque, già solo dal titolo, sappia di cosa sto per scrivere: ovvero di quella comica tendenza di una parte politica e non solo in Italia a richiamarsi all'Italianità solo quando serve. Cioè quando può servire a discriminare qualcuno. I più deboli, se possibile: quelli su cui far ricadere tutte le colpe quando conviene, da sfruttare quando serve.
E chi c'è di più debole dei bambini? Allora prendiamocela con loro: colpire uno per educarne cento, come sempre. Certo, sono punti di vista, ma è davvero difficile da spiegare ai miei alunni che loro che vivono in Italia dalla nascita, parlano italiano, qualcuno meglio, qualcuno peggio dei loro coetanei, vivono le stesse esperienze, le stesse necessità, loro però non sono italiani. Mentre magari il figlio di un Italiano all'estero venuto in Italia per due anni, lui sì che è italiano a tutti gli effetti, anche se parla un dialetto biascicato o l'Inglese, non sa nulla di cosa si fa in Italia e di come si viva qui. Benvenuti nel Belpaese, lì dove l'accoglienza è d'obbligo.
Del resto lo Ius Soli appare sempre più come qualcosa di medievale, astratto. L'idea che l'italianità la si erediti dai geni, che non sia un dato culturale in primo luogo. Tanto da arrivare al paradosso che chi professa l'italianità nei confronti dei bambini apolidi nati in questo paese, lui stesso poi, in nome di una purezza di razza, quella padana, tutta da dimostrare, millanti poi secessioni sempre più imminenti quanto sempre più fantasiose. E allora datemi i miei alunni figli di immigrati, permettete loro di essere italiani davvero, forse vi sorprenderanno: vi mostreranno come essere italiani sia innanzi tutto essere degli uomini uniti da una cultura e da una lingua, da mille sfaccettature, multiculturali prima ancora di saperlo, vittime e carnefici delle mille popolazioni che ci hanno invaso per essere vinte dai nostri geni, quelli sì, dell'intelletto che tanto hanno fatto grande questa penisola. Tutto il resto non è altro che il vaneggiare dei mille leghismi che fa da contorno al buon senso sempre più sopito in questa terra.
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- “Camilleri per la Campagna di riconoscimento di cittadinanza per i figli di stranieri nati in Italia. Anche la Federazione delle Chiese evangeliche italiane (FCEI) sostiene la campagna, perchè siamo tutti "fratelli d'Italia !"
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