Considerazioni su due cose dette dalla Lega e dal governo in questi giorni sulla scuola
Considerazioni su due cose dette dalla Lega e dal governo in questi giorni sulla scuola.
Foto: Il Messaggero |
La prima, sul caso della scuola si Pioltello: la decisione evidentemente era già stata presa nello scorso anno scolastico ed era stata presa dal Consiglio d'istituto all'interno di quel margine di manovra concesso alle scuole con l'autonomia scolastica, tra l'altro proprio su pressione della Lega di qualche anno fa, quando il partito si Salvini voleva la scuola estremamente legata al territorio di appartenenza. Ebbene, qui i decisori hanno seguito alla lettera le volontà della Lega: in una scuola in cui il 40% degli studenti è musulmano il Consiglio d'istituto ha deciso che fosse più funzionale per l'organizzazione dell'istituto chiudere il 10 aprile. Decisione legittima e condivisibile, soprattutto come segnale di quella integrazione umanistica che non è semplice assimilazione ma qualcosa di diverso, più complesso, e che richiede il mettersi in discussione sia di chi arriva che chi di accoglie. Comportamento talmente meritorio da ottenere il plauso del Presidente della Repubblica Mattarella. Inoltre, al di là delle sciocchezze dette in questi giorni da partiti, governi regionali e locali, si tenga conto che il Consiglio d'istituto decide su questioni organizzative, non didattiche, perché la didattica spetta al Collegio docenti, per cui pensare di annullare la decisione presa per assenza di motivazioni didattiche è semplice ignoranza delle cose della scuola.
Seconda considerazione, su Salvini che chiede un tetto del 20% agli stranieri nelle scuole. Anche pensando in buona fede che dietro a questa affermazione non ci sia un retrogusto razzista, la soluzione è semplicemente impraticabile; se si mettesse un simile tetto ci si scontrerebbe con due problemi: il diritto degli studenti, specie dei bambini, e delle famiglie a scegliere dove frequentare la scuola e, nel caso della primaria e dell'infanzia soprattutto, a frequentarla più vicino possibile al proprio domicilio; il fatto che imporre una simile soglia produrrebbe un'esplosione delle classi e delle aule richieste dai singoli istituti per poterla rispettare, o, in alternativa, la negazione del diritto allo studio agli studenti, soprattutto nell'età dell'obbligo, che rimarrebbero fuori dalla soglia imposta.
Insomma, in entrambi i casi, stupidaggini.
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