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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

Giocare con la lingua, Oblio, D. F. Wallace

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Lo strumento principale di ogni scrittore contemporaneo è, a mio avviso, la lingua: in un certo senso, dimmi che lingua usi e ti dirò chi sei. Quasi sempre le scelte linguistiche degli scrittori sono consapevoli, l'uso di sintagmi, frasi, periodi, persino un certo font piuttosto che un altro, tutto ciò appartiene al patrimonio di strumenti che uno scrittore adopera consapevolmente. È vero pure che alcuni scrittori preferiscono una lingua poco curata, una scrittura di getto, ma anche in questo caso, a ben vedere, si tratta di una scelta e di una volontà stilistica ben precisa. Raramente però ci si imbatte in scrittori in cui l'uso della lingua arriva ad una profondità così abissale da toccare la riflessione filosofica: è il caso del sempre più compianto David Foster Wallace e del suo libro Oblio, racolta di racconti in cui, tra gli altri temi, non può non spiccare la riflessione linguistica, spinta ai limiti del parossismo....

La conoscenza

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Un uomo che non protesta per la conoscenza e per i suoi diritti, che uomo è?

Pascale, Berlusconi e la decadenza di Santoro

Servizio Pubblico, la trasmissione di Michele Santoro ,essa in onda su La7, ha fato registrare ieri sera l'ascolto più alto della serata. Bene, anzi no, male, malissimo, perché la trasmissione di ieri sera è stata una delle cose più indecenti trasmesse di recente dalla televisione italiana, e lo dico da antiberlusconiano convinto. Tutta la trasmissione si è incentrata sul caso di una delle tante donne che girano e giravano intorno all'ex primo ministro Silvio Berlusconi e sul premio farlocco per lei inventato al festival del cinema di Venezia per farla felice. La donna infatti, con l'aiuto di Mr. B. Aveva ottenuto i fondi dalla RAI per produrre un film e presentarlo al festival. Una storia già nota, dato che questo scandalo risale ad anni addietro. Ma PR aggiungere pepe allo scandalo dei soldi pubblici spesi in malo modo, ecco che viene fuori il lato pruriginoso della vicenda, di cui non dirò nulla per il semplice fatto che di esso non me ne frega null...

Contro lo sport agonistico e le scuole calcio in età adolescenziale

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  Il titolo di questo post fa riferimento allo sport agonistico nell'età adolescenziale, ma, per evidenti motivi culturali, in questo paese il titolo del post non può non fare riferimento al calcio. In molti avranno letto in questi giorni l'inchiesta, comparsa su Repubblica, sulle scuole calcio e il business che le muove. In molti quindi avranno letto i numeri di questo business: parliamo di circa settemila scuole calcio in tutto il paese, numeri da scuole dell'obbligo insomma, se non, in certi casi, una diffusione più capillare della scuola stessa. Tutti noi insegnanti abbiamo avuto o abbiamo a che fare con alunni che praticano il calcio, anche a livello agonistico: chi di noi poi insegna in quella creazione del duo Gelmini/La Russa chiamato impropriamente Liceo Sportivo deve vedersela ogni giorno con classi di trenta circa aspiranti calciatori o giù di lì. Molti di loro stanno solo vivendo un'illusione, come è facile immaginare. Stando all'inchiesta citata...

Sulle parole di Giovagnini

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Onestamente non capisco il perché della polemica sulle parole del ministro Giovagnini. Per intenderci, il ministro ha definito "inoccupabil" gli Italiani a seguito della pubblicazione dei dati OCSE che certificano, come già si sapeva, le scarsissime competenze dei nostri compatrioti nella comprensione e nell'uso della lingua italiana e nella matematica. Dati già immaginabili, dicevo, se pensiamo a quanto già pubblicato da Tullio De Mauro, che parla di un settanta per cento di Italiani che non comprendono un testo complesso. Di fatto, piaccia o no, gli Italiani rispetto ai coetanei degli altri paesi OCSE sono inoccupabil o comunque destinati a mansioni inferiori. Polemica inutile, quindi. Piuttosto occorrerebbe discutere dei perché. Inutile risulta l'intervento di Vittorio Feltri che riduce il problema alla mancanza di competenze pratiche, sdoganando l'ignoranza come un problema di poco conto per chi si dedicherà ai lavori manuali. Insomma, un articolo figli...

Apologia di Kenshiro (Hokuto No Ken) e varianti

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Talvolta guardo questo mio blog e mi chiedo se manchi qualcosa, così inizio a spulciare fra i vari articoli e le varie sezioni e mi accorgo di qualche lacuna, di qualche articolo che avrei voluto scrivere e che non ho trovato il tempo di mette giù. Così mi ci arrovello per settimane, perché quando hai voglia di fare qualcosa, di solito, il tempo per farla non c'è mai. Così è successo per Kenshiro, famosissimo manga di Tetsuo Hara e Buronson, uscito in quegli anni ottanta che tante perle ci hanno regalato. Una serie che ha segnato fortemente una generazione di mangofili, malgrado il bando dalle reti nazionali per la sua violenza. Kenshiro, Ken, l'ultimo erede della scuola di arti marziali di Hokuto, si aggira per il mondo in cerca della sua amata Giulia, rapita dal compagno di giochi nonché arcinemico Shin. Ma questo è solo l'inizio, perché Giulia passa di mano in mano neanche fosse una bambola gonfiabile, fino alla scoperta del suo essere l'imperatrice dello s...

Adolescenti

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Puzzare come d'autunno Sotto gli alberi le foglie morte

Uno a zero, ma attenzione al contropiede.

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  Dopo il voto di fiducia in Parlamento e la spaccatura di fatto del PDL, va riconosciuto a Letta di essere riuscito in qualcosa in cui il PD da anni fallisce, vincere. Letta ha vinto una battaglia parlamentare contro chi lo voleva fare cadere, certo, giocando d'attacco sul fronte nemico, lusingandone l'area governativa, inducendola a creare un filone sempre più vicino a CL (e solo il destino conosce quanto pagheremo in futuro questa decisione). Ma si tratta della vittoria di una battaglia, non di una guerra. Certo, sembra vero che da oggi Berlusconi conti molto meno in Parlamento, ma ne siamo sicuri? La scelta apparentemente ridicola del fare retromarcia e votare la fiducia ha in realtà una sua logica: mette in difficoltà gli scissionisti mostrando un lato ragionevole del leader e lo fa ancora salire sul carro del vincitore, ben consapevole di come la memoria degli Italiani abbia breve corso. Quando ci sarà da vantare il governo Letta, anche Belusconi lo potrà fare, ment...