La politica italiana ad agosto

Immagine: Makkox per La7


Nella crisi politica d’agosto una cosa è chiara: la classe dirigente italiana brilla solo per la propria mediocrità. Qualcuno l’ha già scritto, ascoltare gli interventi in senato di giorno 13 avrebbe fatto rabbrividire chi di eloquio e di politica ne capisce qualcosa per la sciatteria nella forma e l’approssimazione nei contenuti.
Ugualmente c’è altro da dire: i politici italiani si stanno muovendo in ordine sparso, e non per fare il bene di uno Stato o di una nazione, ma per seguire le proprie idee vaghe e confuse, ad andar bene, o per il proprio tornaconto, nella maggiorparte dei casi. Da Salvini a Renzi, passando per Berlusconi, Zingaretti e Di Maio, emerge come nessuno sia in grado o sappia ragionare su una politica che abbia una prospettiva che vada oltre al consenso elettorale da conseguire o perdere nell’arco di un anno. Insomma, nel nulla cosmico che sproloquia attraverso il chiacchiericcio delle pagine social dei politici italiani, ci si chiede se i partiti italiani siano lo specchio della società, o se sia la società che rischia di essere plasmata da questa classe dirigente.

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