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Visualizzazione dei post da aprile, 2023

Leggere Gramellini per sapere come non si fa giornalismo

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Scrive Gramellini sul Corriere che la recente intervista a Elly Schlein su Vogue sia risultata controproducente e grave perché la segretaria del PD si sarebbe occupata solo di cose frivole, come la ricerca dell'armonia nell'abbinamento dei colori degli abiti, anziché di temi concreti, come i diritti dei lavoratori. Questo, dice Gramellini, è reso ancora più grave dal fatto che quella sarebbe la prima intervista pubblica di Schlein da quando è stata nominata segretario del PD. Il problema è che Gramellini mente: quella non era la prima intervista, e su 30 domande poste alla segretaria del PD, lui come gli altri maschietti alfa ne enuclea una, e niente, neanche ci riesce a leggere le altre risposte, quelle in cui ha parlato di lavoro, diritti, programma. E allora la domanda vera da porsi è: è peggio un segretario del PD che come qualsiasi segretario di partito oggi si affida a qualcuno che ne curi l'immagine, o sono peggiori dei giornalisti che in malafede distorc...

Una cosa semplice sul 25 aprile e sulla spinta ad una pacificazione nazionale (insomma, su ciò che ha detto Cardini)

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Anche oggi sfoglando i quotidiani o scrollando i giornali online capita di imbattersi in alcuni interventi che fanno l'eco alla solita polemica sul 25 apile e la celebrazione della liberazione dal nazifascismo. Non ultimo il polverone suscitato dall'intervento del prof. Cardini a La7 In partiolare ha destato scalpore come Cardini abbia difeso i giovani che aderirono alla Repubblica di Salò Una cosa perciò mi sembra che si debba dire sul 25 aprile: ormai da anni si chiede di raggiungere una pacificazione nazionale, di riconoscere le ragioni dei vinti, di smitizzare la malvagità ontologica dei giovani che aderirono alla Repubblica di Salò. Sia chiaro, in termini storici tutto questo va benissimo, purché a questo riconoscimento corrisponda il riconoscimento delle ragioni dei vincitori, della difficoltà eroica della scelta della clandestinità della resistenza, delle paure, delle miserie che i partigiani dovettero addossarsi per un fine superiore. Ci sarà pacificazione quando si pot...

Il giardino dei Finzi Contini, Giorgio Bassani

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Il giardino dei Finzi Contini è un romanzo scritto da Giorgio Bassani nel 1962. La storia è ambientata nella città di Ferrara, in Italia, durante gli anni '30, poco prima dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale. Il romanzo segue la vita di una famiglia ebrea benestante, i Finzi Contini, e le conseguenze che la politica razziale fascista ha sulla loro vita. Il protagonista del romanzo è un giovane studente di nome Giorgio, che assume anche le vesti del narratore e che fa parte del circolo di amici dei Finzi Contini. Giorgio è innamorato di Micòl, l'affascinante figlia più giovane dei Finzi Contini, ma la loro relazione è ostacolata dalla situazione politica del momento. Nonostante le differenze sociali e la religione diversa, Giorgio e Micòl sviluppano una forte attrazione reciproca che alla fine si trasforma in quello che potrebbe essere ma non è un amore profondo. La loro relazione è ostacolata dagli eventi storici che si verificano in Italia in quel periodo, in particol...

L'evoluzione della rete: democrazia o populismo?

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 L'evoluzione di internet è stata senza dubbio uno dei fenomeni più rivoluzionari del nostro tempo. Da una rete di computer nata con lo scopo di condividere informazioni e di rendere il mondo sempre più connesso, internet si è trasformato in un mezzo di comunicazione e di espressione personale senza precedenti. All'inizio, internet era considerato soprattutto come un enorme archivio di informazioni, un luogo dove si poteva trovare qualsiasi cosa, dalle notizie di attualità ai manuali per la riparazione di elettrodomestici. Questo ha portato ad una democratizzazione dell'accesso alle informazioni, che ha permesso a chiunque di apprendere e di crescere culturalmente in modo autonomo. Ma con l'avvento dei social network, internet ha subito un cambiamento radicale. Oggi, i social network come Facebook, Twitter, Instagram e TikTok sono diventati uno strumento per l'espressione personale e per la condivisione di opinioni e idee. Ciò che prima era riservato ad un ristretto...

Akira, Katsuhiro Otomo

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Akira è un fumetto giapponese di successo che ha influenzato non solo il mondo dei manga, ma anche il genere del cyberpunk in generale. Scritto e disegnato da Katsuhiro Otomo, è stato pubblicato originariamente in Giappone tra il 1982 e il 1990 e racconta la storia di un gruppo di giovani che vivono in un futuro post-apocalittico, in cui Tokyo è stata distrutta da una misteriosa esplosione. Il fumetto di Akira ha avuto un enorme impatto sul genere del cyberpunk grazie al suo approccio unico al tema. La trama si concentra sui personaggi e sulla loro esperienza di vita in un mondo futuristico e distopico. Questo approccio ha permesso a Otomo di esplorare temi come la corruzione del potere, la violenza urbana e l'alienazione sociale, creando un mondo che sembra vicino e credibile. Inoltre, il fumetto ha introdotto al genere del cyberpunk un nuovo livello di dettaglio e di realismo. Otomo ha creato un mondo che sembra vivo e che è stato disegnato con grande attenzione ai de...

Metti una sera a cena De Saussure, Wittgenstein e Chomsky

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Foto: nightcafe.studio De Saussure: Ciao Chomsky e Wittgenstein, sono felice di vedervi qui. Oggi vorrei discutere della relazione tra realtà, pensiero e linguaggio. Cosa ne pensate voi? Chomsky: Beh, penso che il linguaggio sia un riflesso del pensiero umano e che entrambi siano in qualche modo radicati nella realtà oggettiva. Ci sono strutture cognitive innate nel cervello umano che ci permettono di creare e comprendere il linguaggio, e queste strutture sono in qualche modo universali e presenti in tutte le culture. Wittgenstein: Non sono d'accordo con te, Chomsky. Penso che la relazione tra realtà, pensiero e linguaggio sia molto più complessa di così. Il linguaggio è un gioco di significati e usi che cambiano continuamente nel tempo e nello spazio, e ciò significa che il significato delle parole e delle frasi può variare notevolmente da una cultura all'altra. De Saussure: Concordo con entrambi, ma penso che il linguaggio sia un sistema di segni arbitrari che acquisiscono si...