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Visualizzazione dei post da ottobre, 2023

Addio a Matthew Perry

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Come tanti, ho conosciuto Matthew Perry come Chandler Bing in Friends. Poi, da adulto, l'ho scoperto attore drammatico in West Wing, ad impersonare un avvocato e a costruire una strana e magica alchimia con un altro grande attore, Bradley Whitford. Il duo tornerà assieme in Studio 60, dove Perry impersona il ruolo di un autore comico dipendente dall'alcool. Un ruolo, evidentemente, tagliato su misura per lui da un altro grande, Aaron Sorkin. Ruolo che Perry ha amato, e forse una delle sue più grandi frustrazioni è stata la chiusura anzi tempo di quella serie, la possibilità per lui di diventare qualcosa di diverso da Chandler Bing, qualcuno in cui essere se stesso ed aprirsi al pubblico. Ma il pubblico, quella stupenda serie, non la seguì, malgrado un'ottima sceneggiatura e due grandi attori.

Israele, Gaza, giustizia e utilità

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Dopo l'attentato del 7 ottobre ad Israele, attentato che ha lasciato sgomenti a causa della ferocia e della barbarie con cui è stato portato a termine, tutto il mondo a caldo ha immaginato un'immediata rappresaglia da parte dello stato ebraico. Tuttavia, a causa della diplomazia internazionale all'opera per evitare una lunga carneficina, nonché per la necessità di preparare la strategia militare, l'invasione di Gaza rallenta, lasciando il tempo per una riflessione a mente più lucida sull'opportunità e la necessità di un simile atto bellico da parte del governo di Tel Aviv. Con questo post provo a ragionare sulle ragioni di una rappresaglia israeliana, su quali criteri lo giustifichino e ne mostrino la necessità; se tali criteri reggano, e in che modo. Una premessa è d'obbligo: è molto semplice e comodo discutere delle ragioni israeliane e palestinesi seduti comodamente alla scrivania di uno stato lontano, che non vive i problemi e le tensioni costanti che vivono...