Ancora sulle bufale sul gender e la scuola
Mi trovo ancora una volta a scrivere della teoria gender o del gender perché, fra i miei contatti, anche molto stretti, mi è capitato di osservare questa locandina, su cui, credo, ci sia molto da dire. Perciò, cominciamo.
Partiamo da quanto di infondato si dice dal punto di vista dei programmi e dell'organizzazione scolastica. Intanto, il patto di corresponsabilità è, a punto, un patto, che già da parecchi anni si fa firmare nelle scuole. in pratica è un patto che viene stabilito tra scuola e famiglia, le regole, i diritti e i doveri condivisi. Se un genitore non firmasse il patto di coresponsabilità, che è fondato sul POF (o in futuro il POTF) della scuola, ovvero il Piano dell'Offerta Formativa della scuola scelta, in linea molto teorica l'alunno/a non dovrebbe essere accettato a scuola. E questo ha un senso: se scegli di mandare tuo figlio presso la scuola X dovrebbe essere perché hai letto il POF, che è pubblico e scaricabile dai siti delle scuole o richiedibile a scuola. Se non ti va bene il POF, non iscrivi lì tuo figlio.
Per quanto riguarda la questione Gender. Intanto, va precisato che non esiste alcun documento pubblico che parli in alcun modo di teoria gender. La legge 107/2015, la cosiddetta Buonascuola, criticabile per tantissime altre questioni, istituzionalizza una cosa che già si fa a scuola, anche se forse troppo poco, ovvero la lotta contro ogni discriminazione, sessuale, religiosa, etnica, politica. Si sancisce che ogni scuola nel proprio POF debba inserire delle attività di lotta e prevenzione contro le discriminazioni.
Sulle pratiche legate alla lotta contro le discriminazioni a scuola molto si è detto, e spesso a sproposito; per esempio si è parlato di maestre che insegnano agli alunni a masturbarsi o che confondono i generi sessuali dei bambini. In realtà già da anni nelle scuole si praticano giochi di ruolo, ovvero il "mi metto nei panni di" per vedere che cosa cambia cambiando prospettiva. La pratica nasce dagli studi di psicologia, era in origine adoperata come terapia, sia individuale che di gruppo, per curare diverse patologie evitando l'uso dei farmaci. Strada facendo tuttavia i giochi di ruolo sono diventati anche pratica didattica e vera e propria attività ludica, essendone riconosciuta l'utilità per lo sviluppo pratico di un'intelligenza critica. Per quanto riguarda la masturbazione infantile, studiata già da Freud, è un comportamento che si riscontra normalmente anche fra i bambini come fenomeno di autoesplorazione, nulla comunque di cui preoccuparsi, anche se ovviamente ne va monitorata l'intensità.
Infine, sulla teoria gender o del gender, va detto che non esiste alcuno studio scientifico che contempli questa teoria. In realtà l'uso di questa definizione è abbastanza approssimativo, facendo riferimento ai numerosi "studi di genere", comparsi dagli anni '60 fino ad oggi, soprattutto in ambito sociologico, antropologico, psicologico e artistico-letterario. Questi studi volevano approfondire una domanda fondamentale, ovvero se esistevano differenze di comportamento legate alla biologia o alla cultura dell'uomo e della donna, e come queste differenze si sono evolute.
Oggi antropologi e psicologi sono abbastanza concordi nel definire due concetti diversi, ovvero sesso biologico, per sua stessa natura legato ai geni di cui siamo espressione, e genere sessuale, ovvero il come ci autorappresentiamo e pensiamo come uomo, donna o qualsiasi altra variante. Il genere sessuale, a differenza del sesso biologico, è quindi definito più da componenti culturali e sociali, è variabile: una donna può rappresentarsi e pensarsi femminile, per esempio, in maniera molto diversa a seconda della cultura in cui è calata. Scopo degli studi di genere è quindi capire il limite tra le differenze tra i sessi, sia da un punto di vista biologico che da un punto di vista culturale
Quando si parla di teoria gender, che non esiste in scienza né in alcun documento o programma scolastico, invece si fa riferimento ad una presunta volontà occulta di confondere gli alunni, con il fine di diffondere l'omosessualità. Questa teoria in realtà nasce sulle riviste Tempi e Avvenire, legate al Cristianesimo, avendo poi largo seguito tra le organizzazioni omofobe, i partiti e i movimenti politici di estrema destra, i siti specializzati nella distorsione delle notizie e il conseguimento di guadagni dai click sulle pagine. Tale teoria non ha alcun riscontro reale nel dibattito scientifico. La stessa definizione di teoria gender o del gender gioca sulla confusione terminologica della mancata traduzione della parola gender, termine inglese, che, a punto, vuol dire "genere".
Partiamo da quanto di infondato si dice dal punto di vista dei programmi e dell'organizzazione scolastica. Intanto, il patto di corresponsabilità è, a punto, un patto, che già da parecchi anni si fa firmare nelle scuole. in pratica è un patto che viene stabilito tra scuola e famiglia, le regole, i diritti e i doveri condivisi. Se un genitore non firmasse il patto di coresponsabilità, che è fondato sul POF (o in futuro il POTF) della scuola, ovvero il Piano dell'Offerta Formativa della scuola scelta, in linea molto teorica l'alunno/a non dovrebbe essere accettato a scuola. E questo ha un senso: se scegli di mandare tuo figlio presso la scuola X dovrebbe essere perché hai letto il POF, che è pubblico e scaricabile dai siti delle scuole o richiedibile a scuola. Se non ti va bene il POF, non iscrivi lì tuo figlio.
Per quanto riguarda la questione Gender. Intanto, va precisato che non esiste alcun documento pubblico che parli in alcun modo di teoria gender. La legge 107/2015, la cosiddetta Buonascuola, criticabile per tantissime altre questioni, istituzionalizza una cosa che già si fa a scuola, anche se forse troppo poco, ovvero la lotta contro ogni discriminazione, sessuale, religiosa, etnica, politica. Si sancisce che ogni scuola nel proprio POF debba inserire delle attività di lotta e prevenzione contro le discriminazioni.
Sulle pratiche legate alla lotta contro le discriminazioni a scuola molto si è detto, e spesso a sproposito; per esempio si è parlato di maestre che insegnano agli alunni a masturbarsi o che confondono i generi sessuali dei bambini. In realtà già da anni nelle scuole si praticano giochi di ruolo, ovvero il "mi metto nei panni di" per vedere che cosa cambia cambiando prospettiva. La pratica nasce dagli studi di psicologia, era in origine adoperata come terapia, sia individuale che di gruppo, per curare diverse patologie evitando l'uso dei farmaci. Strada facendo tuttavia i giochi di ruolo sono diventati anche pratica didattica e vera e propria attività ludica, essendone riconosciuta l'utilità per lo sviluppo pratico di un'intelligenza critica. Per quanto riguarda la masturbazione infantile, studiata già da Freud, è un comportamento che si riscontra normalmente anche fra i bambini come fenomeno di autoesplorazione, nulla comunque di cui preoccuparsi, anche se ovviamente ne va monitorata l'intensità.
Oggi antropologi e psicologi sono abbastanza concordi nel definire due concetti diversi, ovvero sesso biologico, per sua stessa natura legato ai geni di cui siamo espressione, e genere sessuale, ovvero il come ci autorappresentiamo e pensiamo come uomo, donna o qualsiasi altra variante. Il genere sessuale, a differenza del sesso biologico, è quindi definito più da componenti culturali e sociali, è variabile: una donna può rappresentarsi e pensarsi femminile, per esempio, in maniera molto diversa a seconda della cultura in cui è calata. Scopo degli studi di genere è quindi capire il limite tra le differenze tra i sessi, sia da un punto di vista biologico che da un punto di vista culturale
Quando si parla di teoria gender, che non esiste in scienza né in alcun documento o programma scolastico, invece si fa riferimento ad una presunta volontà occulta di confondere gli alunni, con il fine di diffondere l'omosessualità. Questa teoria in realtà nasce sulle riviste Tempi e Avvenire, legate al Cristianesimo, avendo poi largo seguito tra le organizzazioni omofobe, i partiti e i movimenti politici di estrema destra, i siti specializzati nella distorsione delle notizie e il conseguimento di guadagni dai click sulle pagine. Tale teoria non ha alcun riscontro reale nel dibattito scientifico. La stessa definizione di teoria gender o del gender gioca sulla confusione terminologica della mancata traduzione della parola gender, termine inglese, che, a punto, vuol dire "genere".
Detto tutto ciò, se è legittimo discutere su temi come l'omosessualità e i diritti delle coppie omosessuali, l'adozione per le coppie omosessuali o pratiche come quella dell'utero in affitto, tutte questioni su cui sono ragionevoli opinioni anche molto diverse tra di loro, non è invece lecito adoperare come strumento per il dibattito l'invenzione o la distorsione delle notizie, né la mistificazione delle conclusioni a cui la scienza, sempre in maniera provvisoria, è giunta nel corso degli ultimi decenni. Tali pratiche giungono da gruppi che con la ricerca scientifica non hanno nulla a che spartire, che adoperano la distorsione dei fatti come strumento propagandistico. In taluni casi spingendo verso pratiche che sono chiaramente discriminatorie e omofobiche, e come tali vanno denunciate.
Commenti
Posta un commento