La politica vs Ingroia: parole in libertà contro la libertà di parola



Prendendo spunto dall'articolo de Ilfattoquotidiano.it che potete leggere al link seguente, mi trovo oggi a scrivere di libertà di parola e di espressione, o almeno di come la libertà di espressione in Italia vada ancora difesa e di come non sia chiaro un concetto: la libertà d'espressione trova come suo unico limite l'offesa o la menzogna, per il resto chiunque, in qualsiasi posizione, è libero di poter dire quello che pensa riguardo a qualsiasi argomento.
Certo la libertà d'espressione è uno strumento scomodo: da un lato ci costringe ad ascoltare anche chi non avrebbe davvero nulla da dire, come molti politici anche di lungo corso del tutto ignari e inconsapevoli nelle loro dichiarazioni e che parlano quasi sempre per ordine di partito o interesse personale




Ma ci sono casi, come quello recente delle dichiarazioni di Ingroia sui politici che vanno nelle carceri a chiedere ai boss di pentirsi, in cui la polemica sulla libertà di parola è a dir poco allucinante. In primis, cosa c'è di scandaloso nel sapere che un politico chiede ad un boss di pentirsi? In cosa sta sbagliando? nel chiedergli di pentirsi e fare nomi e cognomi dei politici conniventi, o nel parlare con un boss? E poi, qualsiasi regolamento interno della magistratura, della politica o anche solo di uno stato non può comunque ledere la libertà d'espressione di Ingroia che, se vuole dire che per fortuna esistono ancora dei politici che si occupano realmente di antimafia, ne ha ogni diritto. Con buona pace di giornali, politichetti e ciarlatani.



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