Degli umanisti e dell'orrore del dato oggettivo
È difficile dire perché oggi mi sia venuta voglia di parlare di umanisti. A dire la verità, il caso specifico è abbastanza meschino, una cosa da nulla che però ti spinge a riflettere sui massimi sistemi. Capita così sui social network di ritrovarti a litigare con una collega, dottoranda a Cambridge, critica letteraria; litigare su tutt'altro che la letteratura, eppure essere colpiti dal modo di ragionare, dall'inconsistenza delle risposte e del metodo. La realtà interpretata esclusivamente attraverso le impressioni, il disconoscimento del valore del dato oggettivo. Di cosa si discuteva? Del livello della disoccupazione in Italia: secondo la collega, critica letteraria, la disoccupazione nel nostro paese raggiungeva la cifra stratosferica del 50%. In principio con le buone, poi con altri metodi, ho cercato di far capire alla collega che la disoccupazione in Italia raggiunge circa il 12,5% dei possibili lavoratori, certo con quote molto più alte per i giovani tra i 16 e i 35 anni...