Come siamo arrivati fino a qui?

Ieri sera molti Italiani avranno sicuramente seguito Beppe Grillo ospite da Bruno Vespa. A mio parere abbiamo assistito ad un Grillo in difficoltà, molto di più che da Mentana, in particolare a causa dell'incalzare delle domande del conduttore. Ma non è questo il punto: ieri siamo stati inondati anche dai proclami di Renzi e Berlusconi, ma ciò che fa veramente impressione è il bassissimo livello di questa campagna elettorale e l'uso indiscriminato di offese, minacce e slogan fascisti. Andiamo dal buffone, al dittatore, alla peste rossa, all'ebetino, il coglione, il vaffanculo, e al riuso di immagini e parole che speravamo archiviate in una condanna storica condivisa. Come siamo arrivati fino a qui? Come mai nessuno ha realmente parlato d'Europa? Perché l'elezione europea per noi è semplice strumento della nostra perenne campagna elettorale per il controllo dei nostri miserabili posti di potere? Come mai qui da noi pressappochismo e semplificazione al limite della banalizzazione sono considerate tollerabili? Perché non sappiamo fare a meno del culto del capo e dell'uomo della provvidenza? Perché non sappiamo fare i conti con la nostra storia, ma sappiamo solamente mettere alla gogna tutti o dare il libera tutti, buttando sempre e comunque il bambino con i panni sporchi? Come mai è sempre colpa dell'Europa, della casta, dei giudici, dei giornalisti, e mai di chi le tangenti le paga, di chi non denuncia, di chi vota, di chi sottovaluta, di chi omette, di chi non si informa, di chi "sono tutti uguali", di chi "tutti a casa", di chi "taci o ti aspetto sotto casa con una spranga", di chi "occupare è un diritto", di chi "clandestino è reato", di chi vive di slogan perché un ragionamento compiuto è troppo impegnativo e rischia di mettere in luce che non siamo migliori di chi abbiamo scelto come nostre guide? Come mai in questo paese la responsabilità e l'irresponsabilità sono sempre collettive, mai individuali?

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