Sul fallimento ricorrente della sinistra contemporanea
Pensare di poter parlare solo di diritti civili senza toccare le questioni economiche, reali o percepite, non ha senso. Lasciare da soli i lavoratori nelle mani delle squadracce di destra mascherate di assistenzialismo, nascondersi nelle riserve auree delle università e delle scuole, questo il grande peccato democratico. Non capire che la realtà nell'epoca dei social è soprattutto l'immagine mediata attraverso la lente deformata dei nuovi media, pretendere di godere ancora del prestigio di un'autorevolezza culturale non riconosciuta o bellamente ignorata, è l'altro enorme errore della sinistra contemporanea. La sinistra internazionale pretende che i fatti parlino da sé, che la realtà si dichiari, che non sia ciò che essa stessa ha definito decenni fa, una costruzione socioculturale fondata su modelli linguistici: quindi lo stupore di fronte ad un elettorato che non coglie o non è interessato allo scandalo di un presidente con più processi a suo carico e condannato per 34 capi di accusa, molestatore seriale, fedifrago e inetto; quindi lo smarrimento di fronte all'uomo più ricco al mondo che platealmente finanzia chi promette di rendere più ricco il povero detassando il ricchissimo; quindi lo sbalordimento di fronte al negazionismo climatico e storico. Eppure lo sbigottimento non accompagna un processo culturale, anzi, si lascia il campo alla destra per la mediazione e la propagazione delle "verità alternative". Oggi la rete è dominata dall'informazione e disinformazione della destra attraverso i nuovi formati (che spesso sono vecchi formati rivitalizzati) come i podcast, le newsletter, social che sono sempre meno sociali e sempre più dispacci e veline, dove la mediazione del giornalismo è inesistente, annullata da finte interazioni con il potente. La pretesa che uno valga uno mentre tanti in realtà valgono zero a fronte di singoli che si spartiscono tutto, e lo fanno con una ferocia e una spregiudicatezza che abbaglia. Non capire questi cambiamenti, pretendere che l'aura del progressismo possa bastare a rassicurare, mentre invece quell'aura veniva e viene associata all'elitismo da chi alle elité appartiene davvero, tutto ciò in piccolo e in maniera patetica è stato l'errore del progressismo alla fiorentina in Italia e prima ancora delle armate brancaleone venute su ai piedi degli ulivi; da un po', in maniera rinnovata nei mezzi e nei modi, in forma ben più grave e radicale, questa esperienza la fa la sinistra americana. Ma è il destino di tutta la sinistra se non torna a piantare i piedi in maniera ben salda alla realtà e se non trova il modo di comunicarla, questa realtà, richiamandodi all'insegnamento di quel filosofo, Gramsci, che infatti tanto sta interessando la destra internazionale, con la sua dottrina dell'egemonia culturale. Se non impareremo a comunicare la realtà in maniera efficace, convincente, chiara, se non impareremo a modellare la società con una narrazione che sia alternativa a quella della destra, se non impareremo a dominare i mezzi che la destra già possiede, letteralmente nel caso di Musk, saremo destinati all'estinzione.
E poi magari la smettiamo di farci del male da soli proponendo candidature improbabili.
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