Raccolta di considerazioni politiche, o della settimana in cui il M5S si suicidò



14 febbraio

Post serio del giorno.

In Italia si è fatto un casino della madonna perché, nel Parlamento Europeo, uno dei massimi esponenti di quel Parlamento (che come istituzione rappresenta anche l'Italia e gli Italiani, che per quella istituzione votano i propri delegati), ha apertamente criticato Conte dicendo quello che poi, senza troppi giri di parole, viene detto anche in Italia: che è un burattino.
Sempre in Italia si fa un casino della madonna ogni qual volta un esponente delle "élite" straniere, addirittura, osa giudicare l'operato delle forze politiche italiane: si apre allora il processo per lesa maestà, si ricorda che la sovranità appartiene al popolo che si esprime con le elezioni, che si stava meglio quando si stava peggio, che quando c'era LUI si stava con le porte aperte, che non esistono più le mezze stagioni. Tutto bello. Ipocrita ma bello.
Perché ipocrita? Perché la feccia che ci governa fa molto, molto, molto di peggio.
Qualche giorno fa, magari non ve ne siete accorti, è scoppiata la più grave crisi diplomatica tra Francia e Italia dalla Seconda Guerra Mondiale. Perché? Perché Giggino nazionale, vice presidente del Consiglio nonché capo politico del M5S, attuale primo partito del paese, è andato in Francia. Primo sgarbo istituzionale: se vai, tu che hai altissime cariche pubbliche nel tuo paese, in un paese vicino e amico, avvisi il governo locale, anche solo perché venga garantita la tua sicurezza. Ma lui no, lui di queste cose non si cura o, semplicemente, non ci pensa, non ci arriva. Secondo e ben più grave sgarbo istituzionale: Di Maio, quello che non si può criticare perché il popolo bla bla bla, se ne è andato a cercare l'alleanza politica con tal Chalençon, leader di estrema destra dei gilet gialli (per chi non avesse ancora capito qual è la direzione politica del M5S). Cosa c'è di male? Che tale Chalençon propugna e inneggia al golpe militare contro il governo regolarmente eletto in Francia, si dichiara pronto alla guerra civile e a destituire con la forza delle armi le istituzioni del suo paese.


Pensate cosa si sarebbe detto in Italia a ruoli invertiti, e quando fate finta di non capire perché siamo isolati nel mondo e zimbello dell'Europa, rileggete il post dalla prima parola.


Secondo e ultimo post serio della giornata.

Da domani, con ogni probabilità, si avvierà l'iter parlamentare che porterà all'approvazione dell'autonomia per Lombardia, Veneto ed Emilia. Dato che vedo pochissime persone parlarne, le ipotesi che ne posso trarre sono due: o non ve ne frega niente, o non ci avete capito una mazza. Volendo sperare si tratti della seconda (comunque grave), cercherò di spiegare perché si tratterebbe di un colpo gravissimo alle istituzioni italiane.
Detta in maniera semplice: Lombardia e Veneto e, in misura minore, l'Emilia Romagna, chiedono di avere massima autonomia e libertà nell'amministrazione delle proprie regioni e dei propri territori. Lo fanno in applicazione dei principi costituzionali che obbligano lo Stato e devolvere i propri poteri nella misura maggiore possibile (ed è su questo concetto che si gioca il destino del paese) e sulla base dei referendum tenutisi in Lombardia e Veneto (che però non hanno alcun valore legale, e ci mancherebbe, visto che, in questo caso, tra le altre cose una piccola parte del paese vorrebbe decidere con un referendum sul gettito fiscale che, ad oggi, fa capo a tutti i contribuenti, compresi quelli delle altre regioni).
Lombardia, Veneto ed Emilia partono dall'esempio delle regioni a statuto speciale (senza, ad ogni modo, che la gestione di queste regioni sia davvero analizzata, perché se dovessimo comparare con l'unica regione che per dimensioni e complessità potrebbe essere termine di paragone, la Sicilia, il risultato sarebbe impietoso e dirimerebbe immediatamente la questione).
Quali sono i punti cruciali della questione? Se passasse questa forma di autonomia richiesta dalle regioni con l'economia più forte del paese, d'ufficio i 9 decimi del gettito fiscale prodotto in quelle regioni dovrebbe rimanere obbligatoriamente sul territorio. Oggi infatti la redistribuzione delle risorse raccolte dalle tasse segue il principio di solidarietà: le risorse raccolte vanno dislocate preferibilmente dove ce n'è più bisogno, quindi verso i territori più poveri, per contribuire al loro sostentamento. Del resto, questo principio è applicato solo relativamente: ad oggi il 68% della popolazione italiana, quella che vive nel centro nord, riceve il 75% delle risorse raccolte attraverso il gettito fiscale; tuttavia con l'autonomia delle tre regioni la situazione si aggraverebbe ulteriormente.
Inoltre tutta una serie di poteri che oggi appartengono allo Stato centrale passerebbero alle regioni: i centri dell'impiego, per esempio, e la conseguente gestione dell'appena varato Reddito di cittadinanza (del resto finanziato attraverso il gettito fiscale), con la conseguenza che ogni regione baderebbe a gestire il proprio welfare, e se non avete i soldi perché vivete in una regione povera, amen, niente welfare e niente servizi. Stesso discorso per il sistema scolastico, che passerebbe da nazionale a regionale, con conseguenze sui contratti degli impiegati nel settore, a cui verrebbe vietato il trasferimento extraregionale, ma anche sui programmi scolastici, che potrebbero variare sensibilmente da nord a sud (da lì alla cancellazione del valore legale del titolo di studi il passo sarebbe brevissimo). Ancora, il passaggio di consegne dallo Stato alle regioni riguarderebbe anche il sistema sanitario, che sarebbe ancor di più parcellizzato, le infrastrutture, già fatiscenti al meridione. Insomma, se venissero accettate le richieste delle tre regioni, andremmo verso la secessione da sempre richiesta dalla Lega.
Una considerazione: forse i tanti amici che vivono nel meridione e che hanno votato M5S, i quali non si stanno scaldando per questa dirompente proposta, non hanno chiaro che qui al Nord il passaggio della proposta dal Consiglio dei ministri e poi dal Parlamento è dato per scontato. Qui al Nord la Lega è convintissima di avere già vinto la propria battaglia e che il M5S, per non far cadere il governo, non potrà non far passare la riforma (è lo stesso discorso dell'incriminazione di Salvini, e infatti, vedrete, Salvini non andrà a processo, perché ai dilettanti del M5S quelle poltrone non le togli neanche se li prendi a sprangate, e pur di non alzarsi, voteranno qualsiasi cosa).
Se domani la regione in cui vivrete avrà meno risorse, vi offrirà servizi (ancora) peggiori e sarà vista sempre più come un peso per chi vuole e vorrà l'indipendenza, ecco, tutto questo accadrà perché oggi non state credendo che quello che accade tra Milano, Venezia e Roma sia per voi realmente importante.

15 febbraio

È bello sapere che Giggino nazionale abbia abbandonato a loro stessi gli estremisti di destra dei gilet gialli, tuttavia, faccio notare, le posizioni di Chalencon sono note da mesi. Indi, Di Maio, vicepresidente del Consiglio, va a stringere alleanze senza neanche sapere con chi ha a che fare? Oppure i M5S conoscevano le posizioni del proprio interlocutore e hanno dovuto lasciare perdere solo perché quelle posizioni sono diventate di dominio pubblico anche in Italia? Se permettete, tutte e due le prospettive sono inquietanti: la prima ci dice che il governo del paese è in mano ad inesperti incapaci, la seconda invece che siamo in mano ad incapaci con tendenze sovversive.
Decidete voi.

16 febbraio

Non crederete davvero che il voto su Rousseau sia libero? Se i vertici M5S avranno già deciso che, per arginare l'emorragia di voti, occorrerà fare cadere il governo mandando Salvini a processo, domani il portale dichiarerà che la maggioranza degli iscritti avrà votato sì; se, invece, Giggino e Casaleggio penseranno che il processo sia una ribalta per Salvini e che, per salvare il salvabile, occorre vivacchiare almeno fino a dopo le europee, allora domani il portale dichiarerà il suo no. Punto. Se credete nella democrazia diretta pentastellata, citando Tucidide, mente mi compiaccio della vostra ingenuità, non invidio la vostra follia.

17 febbraio

«Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.»

Comma 22, Joseph Heller

17 febbraio

Non è solo tragico che il tutto sia risolto con un voto farsa su Rousseau. È tragico il fatto che per salvare Salvini si finga che lo sbarco di 177 disgraziati fosse un'emergenza nazionale tale da giustificare la soppressione dello stato di diritto e delle libertà individuali #neancheruby

18 febbraio

Il quesito da votare su Rousseau:
Vero che vuoi salvare Salvini?
sì se lo vuoi salvare,
no se neghi di non volerlo salvare.
Esatto, lo salviamo, che sennò andiamo tutti a casa e ci tocca cercarci un lavoro.

18 febbraio

#Honestah #honestah #homestah ! (Ricordatevi della prova di forza del 3 gennaio 1925 e di cosa accadde quando nessuno levò seriamente la voce contro la soppressione dello stato di diritto)

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