La generazione del COVID, il diploma, la vita
Un po' di cose che non sono state dette sui diplomati di quest'anno.
Si sta diplomando la generazione del COVID, nel senso che si stanno diplomando i ragazzi che erano in prima superiore allo scoppio della pandemia; dal fatto che nessuno lo abbia notato osserviamo il processo di rimozione collettiva di un'esperienza che, però, ha caratterizzato la vita scolastica di questi ragazzi. Nessun'altra generazione di studenti ha sperimentato tanto come questa, nessun'altra generazione di studenti ha pagato o ha goduto sulla propria pelle la preparazione dei propri insegnanti, nessun'altra generazione come questa ha sperimentato quanto la scuola sia o non sia luogo di empatia e di attenzione al benessere dell'individuo, e quanto spesso lo sia MALGRADO gli adulti. Questi ragazzi hanno vissuto l'arretratezza tecnologica sistemica, a cui si è cercato di porre rimedio, ma anche la voglia di innovazione; hanno osservato un dibattito tra tra coloro che volevano le scuole aperte a tutti i costi "perché sennò le aziende..." ma anche chi li voleva dietro un computer solo per assegnare esercizietti e spegnere le webcam. Poi però hanno vissuto anche in classi in cui si cercavano nuove forme di organizzazione degli spazi e della didattica, e adulti che proclamavano che l'emergenza non era mai esistita.
Questa è la generazione di studenti che ha visto scoppiare due guerre alle porte dell'Europa, e non le ha viste finire; che ha sentito parlare alla soglia dei diciott'anni del ritorno della leva obbligatoria "perché la guerra sta arrivando in Europa". Questa è una generazione che ha visto morire coetanei a migliaia tra le onde del Mediterraneo, e a migliaia ne ha visti convivere con loro malgrado tutto nelle aule scolastiche.
Questa è la generazione che è stata definita dei "gretini" da degli adulti, loro veramente dei cretini, che preferiscono non pensare a che mondo lasceranno a chi verrà dopo di loro.
Questa è la generazione che ha visto arrivare la destra al potere in Italia, che ha visto un tentativo di colpo di stato negli USA, un golpe in Brasile, le crisi africane, le manifestazioni degli agricoltori, l'esplosione del fenomeno delle intelligenze artificiali, la crisi mascherata dei social, e chissà cos'altro dimentico. Ah sì, Taylor Swift.
Questa è la generazione che ha trovato un suo stile comunicativo nella trap, la generazione che integra in rete musica, parola, scrittura e immagine come nessuno ha mai fatto prima.
Questa è una generazione disorientata ma viva, che noi adulti non capiamo e per ora non abbiamo voluto riconoscere, ma che è lì, si affaccia alla vita adulta ed è pronta a darci delle sonore lezioni di saggezza.
Io sono fiero di avere accompagnato alcuni di questi ragazzi al diploma, e sono sicuro che fra qualche anno qualcuno di loro verrà a dirmi che non ho mai capito nulla, di niente, che lo farà sorridendo, e avrà ragione, perché loro sono la vita.
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