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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

Degli umanisti e dell'orrore del dato oggettivo

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È difficile dire perché oggi mi sia venuta voglia di parlare di umanisti. A dire la verità, il caso specifico è abbastanza meschino, una cosa da nulla che però ti spinge a riflettere sui massimi sistemi. Capita così sui social network di ritrovarti a litigare con una collega, dottoranda a Cambridge, critica letteraria; litigare su tutt'altro che la letteratura, eppure essere colpiti dal modo di ragionare, dall'inconsistenza delle risposte e del metodo. La realtà interpretata esclusivamente attraverso le impressioni, il disconoscimento del valore del dato oggettivo. Di cosa si discuteva? Del livello della disoccupazione in Italia: secondo la collega, critica letteraria, la disoccupazione nel nostro paese raggiungeva la cifra stratosferica del 50%. In principio con le buone, poi con altri metodi, ho cercato di far capire alla collega che la disoccupazione in Italia raggiunge circa il 12,5% dei possibili lavoratori, certo con quote molto più alte per i giovani tra i 16 e i 35 anni...

Satoru Iwata e il Nintendo style

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“Sul mio biglietto da visita c’è scritto che sono presidente d’azienda. Nella mia testa sono uno sviluppatore di videogame. Ma nel mio cuore sono un giocatore” Il presidente della Nintendo Satoru Iwata, successore di Hiroshi Yamauchi, è morto giorno 11 Luglio del 2015. Iwata, come il suo predecessore e il geniale Shigeru Miyamoto, è stato l'artefice di quello stile impalpabile che caratterizza le creazioni della Nintendo. Venuto su nella Hal Factory, Iwata è stato il creatore assieme a Masahiro Sakurai di uno dei personaggi più iconici della grande N, Kirby, il "coso" rosa, carino e coccoloso, protagonista di numerose avventure a partire dal 1992. Kirby è diventato con Mario e altri personaggi uno dei capisaldi delle line up di videogiochi Nintendo. Iwata assurge alla presidenza della Nintendo nel 2002, in un periodo di crisi: dopo i fasti del Super Famicom e del Gameboy, l'azienda ha vissuto il mezzo fallimento del Nintendo64, macchina superiore alle rivali ...

Umberto Curi, la democrazia ateniese del V secolo e l'Europa di oggi

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Proprio oggi il Corriere Della Sera pubblica un articolo di Umberto Curi, che trovate in basso, in cui il filosofo cerca di dimostrare l'errata attribuzione della democrazia, come la concepiamo, alla Grecia antica, ovviamente, nello specifico ad Atene. Per un ragionamento più dettagliato sulla nascita della democrazia ateniese vi rimando ai seguenti link e post . Quello che qui interessa è fare notare come il filosofo compia nella sua disamina storica degli evidenti errori di metodo, per stabilire poi se questi errori siano o meno voluti e se inficino o no la sua teoria. Partendo dalla prima questione, Curi sostiene che la parola democrazia nasca con valore spregiativo alla fine del V secolo: l'affermazione, di per sé corretta, non risponde tuttavia completamente alla questione di fondo, ovvero cosa sia la democrazia ateniese e come venisse rappresentata da chi ne era fautore. Stando alle fonti primarie al riguardo, Erodoto e Tucidide in primis, il regime politico inaugur...

Il ministro Giannini finge di non sentire e non risponde alle domande dell'intervistatrice

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Senza oneri per lo stato - Metronews 06/07/2015

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Articolo pubblicato su Metronews giono 06 - 07 - 2015 Metronews 06 / 07 / 2015 Senza oneri per lo stato from Sebastiano Cuffari

Su Umberto Eco, Tsipras e la manica di imbecilli da Web (o della complessità)

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Su Umberto Eco e la storia degli imbecilli sul web tanto si è scritto e detto. Per chi non ricordasse, basti leggere per esempio l'articolo su  La Stampa di Torino .  Non ho di certo la voglia o la possibilità di commentare, per condividere o smentire, le posizioni di Eco. Quello che qui mi interessa è piuttosto un ragionamento più ampio sul rapporto tra web e complessità. Prendiamo il referendum greco del 6 Luglio: il web s'è scatenato in una folla di sfegatati schierati per il sì o per il no della Grecia verso il piano proposto dai creditori. Ma quanti, non dico fra i Greci, ma fra i tifosi dei due schieramenti, sanno realmente cosa prevede il piano proposto dai creditori? Quanti conoscono le eventuali conseguenze per la Grecia? Quanti fra quelli che invocano provvedimenti simili per il nostro paese, sanno cosa realmente potrebbe accadere uscendo dalla zona Euro, o addirittura dalla UE? Basti pensare alle posizioni espresse in ogni dove dalla Lega Nord e dai suoi soste...

Bufale e insegnanti, un rapporto patologico

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Parlando di rifiuto della complessità e appiattimento su ciò che è fisicamente di fronte a noi, non ci si deve spingere così in là, arrivare fino a problemi talmente vasti e complessi come quelli del debito pubblico e dei piani di ristrutturazione di un paese, o dei suoi rapporti con i suoi partner commerciali e politici. Per rimanere un po' di più ancorati alle bieche questioni di casa nostra, parliamo per l'ennesima volta di scuola. Non di riforma, però, ma di analfabetismo funzionale. E non dell'analfabetismo degli utenti, ma di quello di chi la scuola la fa, ovvero gli insegnanti. Si guardi l'immagine Una persona un minimo attenta, specie se si tratta di una persona che dovrebbe insegnare il pensiero critico, dovrebbe guardare questa foto con molta perplessità. Partiamo dal contenuto, un premier che dice una frase così forte sul suo elettorato e che viene riportata da una testata giornalistica. Sicuramente uno scoop, che dovrebbe essere avvalorato da Il Fatto...

David Foster Wallace, Una cosa divertente che non farò mai più

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foto: amazon.it Una cosa divertente che non farò mai più, di David Foster Wallace, è una cronaca giornalistica: la cronaca giornalistica che Wallace tiene per la Harper's recensendo, o meglio, raccontando una crociera di lusso attraverso i Caraibi. Non si tratta quindi di un romanzo, non possiamo quindi aspettarci le prodezze narrative a cui Wallace ci abituava. Tuttavia la verve dell'autore riesce a scaturire alla luce anche in questo breve libro, nel racconto dei dettagli e delle sensazioni provate dal filosofo-giornalista-scrittore-nerd-sociopatico-agorafobico. Ci si imbatte così sin dall'inizio in un mondo al confine tra il paradosso, il sarcasmo e l'alienazione. Il turista medio americano, un coacervo di uomini e donne in pensione che si godono i risparmi di una vita, affaristi, giovani palestrati e donnette capricciose, viene descritto, analizzato, compreso e annientato nei suoi tic, nelle sue abitudini, nel suo rapportarsi con il mondo. Tuttavia lo sguardo ...