Ricordi dormienti, Patrick Modiano

Copertina: Einaudi
Ricordi dormienti di Patrick Modiano è un libro che ci ricorda, ancora, quanto dobbiamo alla letteratura e all'analisi degli inizi del Novecento. Nelle improvvise epifanie di Jean, il protagonista del romanzo, è impossibile non scorgere il rifiorire della memoria di Proust. Con le opportune differenze: mentre le epifanie di Proust sono inconsapevoli e folgorati, Jean decide di voler ricordare (e decide anche cosa omettere), Così, aggirandoci per le strade di Parigi, incontriamo donne, soprattutto donne, in cerca anch'esse di qualcosa. C'è nei personaggi di Modiano sempre questo non detto, questa ricerca continua di qualcosa che però nessun personaggio sa ben definire: non è la felicità, perché sembra quasi che le creature dell'autore si guardino bene dall'avvicinarsi ad essa; è invece la stessa docile irrequietezza di uomini normali che nascondono interessi epocali a muovere la trama degli incontri. Così si spiega perché il filo logico del racconto sia così flebile, sottile la trama, caratterizzata da salti temporali e logici. Jean vive sul confine tra sogno e ricordo, ma sono sogni e ricordi che vuole e non vuole portare alla luce. Fino all'ultimo, pieno di ombre ed omissioni, ed un omicidio di cui così poco ci viene detto dall'autore perché non è un giallo quello che stiamo leggendo, ma un lento e malinconico trattato sulla memoria.

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