Il caso Dell'Aria, o della distopia

Foto: Il Tempo
Guardate bene la foto: giorno 23 maggio, in prefettura, a Palermo, i ministri dell'istruzione e degli interni, Bussetti, e Salvini, incontrano la professoressa Dell'Aria, per giungere, infine, all'agognato chiarimento.
Chiarimento su cosa?
Ricotruiamo i fatti. Il caso, politicamente scottante, nasce nelle settimane precedenti da un tweet dell'attivista di destra Claudio Perconte, autore per Primato Nazionale di CasaPound e Voxnews, insomma, testate di una certa crediblità (modalità sarcasmo, on); il tweet viene raccolto immediatamente dalla sottosegretaria alla cultura Borgonzoni (quella che, per sua stessa dichiarazione, non legge libri da 3 anni).

Si sostiene quindi che la professoressa Dell'Aria abbia, in classe, paragonato Salvini e il governo attuale al reich di Hitler, obbligando gli alunni a seguire la sua tesi. Dalla denuncia a mezzo social sono scaturite l'ispezione, pare addirittura della Digos, e la sospensione della docente con decurtazione dello stipendio per 14 giorni.

Peccato che non ci sia nulla di vero.

Intanto la docente non ha mai fatto quel paragone, come accertato dall'ispezione. In secondo luogo, le slide inquadrate dalla foto sono state realizzate da alcuni studenti, sì, ma in autonomia, come libera espressione del loro sapere e sentire a seguito di un preciso compito: riflessi, in occasione della giornata della memoria, sul valore del ricordo dei fatti accaduti, in particolare della Shoah, oggi.

È montata la polemica politica su un fatto mai accaduto: la sottosegretaria, quella che non legge libri e si occupa di cultura, ha proposto la radiazione della docente; il ministro Bussetti, quello dell'istruzione, in teoria colui che avrebbe dovuto gestire il tutto, tace.

Nel frattempo è arrivata la sospensione, per, attenzione, omessa vigilanza; in pratica è chiaro a tutti che la professoressa non ha fatto quel paragone, ma avrebbe dovuto fare di più, avrebbe dovuto censurare i suoi alunni, impedirgli di esprimere una loro valutazione. In tutte le scuole nazionali è montata l'indignazione; a seguito ne è nata una mobilitazione assai larga di alunni e docenti a favore delle libertà di pensiero e parola, nonché della libertà d'insegnamento, tutti orrendi crimini che, purtroppo, sono addirittura tenuti come fondamento del nostro stato da quella cosa sovversiva che è la Costituzione:
Art. 21. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non puo` essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si puo` procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorita` giudiziaria [1116 ] nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorita` giudiziaria, il sequestro della stampa periodica puo` essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorita` giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto. La legge puo` stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Art. 33. L’arte e la scienza sono libere e libero ne e` l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parita`, deve assicurare ad esse piena liberta` e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. E` prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, universita` ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Interpellato, Salvini ha cercato prima di capitalizzare (i soliti insegnanti di sinistra, via la politica dalle scuole, è indegno...), poi però, quando diveniva sempre più evidente come Borgonzoni e provveditore avevano fatto la pipì fuori dal vasino, ha smistato la palla al ministro competente (non è una battuta) Bussetti, che ha saputo solo dire che prima avrebbe dovuto leggere le carte.
Attenzione, a questo punto la sospensione è già scattata, la polemica monta da giorni, e Bussetti ancora non ha capito di che si parla.

Passano i giorni, sulla polemica interviene chiunque. Mentana ci avvisa che la professoressa è anima pia ma che quel paragone è illegittimo; Zecchi invece ci dice che addirittura ciò che ha fatto la docente è drammatico e grottesco, e che lei è una pessima insegnante (confermando una volta di più che anni e anni di permanenza tra i salotti Mediaset sono valsi il suo totale rincoglionimento).
Pochissimi notano invece che i ragazzi hanno giustamente colto il clima di deumanizzazione che precedette proprio il varo delle leggi razziali e, soprattutto, nessuno si è chiesto se, in un atto, quello sì, l'unico realmente legittimo, da quelle slide sia nata una discussione in aula e se e come l'insegnante abbia avuto modo di aiutare gli studenti nel capire in cosa e in quanto il loro paragone era scorretto, illegittimo, esagerato o, semplicemente fuorviante. Insomma, mentre si è pontificato di scuola, nessuno si è chiesto se nell'occasione si sia fatta realmente scuola (cosa di cui, peraltro, sono pienamente convinto).

Torniamo alla foto: Salvini e Bussetti, infine, incontrano la docente per un chiarimento. Tanti di noi fra i docenti avevano espresso il proprio malcontento riguardo a questo incontro. Perché? Il rischio era di dare un palco, l'ennesimo, a Salvini, concedendogli infine l'aureola del governante paterno che riammetteva graziosamente al lavoro la dipendente infedele (termini non usati a caso, attenzione). Infatti alla fine dell'incontro Salvini si è proclamato contrario al provvedimento di sospensione e ha ordinato al povero Bussetti, ancora in dubbio sul perché si trovasse anche lui a Palermo in Terronia sud, di riammettere da lunedì 27 la docente.

Di nuovo, la foto:
un ministro che prima si era laureato in Educazione fisica con tesi sul minibasket e un ministro in possesso solo del diploma si sono confrontati con una docente di Lettere con un passato di studi specialistici in Storia, nonché, da quel che mi risulta, pubblicazioni, sulla legittimità e sull'esattezza storica di un eventuale paragone fatto nella classe della docente, concedendole infine di poter tornare al proprio posto di lavoro libera dalla propria sospensione giorno 27 maggio 2019, guarda un po', lo stesso giorno in cui sarebbe comunque tornata a lavoro.
Come suona così? Male, vero? Molto male. Lo sentite quel sottile olezzo di merda, quel non so che di Orwell che aleggia nell'aria. Quella cosa strana per cui qualcuno, quando prende il potere, decide di poter riscrivere a suo piacimento storie, narrazioni, verità, per costruire quella più conveniente a sé, in maniera talvolta talmente sfacciata da rasentare il ridicolo, se non fosse che chi sfida il ridicolo spesso lo fa perché sa bene che in una società di massa e bombardata da informazioni, queste scivolano via lasciando poche se non alcuna traccia.
Un'ultima domanda: perché la Digos? Perché la polizia? A che punto ci troviamo nella scala da "0" a "merda siamo fottuti", nel gioco del Costruisci anche tu il tuo regime?

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