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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

Il naufragio della Norman Atlantic e l'agghiacciante giornalismo di destra

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Il Naufragio della Norman Atlantic avvenuto in questi giorni è stato, tra le altre cose, un'ottima palestra per il più becero giornalismo italiano. Tante cose si sono dette. Per esempio, come riporta Gad Lerner in  questo articolo  Libero non ha potuto esimersi dall'incolpare Matteo Renzi per le 11 vittime. Come se il Presidente del Consiglio fosse al comando della nave o fosse materialmente al comando delle operazioni di salvataggio. Ma se ancora queste accuse, anche se ingenerose, possono essere comprensibili pensando a Renzi come a colui che ha moralmente la responsabilità della guida degli apparati e delle istituzioni italiane, sono invece realmente imbarazzanti, xenfobe, islamofobe nonché infondate le considerazioni pubblicate su il Foglio nella  Preghiera del 30 Dicembre . Nell'articolo sopracitato, riprendendo quanto dichiarato da alcuni passeggeri, si afferma che degli uomini, nel tentativo di fuga dalla nave, avrebbero colpito e calpestato del...

Coppie massacrate e malo giornalismo

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Voxnews è noto per i suoi articoli tendenziosi. In questi giorni uno di essi ha goduto di una certa diffusione e condivisione in rete; l'articolo in questione racconta la vicenda di una coppia danese che, nei pressi di Copenhagen, secondo la ricostruzione confermata dalle forze dell'ordine locali, è stata aggredita prima da un ragazzo di colore, di probabile origine somala, e poi da un branco, sempre probabilmente di origine straniera. Fin qui i fatti, pur con molti commenti più o meno appropriati, raccontati anche da Voxnews. A questi fatti si somma poi il solito castello di frottole, dati non verificabili, interpretazioni e commenti. Infatti nell'articolo si dice che le foto pubblicate provengono dal profilo della ragazza vittima del pestaggio, peccato però che il link riportato non porta a nessun profilo Facebook, bensì a questo sito http://www.uriasposten.net/archives/62498 , di certo non una pagina Facebook, bensì un sito (blog?) d'informazione danese. Non pe...

App per la flipped classroom, Explain everythink

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Explain everythink è un ottima applicazione per tablet che consente di adoperare il proprio device come una lavagna interattiva. Le nostre lezioni potranno poi essere videoregistrate per essere poi salvate sul dispositivo o caricate sul proprio canale Youtube. L'applicazione funziona realmente bene, non presenta limitazioni ed è quindi davvero molto consigliata.

Sidney Sibilia, Smetto quando voglio

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Smetto quando voglio è un simpaticissimo film di Sidney Sibilia. Il film racconta le vicende di un gruppo di ricercatori squattrinati che per sopravvivere a Roma si inventano spacciatori. Si succedono vicende sempre più comiche, in un crescendo assurdo, passando per boss, baroni universitari ed escort. Il film, molto divertente, mette in luce l'allucinante situazione dei ricercatori italiani, troppo qualificati per i lavori comuni, troppo disgraziati lavorare in un mondo, quello universitario, massacrato dai tagli alla ricerca.

Hayao Miyazaki, Si alza il vento

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Si alza il vento è l'ultimo film di Hayao Miyazaki. L'opera racconta la storia di un ingegnere aeronautico, il signor Jiro, della sua passione e per il disegno e la produzione di aerei e per il suo amore  per la bella e malata Nahoko.  L'opera è il testamento cinematografico di Miyazaki, regala alcune fra le sequenze più poetiche nella storia della produzioni dello studio Ghibli. La sequenza finale è uno struggente addio dalla vita e dai disegni di uno dei più grandi registi del cinema contemporaneo, nonché dell'uomo che, se ancora ce ne fosse bisogno, ha dimostrato come il cinema d'animazione non sia per forza cinema per bambini.

Neil Gaiman, Coraline

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Coraline è un romanzetto pubblicato nel 2003 da Neil Gaiman, vincitore, tra gli altri, del premio Hugo. La protagonista di questo racconto lungo, Coraline a punto, sempre in cerca di qualcosa di eccitante che possa riempire le sue vacanze da scuola, malgrado il divieto della madre apre una porta misteriosa chiusa a chiave e si ritrova in un mondo parallelo, con nuovi mostruosi genitori. Nel suo tentativo di tornare a casa la aiuteranno un g atto parlante e tre spettri di bambini imprigionati in questo mondo parallelo. Il romanzetto, pur non eccellendo, è forse fra le cose migliori scritte da Gaiman fuori dalle pagine di fumetti. Certo c'è da chiedersi come un autore tanto profondo tra i baloon possa divenire così banale quando si trasforma in autore di racconti.

Makoto Shinkai, Il giardino delle parole

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Il giardino de!le parole è un bel film d'animazione uscito in Giappone nel 2013, ad opera di Makoto Shinkai. Il film rappresenta la storia di  Takao, quindicenne giapponese appassionato del disegno e produzione di scarpe, e della professoressa Yukino, vittima di dicerie nella scuola in cui insegna, tanto da perdere ogni fiducia in se stessa e la voglia stessa di lavorare. I due protagonisti inizieranno ad incontrarsi e a frequentarsi, dopo che  per caso si sono ritrovati in un giardino nel centro di Tokyo, per ripararsi dalla pioggia. Il film, ricco di momenti di riflessione e di silenzi, racconta il valore della parola disinteressata, del dialogo, dello scambio di emozioni. Di come persone del tutto diverse possano conoscersi e divenire qualcosa di speciale l'uno per l'altra, malgrado la differenza d'età e di cultura. Un opera appassionata e delicata ad un tempo, assolutamente da vedere.

La Rivoluzione russa, una timeline

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foto: Wikipedia

Lezioni di stile e scrittura creativa

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Quello che propongo con questa serie di brevi lezioni è un approccio all'analisi formale di alcuni brevi passi, tratti da narratori che vanno dalla fine del 1800 fino alla fine del '900. Le lezioni non hanno alcuna pretesa di completezza, vogliono solo essere uno strumento, pensato in primis per alunni delle scuole superiori, per approcciarsi all'analisi formale di testi in prosa e, volendo, alla loro produzione. Lezioni di stile  

Fascismo liquido

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Proprio ieri Marine Le Pen dichiarava l'utilità della tortura. A questa dichiarazione seguiva, qualche minuto dopo, una smentita che sapeva di fregatura. Infatti la politica francese aveva dichiarato (per le citazioni la fonte è il seguente articolo di Polisblog) "La tortura...può essere utile [...] Troppo facile andare in tv e fare gli scandalizzati. Io invece credo che la gente che si occupa di terroristi, che deve ottenere informazioni da loro, è gente responsabile, che salva vite umane e ci possono essere dei casi in cui tutti i sistemi possono essere utili per far parlare un certo tipo persone. Bisogna riuscirci, e con tutti mezzi possibili". Ma a questa dichiarazione seguiva la ritrattazione su Twitter, in evidente contraddizione. "Interpretazione malevola. Tutti i mezzi possibili: i mezzi della legge, evidentemente non la tortura". Marine Le Pen          ✔   @MLP_officiel Segui Interprétation malveillante. Face au ter...

Perché ammettere, o togliere, tutti i simboli religiosi dalle scuole

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Come ogni anno in questo periodo, nella scuola pubblica italiana si riaccende il dibattito sulla presenza di simboli religiosi cristiani. A fronteggiarsi due voci, l'una, laica e spesso laicista, l'altra, cattolica, più che cristiana. In questo post proverò a confutare le principali obiezioni della posizione cattolica e a sostenere la mia tesi, ovvero che, in astratto, nella scuola pubblica italiana sarebbe il caso di ammettere tutti i simboli religiosi, in concreto, oggi, eliminarli tutti In genere chi sostiene l'opportunità della presenza del presepe o del crocifisso nelle nostre scuole, lo fa adducendo queste argomentazioni: Il crocifisso e il presepe sono simboli della cultura italiana Questa argomentazione si fonda su un errore di prospettiva, ovvero il pensare che i simboli di una maggioranza religiosa all'interno di una comunità siano ipso facto simboli di tutti. L'identità delle minoranze viene in questo modo annullata e inglobata all'interno di qu...

Mitologia dell'insegnante italiano

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Quando si parla della scuola pubblica italiana e dei suoi insegnanti, si contrappongono due visioni distinte, antitetiche, entrambe mitologiche. La prima, quella di stampo liberista e berlusconiano, vede negli insegnanti dei nemici, costruendone il mito di nullafacenti comunisti ignoranti. L'insegnante nell'ottica neoliberista berlusconiana è un intralcio, un feticcio di un tempo che fu, in cui il rapporto con il pubblico era veicolato da strumenti intermedi quali le istituzioni; l'insegnante, corpo intermedio, si macchia del peccato di voler formare una coscienza civica, comunista, nei discenti, un pubblico che, invece, potrà meglio essere addestrato attraverso altri strumenti, quali le televisioni. In quest'ottica quindi l'insegnante andava e va umiliato. L'altro mito, antitetico, viene costruito dalla classe degli insegnanti stessa. L'insegnante si autodipinge come unica difesa rimasta di fronte alla distruzione della cultura: l'insegnante italiano è...

Fare cultura è fare i conti con il proprio passato

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Leggo in questi giorni che, da sondaggi, un eventuale partito della cultura si assesterebbe intorno al 6% delle preferenze dei votanti. Si tratterebbe di un partito che andrebbe a collocarsi nell'alveo del centro-destra e che avrebbe come scopo la promozione della cultura e la rimozione del monopolio della sinistra sulla stessa. Un simile partito vorrebbe essere uno strumento per superare gli steccati, i tanti "anti" della nostra cultura. Cercherò qui di dimostrare come l'idea espressa da questo programma abbia a che fare solo con un certo tipo di cultura, quella industriale. L'assunto di base è che la cultura vada promossa in quanto produttrice di ricchezza. Se permettete, la cultura andrebbe promossa di per sé, l'arte per l'arte, la scienza per la scienza, anche perché ciò che appare inutile oggi non è detto che lo sia domani e legare la cultura alla produzione di ricchezza vuol dire favorire, anche in questo ambito, ciò che appare utile e produtt...