Sulla disfatta del M5S e il tradimento degli italiani



Ho letto da qualche parte che il M5S sarebbe stato punito per il suo tradimento. Tralasciando il fatto che, per quanto mi riguarda, il M5S non era da votare prima e non sarebbe da votare ora, tradimento di chi e di cosa? M5S, prima delle politiche, si era presentato come avversario e contendente alla Lega, non come suo alleato, il primo governo Conte è nato dopo dall'esigenza di trovare risposta parlamentare agli esiti delle elezioni, elezioni che avevano visto M5S primo partito, PD secondo ma in forte calo e Lega terzo ma in forte ascesa. Alla caduta del primo governo Conte per volontà di Salvini, legittimamente il M5S ha cercato in Parlamento una nuova maggioranza comparabile numericamente e nell'esigenza di rappresentatività del voto delle politiche Insomma, nessun tradimento né letterale né simbolico.

Ma c'è un punto in più: la categoria del tradimento è una categoria politica individuale, non collettiva. Quando io uso la categoria del tradimento sto individualizzando il mio rapporto con la politica e con i partiti. Il M5S non ha tradito i suoi elettori come gruppo sociale, ma molti di loro si sono sentiti traditi come singoli individui. Che è la dimostrazione di come nell'interpretare ciò che avviene intorno a noi spesso non sappiamo fare altro che applicare la nostra esperienza pratica e pensare che sia valida per tutti: così ogni volta che un partito compie delle scelte politiche non sta prendendo delle decisioni che, pur non essendo direttamente rivolte a me, potrebbero fare gli interessi della collettività; invece il partito, come un amico o un amante infedele, sta decidendo di ferire proprio me, di fare qualcosa proprio contro di me, come se la collettività e lo stato ruotassero esclusivamente intorno a me. L'egotismo (e l'erotismo) divenuto origine e nucleo della decisione politica, la riprova che i discorsi sull'analfabetismo funzionale non sono chiacchiere da bar, l'estremo vulnus della personalizzazione della politica.

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