La rivendicazione di Antigone, Judith Butler
Infatti la disamina che parte dal testo sofocleo mette in luce come l'interpretazione del personaggio di Antigone data da Hegel e da Lacan abbia nel corso dei secoli indirizzato l'analisi dell'eroina di Sofocle in una direzione prevalente, ovvero nella contrapposizione tra società parentale e società organizzata da strutture più complesse, a prevalenza statale. Il problema dell'interpretazione di Hegel è che essa presuppone Antigone come eroina della parentela, quando invece il rapporto parentale insito nella figura dell'eroina è ambiguo e ambivalente: il padre è al contempo fratello, la madre al contempo nonna, lo stesso fratello morto può essere contemporaneamente Polinice, Eteocle o addirittura Edipo.
Anche l'interpretazione di Lacan di fatto presuppone Hegel; inoltre, quando, con Levi Strauss, Lacan interpreta Antigone come la non viva al confine con il simbolico portatrice delle pulsioni masochiste e come la trasgressione insita nella regola e che la regola invera, di fatto stabilisce che la regola, ovvero la famiglia mononucleare che escluda l'incesto, cioè la possibilità di tutte le varianti a questa famiglia, è l'unica socialmente corretta. Peccato che lo stesso Levi Strauss abbia dovuto ammettere che il tabù dell'incesto non abbia fondamento biologico, ma sociale.
Insomma, la dicotomia classica tra parentela e Stato e tra famiglia mononucleare e le sue varianti non trova, secondo l'autrice, un fondamento nel personaggio di Antigone. Rimane il fatto che l'eroina è il simbolo della trasgressione alla regola in nome di regole non scritte ma ugualmente insite nel patrimonio collettivo, che Creonte, portatore dell'autorità sociale conferitagli dalle gerarchie, non può scavalcare.
Butler, J. (2003). La rivendicazione di Antigone. La parentela tra la vita e la morte. Bollati Boringhieri.
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