Ciò che gli Italiani non sanno
È qualcosa che viene denunciato su questo blog già da anni, ovvero l'ignoranza diffusa nel nostro paese. Non mi riferisco al non sapere la data di nascita o di morte di questo o quel poeta, tutto ciò sarebbe nozionismo, ma al fraintendimento sistematico della realtà.
A riprova di quanto detto svariate volte, su un po' tutti i giornali sono comparsi i dati allarmanti di una ricerca Ipsos MORI che dimostra, su campioni provenienti dalla gran parte dei paesi sviluppati, come gli Italiani siano coloro che conoscono meno la realtà che li circonda, dando ovviamente largo spazio quindi a paure e complottismi.
Due dati su tutti: la disoccupazione reale del nostro paese si attesta al 12,6 %, quella percepita ad un pauroso 49 %; il dato sulla presenza di immigrati è altrettanto imbarazzante, con un 30% percepito sulla popolazione totale italiana, a fronte di un 7% reale, di cui appena il 4% di Musulmani.
Insomma, si aprono tutta una serie di questioni, in primis su come gli Italiani si informano, su come vagliano le loro informazioni; ma c'è poi da discutere di come i media italiani agiscano, manipolando i dati e le informazioni, in funzione del rapido successo e dello scandalo; andrebbe poi aperto un capitolo sulle reali competenze acquisite nella scuola pubblica italiana, soprattutto per quanto riguarda l'analisi e la comprensione dei testi.
Si tratta di dati allarmanti, ovviamente, su cui occorre riflettere con attenzione; da sempre un popolo ignorante è un popolo facilmente sottomesso e soggiogato da questo o quel potere, da questa o quella paura o da questo o quell'entusiasmo
Update
Ritengo che il problema sia complesso e che non si possa risolvere se non agendo su più piani, a partire dall'istruzione, continuando per i mezzi d'informazione di massa, finendo per coinvolgere la stessa classe politica e la società civile; non è solo il problema delle competenze nell'uso e nella comprensione della lingua, competenze che oggi la scuola fatica a dare; non è neanche un problema della sola informazione, perché ci fossero le competenze di cui sopra sarebbe facile smascherare chi manipola le informazioni; ma non è solo un problema di istruzione e informazione, perché c'è una classe dirigente che sulla propaganda perenne ha vissuto per anni, così come c'è una società civile, nel suo complesso, che ha smarrito l'idea di rappresentanza, ora semplicemente delegando al potente di turno, ora gettandosi in avventati, sconclusionati e disinformati attivismi.
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