La scrittrice nel buio, Marco Malvestio
La scrittrice nel buio di Marco Malvestio è un romanzo che comincia, sin dalle prime pagine, introducendo il rapporto tra il protagonista, nonché narratore in prima persona, e l’amico Federico, che richiama alla mente alcune delle dinamiche relazionali narrate da Pier Vittorio Tondelli. La tensione emotiva tra i due amici si sviluppa con naturalezza, in un gioco sottile di vicinanza e distanza, richiamando le atmosfere malinconiche e a tratti sospese dei racconti tondelliani, dove le relazioni maschili oscillano costantemente tra complicità e incomunicabilità. Malvestio cattura questa fragilità nei rapporti umani, riuscendo a trasmettere la sensazione che tra il protagonista e Federico ci sia sempre qualcosa di non detto, una specie di filo sottile che li lega, ma che al contempo li tiene distanti.
Tuttavia, il personaggio che risulta meno riuscito è quello, centrale per lo svolgersi della vicenda, di Maria Zanca, la scrttrice nel buio del titolo. La donna, che compare nella vicenda attraverso lo studio filologico del carteggio di due intellettuali italiani del secondo dopoguerra, Ferretti e Carraro, muove la storia causando la scomparsa del suo scopritore, protettore e amante, Ferretti, a punto, giornalista e intellettuale di grande ego e scarso valore. Presentata come una figura enigmatica, la caratterizzazione di Maria manca di profondità e alla fine del romanzo rimane quasi un’ombra, un enigma irrisolto che non riesce a dare corpo alla sua stessa presenza. Sebbene sia tratteggiata come un personaggio centrale, di Maria sappiamo poco e quel poco non è sufficiente a rendere giustizia al suo ruolo nella trama. Alla fine, il lettore non riesce a comprendere realmente chi sia, quali siano le sue motivazioni o il suo passato, lasciando una sensazione di incompiutezza. La donna si muove come un mistero irrisolto attraverso la meschinità dei rapporti di amicizia di Ferretti e di quelli lavorativi ed intellettuali di Federico.
Se da un lato Malvestio dimostra una buona padronanza nel delineare i rapporti tra i personaggi maschili, dall’altro la costruzione di Maria sembra rimanere sospesa, come se l’autore non avesse voluto o potuto approfondire davvero questa figura femminile. Eppure, è proprio questa mancanza di chiarezza a rappresentare il punto debole del romanzo, che altrimenti si distingue per un linguaggio limpido e una narrazione che sa toccare le corde giuste dell’introspezione psicologica. A dirla tutta, è come se Malvestio, più che non potere, decida di non volere approfondire Maria, lasciandola nell forma di un archetipo, quello della donna misteriosa e fatale, la strega che percorre le pagine della letteratura dal personaggio di Medea fino ad oggi.
La scrittrice nel buio è, in conclusione, un’opera che si muove tra la nostalgia e il mistero, ma che lascia irrisolte troppe domande, soprattutto quando si tratta di delineare i contorni di quel buio in cui Maria sembra essere avvolta.
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