Cronaca semiseria di un viaggio d'istruzione


Martedì

Ore 5.30 del mattino: il docente di lettere, accompagnatore della classe non sa neanche lui perché arriva in stazione; qui incontra il primo degli alunni, G.. G. è sveglio e fresco come una rosa, tu, docente accompagnatore, invece non hai ancora realizzato se ti trovi in un incubo o se ti sei realmente svegliato. Inizi a capire che accettare di portare la classe in gita potrebbe non essere stata la migliore delle tue idee.

Ore 6.00: inizia a raggrupparsi la classe. L'alunna S. tira senza dormire direttamente da una seratona pre-viaggio; l'alunna E. arriva accompagnata da un parente che, abbandonandola alla tua responsabilità, sembra gongolare; l'alunno B., fissandoti, sembra chiedersi chi tu sia.

Ore: 6.30: si sono radunate le due classi che partiranno verso mirabolanti avventure, gli accompagnatori intorno a te sembrano carichi a mille, tu vuoi solamente un caffè. L'autobus non arriva.

Ore 7.00: con lieve ritardo, si parte. Qualcuno si addormenta subito, altri non si addormenteranno, mai, per tutta la gita.

Ore 8.00: i docenti accompagnatori, te compreso, hanno già iniziato a spettegolare di qualsiasi creatura pensante in città e provincia. L'autista del bus, a sentire i loro discorsi, appare quanto meno perplesso.

Ore 9.00: prima sosta. L'alunno T. comunica che forse a breve morirà, o avrà il cagotto: ha deciso di non leggere le indicazioni per l’assunzione di un farmaco e, anziché ingerirlo, s'è messo a masticarlo e suggerlo come una “ciunga”. La collega accompagnatrice, farmacista, inizia a meditare una serie di improperi sintetizzabili in limortaccituaecinqueannicheviinsegnochedoveteleggereibugiardini.

Ore 13.30: imbarco sul traghetto. L'equipaggio parla inglese come tuo figlio di tre anni, ma voi accompagnatori non volete essere da meno; ne seguono meravigliosi dialoghi tipo “the pen is on the table”, utilissimi per gestire senza problemi la distribuzione delle camere. Dopo mezz'ora, necessaria per capire la differenza fra una camera tripla e una quadrupla, tutti sono sistemati. S. sparisce, per ricomparire ad orario di cena. B. non ha ancora capito chi tu sia.

Ore 15.00: tieni una lezione di storia greca sul ponte della nave. Una metà di alunni la segue, l'altra metà insegue turiste triestine.

Ore 16.00: l’alunno F. si presenta sul ponte della nave in pantaloncini, ciabatte e calzini. Non sarà l’ultima volta: evidentemente non ha nessuna intenzione di abbordare alcunché di senziente.

Ore 17.00: la collega accompagnatrice ha sequestrato un gruppo non meglio definito di alunni costringendoli ad una lezione non stop sulla sua materia per recuperare lacune che risalgono fino alla scuola materna. Tu impari a conoscere gli alunni dell'altra classe, notando che hanno una buona parola per tutti. Più o meno. Soprattutto meno.

Ore 19.00: i tuoi alunni sono immediatamente riconoscibili: sono quelli perennemente in ritardo. Su qualsiasi cosa: sulla consegna dei documenti, sul controllo delle camere, sul ritrovo pre-cena. Capisci di aver lavorato benissimo sul rispetto delle regole.

Nel frattempo due dei tuoi alunni, la coppietta della classe, si sono appartati in camera innumerevoli volte. Ogni volta che li vedi ribadisci che siete partiti in venticinque e in venticinque dovete tornare, nondimeno ti congratuli con il tuo alunno per i suoi ripetuti tre minuti di gloria.

L'alunno D. intanto ha puntato una povera disgraziata dell'altra classe: la fissa ammiccante e cerca di conquistarla con le sue battute che, negli anni, gli hanno causato odio e riprovazione da parte di ogni creatura senziente nella scuola. Preghi che lei non soffra della sindrome della crocerossina.

L'alunno C., nel frattempo, ha già verificato presenza e capienza delle scialuppe di salvataggio, nonché spiato conversazioni segrete tra i membri dell'equipaggio, scoprendo peraltro che la nave non è a norma. Tu vorresti solo caffè. È ricomparsa S.

Ore 21.00: Tu sei devastato. S. che non ha più sonno, tenta di organizzare un rave party sul ponte della nave. Con i colleghi inizia l'inseguimento degli alunni per ricondurli alle camere.

Ore 22.00: P., normalmente pacato, ha posto le basi per un gemellaggio con un istituto di Desenzano, e ora guida un trenino stile carnevale che vaga per la nave come un corteo di menadi danzanti.

Ore 23.00: finalmente avete ritrovato K. e E., che vagavano indisturbate chissà dove chissà dove per il ponte. Quando dite loro di andare a dormire, urlano da lontano e beffardamente il loro assenso, e zompettano come Doraemon.




Mercoledì:

Ore 6.00: hai sentito la sveglia, primo traguardo della giornata.

Ore 7.00, colazione: ricompare l'autista del bus; la collega accompagnatrice ha gli occhi pesti dal sonno e dalla disperazione.

Ore 8.00, sbarco: decidete di tentare di ammalarvi attendendo lo sbarco sul ponte della nave. A sbarco avvenuto, ci si dirige verso le Meteore. Immediatamente saliti su bus, gli alunni si addormentano, si accoppiano o si accoppano. I docenti riprendono a commentare la metafisica di Platone e l'ultima puntata di Paperissima sprint.

Ore 11.00: l'avvicinamento alle Meteore segue un ritmo sempre più incalzante, dato dal crescere del numero dei tornanti sulla strada stile anni ‘70 e dal direttamente proporzionale numero di craniate contro i finestrini, date dagli alunni addormentati sul bus.

Ore 12.00: visita alle Meteore. Le alunne vengono invitate ad indossare una sorta di gonna-pareo per rispetto del luogo: K. la indossa come se fosse una minigonna ascellare, tanto che la inviti caldamente a rivalutare la sua interpretazione delle parole della guida. Incontriamo vari monaci eremiti, contentissmi mentre dei turisti italiani interrompono la loro scelta di vita. Tu, come loro, intimamente sogni che qualche alunno si fermi lì.

Ore 14.00: L'accompagnatrice ha perso 15 anni di vita urlando dietro alla sua alunna, detta Il bradipo senza gambe, che, incurante di aver evitato Scienze motorie per anni, sulle Meteore si scopre spericolata e vuole farsi foto in posa eroica ad un millimetro dal nulla.

Ore 16.00. Primo albergo: una schifezza. Alla reception la collega cazzia qualsiasi cosa parli greco per la condizione delle camere.

Ore 17.00: dopo una lunga sfilza di minacce, morali, economiche e fisiche, viene risolto il problema delle camere.

Ore 18.00: dalle camere degli alunni definiti iperproteici si odono urla e schiamazzi. L’alunno Zu. geme che neanche per un coito: stanno tutti facendo pesi, ‘sti qua. In gita. Con quindici ragazze nell’altra classe.

Ore 19.00: l’alunno F. ti delizia con un’altra perla: fa decollare un drone dalla propria camera in direzione delle Meteore. Udito uno strano ronzio, ti affacci sul balcone, e scorgi ‘sto coso che vola vicino alla tua finestra. Dato che non vorresti destare scandalo con le tue nudità, inviti F. a fare rapidamente atterrare quell’affare.

Ore 22.00: dopo cena, i ragazzi vengono con te e l'accompagnatore B. a bere una birra. spenderanno ciascuno 80 euro in birre, 40 in shortini, cifre non definibili in offerte varie alla cameriera. Sid. si perde.

Ore 24.00: albergo. Piantoni una delle camere. Senti le voci. Entrato, scopri tre intrusi, da qui in poi Prila 1, 2 e 3.




Giovedì




ore 7.30, partenza verso Delfi, in teoria. I tuoi alunni però, per coerenza, sono in ritardo sul ritardo. Tra invocazioni alla madonna e porconi a latere riuscite alla fine a partire, non prima di aver rischiato di dimenticare la consegna di quasi metà delle chiavi dell'albergo; albergo peraltro in cui si attende con ansia la vostra partenza.

Ore 10: tutti dormono ad eccezione dei docenti, intenti a sparlare del passato e del futuro. Il conducente è sempre più alienato.

Ore 12.00. Arrivo a Delfi. La ricerca disperata di cibo porta metà comitiva a fermarsi presso il primo localino sulla strada, dove un poveruomo inizia a servire gyros, pita e tsaziki come non ci fosse un domani. Alla fine del pasto, la vita sociale è rimandata a data da destinarsi per vampate di alitosi.

Ore 14.00: ad accogliere i nostri eroi per la visita guidata del santuario è una guida che ha tanta voglia di stare lì quanta ne hanno gli alunni di tornare a scuola. Tuttavia la visita procede. La classe che accompagni accumula tali ritardi da poter essere un giorno ritrovata tra i reperti, ma tu non te ne accorgi perché sei in astinenza da caffè.

Ore 14.30: all'alunno Z. viene in mente di buttare il biglietto del museo, che però serviva anche per il resto della visita. Seguono vaticini della pizia che prevedono sciagure per l'imminente esame di Stato del giovane virgulto veronese, e più prosaici porconi.

Ore 17.00: arrivo all'albergo, 40 km a sud-est di Atene. Inizia l'ossessivo lavoro dei questuanti, con le uniche due richieste a cui sono veramente interessati già dal giorno in cui è stata proposta la gita: ”possiamo andare in spiaggia?” e “possiamo bere alcoolici?”

Ore 22: l'alunna V., morosa dell'alunno Z., s'è incriccata. Z. invece è quasi svenuto a vederla. Mica hai capito come sia successo, ma ha la testa rivolta verso destra, tipo Alessandro magno o Buzz Lightyear che guarda verso l'infinito e oltre; magari è successo perché sta sempre girata a limonare Z., o perché non si è asciugata i capelli, o perché poi ha pensato bene di stare al vento. L'idea di strangolarla prende corpo, ma più pacatamente le viene consigliato di stare al caldo, tanto caldo.

Ore 23: hai sonno, ma questi vogliono stare sulla spiaggia. C'hanno pure la chitarra: alternano canti gregoriani, Battisti e stornelli da taverna. Il prof. B decide di immergersi per provare il mare greco, la prof.ssa R. quasi sviene a vederlo mentre gli urlate che l'assicurazione non lo copre.

L'alunno S. lavora per limonarsi la compagna di viaggio già vittima di D., ma l'alunno D. gli si piazza davanti e li fissa. Costantemente. In maniera inquietante. E fa battute.




Venerdì




Ore 7: partenza, forse. Ritardo biblico dei soliti. Segue cazziatone epico da parte della prof.ssa R.. Sarà il primo di una lunga serie.

Ore 10: visita guidata della città di Atene. Farete 15 km di strada a piedi, l'obiettivo non è visitare Maratona, ma fare la maratona.

Alla vista del Partenone l'alunno D. esclama: “è rotto!”. Seguono improperi da parte del qui presente professore ex archeologo. Tu scatti foto in maniera compulsiva a qualsiasi cosa abbia l'apparenza di essere un bene archeologico, o, in mancanza, ad alunni sorpresi in pose disdicevoli per poterli meglio ricattare in seguito.

Ore 13: gli alunni sono scontenti della visita guidata dell'acropoli, loro sono venuti lì per comprare i souvenir che dimostrino che si sono divertiti tanto a visitare l'acropoli. Affoghiamo tutti assieme la frustrazione nell'ouzo.

In realtà tutti i ragazzi sono interessati ai falli che è possibile acquistare in giro per la città; non tutti hanno capito, o vogliono capire, che hanno esclusivamente un valore apotropaico. Segue l'acquisto di pacchianate allucinanti, come riproduzioni in scala 1:2 del Partenone, maschere di bellezza sul modello della maschera di Agamennone, spille, magliette, borse, fusti di colonne e capitelli.

Ore 17: proponete la visita del tempio di Poseidone a capo Sounion; gli alunni si oppongono, ma nessuno ha ancora spiegato loro che non vivono in democrazia. A metà strada iniziano a tormentare gli accompagnatori chiedendo di andare in bagno: risulta geniale l'idea di essersi tracannati una pinta di birra prima di salire sul bus.

Ore 19: capo Sounion, inizia la sagra della foto di gruppo. Vieni ritratto più volte nell'atto di inveire contro malcapitati alunni.

Ore 22: dopo cena, l'alunna S. ti chiede di venire nella sua camera perché c'è un problema. Già il fatto che non ti voglia dire quale sia il problema, è un problema. Arrivi in stanza: sulla scena del delitto si presentano, prima in 4, poi in 6. L'alunna ha perso i documenti, ottima cosa in vista del rimpatrio previsto per l'indomani. Più che i problemi al confine, teme di essere impalata dagli altri accompagnatori. La rassicuri, se arriverà, la morte sarà veloce e relativamente poco dolorosa. Intanto la inviti a ricontrollare ogni oggetto di sua proprietà o pertinenza.

Seguono attimi di panico, in attesa di sapere se l'alunna potrà avere o no problemi.

Ore 2 di notte: è arrivata una comitiva da Torino e fanno un casino della madonna. Non si dorme, e in più salta la luce in tutto l'albergo, e non tornerà più. Si inizia bene la nuova giornata.




Sabato




Ore 6.00: da 3 ore è saltata la luce in tutta la zona, e piove a dirotto. Le sveglie non hanno suonato e i torinesi hanno fracassato le pelotas per tutta la notte; i tuoi accompagnatori hanno fatto la notte in bianco cazziando al buio qualsiasi cosa si muovesse, camerieri e autista compresi. Tutti partite dopo aver fatto colazione a lume di candela, senza esservi lavati. I tuoi presagi si stanno confermando tutti.

Ore 11.00: incontro con la guida ad Epidauro. Il tizio sembra Charlie Brown ed è flemmatico come un ghiacciaio che erode un monte, per millenni. Nel frattempo gli alunni si sono inzuppati visitando il teatro, sembrano dei pulcini bagnati e porconianti.

Ore 12.30: a Micene grazie a Dio piove di meno, ma in pochi scendono dal bus. Visitando le mura ciclopiche molti rischiano di scivolare, i più tentano la via della broncopolmonite per tirare a casa fino a Pasqua. Un evento ti fa ghiacciare il cuore: hai scoperto che D. ha avuto successo con la malcalpitata, e da questa cosa può nascere solo il male assoluto.

Fate una corsa sotto la pioggia per raggiungere il megaron, vista bellissima. Visita alla tomba a tholos di Agamennone, mediti di rinchiudere lì dentro alcuni fra i tuoi alunni, D. in primis.

Ore 13.00: la guida è più brava come food blogger, organizza un pranzetto coi fiocchi, L’ultimo pranzo greco vede gli accompagnatori buttarsi sulla moussaka e sull’insalata greca come se non ci fosse un domani.

Ore 16.00: arrivo a Patrasso, in ritardo. K. ha una crisi isterica perché non ha mangiato di nuovo dopo due ore dal pranzo. S. supera il confine senza problemi, un’altra alunna scopre di non trovare la carta d’identità. Seguono maledizioni, invocazioni ai santi, presagi di sventura; il documento viene ritrovato, tra gli insulti, nel borsello.

Ore 18.00: lezione di storia. Gli alunni seguono pensando alle spiagge greche e, plausibilmente, alla tua morte.

Ore 23.00: dopo cena. Lasciate liberi gli alunni. Gravissimo errore.




Domenica




Ore 3.00 di notte: dalla reception chiamano il prof. B., dicendo un alunno morto sul ponte. Il collega e la collega R. rischiano l’infarto. Ma i greci parlano inglese peggio di voi: volevano dire che l’alunno vomita. R. e S. incazzatissimi iniziano il controllo di tutte le camere: gli alunni vengono sottoposti a test alcolemico, visita ginecologica, visita urologica ed esplorazione rettale, tortura del sonno.

Ore 11.00: lezione di storia, cerchi di salvare l’altra classe dalla prossima verifica.

Ore 14.00: pranzo e sbarco. Su suolo italico gli alunni baciano la terra, preceduti dagli accompagnatori.

Ore. 17.00: sosta. Assalto al McDonald. Segue costante rischio di vomito nelle restanti due ore di viaggio.



Ore 19.00: arrivo a Verona. Tutti sani e salvi, grazie a Dio. Tutti vi salutate, confidi che domani non verranno. Segue fuga casa e ringraziamento al cielo.

Commenti

  1. Sono la sorella di alunna K. e per quanto mi riguarda ho letto un capolavoro simile ad una tragedia di Euripide.

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  2. Sono la sorella della alunna K. e ho appena letto un capolavoro simile ad una tragedia di Euripide.

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  3. Racconto Epico che spazia tra acuti di collera sopita e grassa ilarità carpe diem. Or ora mi sovviene il ruolo di Zeus ed i suoi strali dall’Olimpo della vita. Viaggio sicuramente sofferto… ma intenso e meraviglioso.

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