La socialità e il tempo libero non hanno nulla a che fare con la scuola, o delle pessime idee che nascono da buone intenzioni
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Leggo che la scuola d'estate servirà per recuperare spazi di socialità. Ecco, spero tanto che non sia un obbligo: rivendico il sacrosanto diritto di uno studente di odiare i propri compagni di classe, e non voler trascorrere con loro anche il tempo libero: ma voi avete presente il tormento per un ragazzo che, magari, passa l'intero anno scolastico con i compagni che lo bullizzano o con cui anche e solamente non condivide nulla e attende solo l'estate per non doverli vedere, e ora gli si dice che dovrà recuperare la socialità persa trascorrendo i mesi estivi o parte di essi a scuola? Perché gli amici si scelgono, i compagni di classe no; perché il tempo libero è, già dal nome, tempo dedicato alle libertà, non agli obblighi, persino alla libertà di annoiarsi. E poi, lo spazio della socialità deve essere personale, privato: devo essere libero di decidere a chi dedicare il mio tempo libero, il mio tempo più prezioso, e non può né deve essere la comunità a deciderlo per me, men che meno uno Stato; ma nel momento in cui è lo Stato a definire la mia socialità, chi mi garantisce che non capiti quello che un secolo fa è già avvenuto, quando le nazioni hanno avuto l'ambizione di definire spazi pubblici e privati dei propri cittadini? Insomma, anche se si parte con le migliori intenzioni, attenzione a non mescolare ciò che è privato e individuale con ciò che non lo è se non è strettamente necessario, perché a passare da una finta dittatura sanitaria ad una vera dittatura ci si sta il tempo di uno spazio di socialità non richiesta. Pessime idee condite di buone intenzioni.
EDIT
Mentre scrivevo il post la proposta del governo è stata chiarita: viene specificato che i coorsi, sia che riguardino nello specifico le lacune sugli apprendimenti (giugno), sia che vertano sul recupero della socialità (luglio e agosto) si svolgeranno su base volontaria. Speriamo che così sia davvero, che non prevalga un ragionamento che metta al centro l'economia e che porti all'obbligatorietà di questi spazi di socialità per tenere bambini e adolescenti impegnati mentre i genitori andranno a lavoro. Lo so, certo, che le famiglie abbisognano di ammortizzatori sociali e sistemi di welfare che li assistano nella ripresa delle attività, ma, come detto in precedenza, attenzione a snaturare il ruolo della scuola e a confondere la pubblicità di un servizio, l'istruzione, con il privato, il tempo libero. È una confusione chhe abbiamo già visto in passato e che non ha mai portato al bene dei singoli e della collettività.
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