Fascismo liquido

Proprio ieri Marine Le Pen dichiarava l'utilità della tortura. A questa dichiarazione seguiva, qualche minuto dopo, una smentita che sapeva di fregatura. Infatti la politica francese aveva dichiarato (per le citazioni la fonte è il seguente articolo di Polisblog)

"La tortura...può essere utile [...] Troppo facile andare in tv e fare gli scandalizzati. Io invece credo che la gente che si occupa di terroristi, che deve ottenere informazioni da loro, è gente responsabile, che salva vite umane e ci possono essere dei casi in cui tutti i sistemi possono essere utili per far parlare un certo tipo persone. Bisogna riuscirci, e con tutti mezzi possibili".

Ma a questa dichiarazione seguiva la ritrattazione su Twitter, in evidente contraddizione.
"Interpretazione malevola. Tutti i mezzi possibili: i mezzi della legge, evidentemente non la tortura".

Interprétation malveillante. Face au terrorisme, pas d'angélisme. "Les moyens qu'on peut" : les moyens de la loi, évidemment pas la torture.

C'è qualcosa in questo gioco della Le Pen che noi conosciamo bene. Si parla di esposizione per eccesso, ma io, citando Vattimo, parlerei di politica liquida. 
Come dicevo, si tratta di qualcosa che conosciamo, una tecnica ben nota nel ventennio berlusconiano, quella del dire qualcosa, spesso un colpo assestato allo stomaco dei diritti o della costituzione, per ritrattare in maniera rassicurante. Una tecnica del genere è utile, serve a testare la reazione dell'elettorato e, allo stesso tempo, a tenersi sempre sulla cresta dell'onda. Marco Antonio un tempo incoronò Giulio Cesare di fronte alla folla per testarne la reazione, e di fronte ai fischi, fu proprio il dittatore a rifiutare la corona, ingraziandosi la massa.

Ma c'è di più: nell'epoca del pensiero liquido, della negazione della certezza, chi può dire cosa abbia realmente detto o pensato la Le Pen? Chi può dire che la sua smentita sia o no più credibile della prima affermazione? Nell'epoca dell'incertezza il politico di turno può dire qualsiasi cosa per poi ritrattarla, e sperare in questo modo di dare un colpo al cerchio e uno alla botte.

Ma Le Pen, e con lui nello stesso giorno il corrispondente italiano Salvini che, contemporaneamente dichiarava di essere per la castrazione chimica per gli stupratori, decide di compiere un passo in più. Se non c'è un limite alla tecnica, perché limitarsi? Ed ecco che allora vengono rispolverati i temi di un vecchio fascismo che pensavamo superato: invece il moto di antipolitica europea, il desiderio di eversione, il desiderio di un conflitto sempre più avvertito come liberatorio, la violenza contro il diverso, la riscoperta della violenza verbale e fisica (guardiamo ai nostri Casa Pound e allo schifo che si è impossessato di Roma) Tutto è giustificabile perché esiste e non esiste, è sempre ritrattabile. In questo senso l'antipolitica grillina è certamente più acerba, fatta di slogan e urla talmente evidenti e ridondanti da non essere nascondibili, anzi, nell'inesperienza della comunicazione pentastellata, il grillismo si gloria della propria fermezza. Paradossalmente, quella di Grillo and company è una comunicazione violenta ma datata.

Così su Twitter, su Facebook, a mezzo stampa o sottovoce si diffonde un nuovo fascismo strisciante, fatto di felpe e di facce per bene. Un fascismo liquido, un fascismo del ventunesimo secolo, a cui si dovrà rispondere con nuove armi ermeneutiche. Perché la contingenza economica non fa altro che favorire questo fascismo nuovo e vecchio ad un tempo.

foto: mattinonline.ch

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