Spesso e volentieri si sente dire che il pubblico, la massa ha per certi versi il diritto di non sapere e di delegare ad altri decisioni, anche fondamentali, su questioni di rilevanza morale, economica, politica e tecnica. Tutto questo perché nella nostra società la condizione d'ignoranza è considerata, a punto, non solo una condizione ma anche un diritto inerente la vita privata (fermo restando che poi ciascuno dovrebbe assumersi le responsabilità per le proprie scelte e, in un caso simile, non dovrebbe poi poter protestare nei confronti delle scelte prese da altri che egli stesso ha delegato in sua vece). Ma l'ignoranza può essere veramente un diritto? L'istruzione e l'informazione, così come il voto, possono essere non solo un diritto ma anche un dovere? Si rischierebbe forse di approdare allo stato etico, spauracchio del mondo liberale sulla base del principio platonico del "chi controllerà i controllori"? Ma sempre ritornando alla grecità, un pa...