Su Berlusconi, gli Ebrei, le leggi razziali e le persecuzioni
Tutti sappiamo che Silvio Berlusconi è un maestro nell'arte dell'uso della parola, giocando finché si può con i gangli della sua ambiguità. Non sorprendono affatto quindi le frasi riportate dall'ultimo libro di Bruno Vespa con cui compara la condizione della sua famiglia alle persecuzioni hitleriane degli Ebrei. Non sorprendono perché Berlusconi, forte dell'ambiguità del suo messaggio, l'ha potuto subitamente rettificare; ma intanto l'ha detto.
Occorre però andare oltre, e ricordare come sia un falso storico sostenere che l'appoggio e la solidarietà di Berlusconi verso le comunità ebraiche sia assoluta. Sono ancora ben impresse nelle menti di molti le numerose circostanze in cui Silvio Berlusconi ha sminuito le colpe del Fascismo, riducendole a sparuti errori, difatti falsificando la storia: si pensi solamente al fatto che le leggi razziali vengono promulgate qualche mese prima in Italia e poi in Germania.
Silvio Berlusconi ha a più riprese paragonato il suo governo e la sua persona al governo e alla persona di Benito Mussolini, ingigantendone i meriti, se mai ce ne furono, pur di poter sfruttarne tematiche e posizioni ideologiche a fini propagandistici, e questo paragone sulla famiglia Berlusconi non è che l'ultimo atto di una spregiudicata manipolazione della storia che comincia con il riuso de Il principe di Machiavelli, prosegue con la santificazione di uno spregiudicato corrotto e corruttore come Bettino Craxi, passa attraverso i controversi rapporti con la mafia, fino alle continue comparazioni con un'età dell'oro del Fascismo del tutto inesistente.
Un uomo che ha fatto e continua a fare male alla civiltà di questo paese, dando il largo ad ogni possibile populismo e processo di imbarbarimento della vita civile dello stato. Un cancro che s continua, in maniera ingiustificata, ad evitare di estirpare.
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