|
Foto: l'Espresso |
Rifiutare di registrare i figli nati in coppie omogenitoriali per non rischiare che questo sviluppi la pratica della gestazione surrogata è un tipico caso di fallacia del piano inclinato. In pratica ho una cosa concreta, l'esistenza di bambini in coppie omogenitoriali, più spesso coppie lesbiche, meno frequentemente gay; ribadisco, bambini già esistenti, perché, semplicemente, una donna può rimanere incinta anche se lesbica e un gay potrebbe avere avuto un figlio, anche ancora piccolissimo, da una precedente relazione. Questi bambini vedono nel partner del padre o della madre biologic* il proprio genitore perché questa è la figura che trovano accanto e che fornisce affetto, protezione, genera emozioni. Data questa condizione A, esistente, sarebbe logico prevedere la soluzione B, il riconoscimento di quella genitorialità di fatto come genitorialità di diritto, anche perché dal mancato riconoscimento derivano conseguenze concretissime: il genitore non riconosciuto non ha potestà sul bambino, per dire, dovesse portare il bambino in pronto soccorso non potrebbe decidere per lui, anche fosse un'emergenza. Ma per il governo avallare B porterebbe all'ipotesi Z, la diffusione della gestazione surrogata, vietata nel nostro paese. In pratica per il governo il riconoscimento automatico dei figli nelle coppie omogenitoriali spingerebbe le stesse ad alimentare quello che per la destra sarebbe un mercato di bambini. Anche senza prendere posizione sulla legittimità della pratica, il problema del ragionamento è che decide di non considerare un dato di realtà, l'esistenza di bambini in coppie omogenitoriali, per paura di un'ipotesi che è possibile, ma non per questo plausibile o verificata. Ad oggi questo mercato di cui si parla non c'è, e la pratica rimarrebbe comunque vietata dal nostro ordinamento, ragion per cui, esattamente come oggi, chi la volesse praticare dovrebbe andare all'estero. Quindi, chi in futuro vorrà fruire della gestazione surrogata lo farà comunque, anche a costo di lasciare il paese, e questo non cambierà con la decisione del governo; chi non voleva o poteva farlo, continuerà a non farlo, ma semplicemente per il costo della pratica; allo stesso tempo, scegliere di non riconoscere quei bambini comporta invece una conseguenza pratica e concreta, il mancato riconoscimento del loro diritto ad avere un genitore che si occupi di loro, li ami, possa decidere per loro nella loro condizione di minorità.
Commenti
Posta un commento