Che cosa sta accadendo alla TNA?
In effetti la domanda che fa da titolo a questo post non dovrebbe lasciare dubbi: la TNA sta vivendo una grossa crisi, in termini sia economici che di immagine, tanto che circolano sempre più insistenti le voci di una sua possibile chiusura o comunque di problemi di liquidità.
A conferma di quanto detto sopra, negli ultimi mesi sono stati molti i pezzi grossi della federazione che l'hanno lasciata: Matt Morgan, RVD, Ken Anderson, Mickie James. Ma qual è la causa di questa crisi?
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbero stati i live show della federazione, che da qualche mese non registra più i suoi episodi nella Impact Zone di Orlando, in Florida, ma ha deciso di andare in onda da diverse arene americane. Scelta rivelatasi improduttiva, non portando i risultati sperati dal punto di vista dell'immagine né dal punto di vista delle vendite.
Ma questa, come dicevamo, è stata la goccia in un vaso già stracolmo. In realtà già da qualche anno la TNA ha intrapreso una via calante, a seguito di una serie di scelte che l'hanno snaturata. L'approdo di Hulk Hogan, Eric Bischoff, l'assunzione del controllo della federazione da parte di Dixie Carter e della Panda Energy con la relativa cacciata della famiglia Jarrett e di Vince Russo alla scrittura degli show, sono state tutte scelte che, intraprese per tentare di fare acquisire alla federazione lo status di major, l'hanno invece ridimensionata economicamente e ne hanno fatto perdere l'antico appeal.
Non sono pochi i fan della TNA che hanno abbandonato la federazione con il cambio di gestione dovuto al trio Carter/Bischoff/Hogan: a partire dall'eliminazione del ring a sei angoli, continuando con il cambio di veste grafica, un taglio delle storyline spesso inconcludente e confuso, lo scimmiottare dei reality show e l'inutile coinvolgimento delle stelle della MMA, la ricerca forsennata delle star della WWE e delle vecchie glorie, a discapito delle stelle della federazione rimaste imprigionate in spazi minuscoli, sparendo via via o messe da parte in favore di lottatori svogliati come RVD, Ric Flair, Kevin Nash, Scott Hall, Taz, gli inutili figli di Brisco e Bischoff, mentre su tutti sono evidenti i casi di lottatori come Samoa Joe, James Storm, Eric Young, Aj Styles, delle colonne portanti della compagnia che in questi anni di nuova gestione hanno avuto molto meno di quanto ci si potesse attendere. Senza considerare l'incapacità nello sviluppare nuovi prospetti, inanellando fallimenti, come nel caso di Crimson, avendo del resto perso la capacità di reclutare nuove stelle dalle federazioni indipendenti. Eccezion fatta per Austin Aries, del resto un ritorno.
Insomma il fallimento della TNA di questi anni sembra avere dei colpevoli ben precisi: una direzione inesperta e presuntuosa e due teste, quelle di Bischoff e Hogan, che nulla avevano a che spartire con lo spirito della compagnia e hanno reso una federazione fresca uno show confuso e, purtroppo, dato la sensazione che la TNA sia oggi il parcheggio delle vecchie glorie e degli scarti.
Potrebbe qualcosa un ritorno dei Jarrett? Ormai no, ma almeno si potrebbe provare. Così come sarebbe necessario e doveroso non rinnovare i contratti di Hogan e Bischoff dopo che la loro gestione non ha portato nessun miglioramento alla compagnia. Di fatto la TNA avrebbe bisogno di idee nuove e chiare, anche se lo spettro del fallimento è dietro l'angolo.
A conferma di quanto detto sopra, negli ultimi mesi sono stati molti i pezzi grossi della federazione che l'hanno lasciata: Matt Morgan, RVD, Ken Anderson, Mickie James. Ma qual è la causa di questa crisi?
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbero stati i live show della federazione, che da qualche mese non registra più i suoi episodi nella Impact Zone di Orlando, in Florida, ma ha deciso di andare in onda da diverse arene americane. Scelta rivelatasi improduttiva, non portando i risultati sperati dal punto di vista dell'immagine né dal punto di vista delle vendite.
Ma questa, come dicevamo, è stata la goccia in un vaso già stracolmo. In realtà già da qualche anno la TNA ha intrapreso una via calante, a seguito di una serie di scelte che l'hanno snaturata. L'approdo di Hulk Hogan, Eric Bischoff, l'assunzione del controllo della federazione da parte di Dixie Carter e della Panda Energy con la relativa cacciata della famiglia Jarrett e di Vince Russo alla scrittura degli show, sono state tutte scelte che, intraprese per tentare di fare acquisire alla federazione lo status di major, l'hanno invece ridimensionata economicamente e ne hanno fatto perdere l'antico appeal.
Non sono pochi i fan della TNA che hanno abbandonato la federazione con il cambio di gestione dovuto al trio Carter/Bischoff/Hogan: a partire dall'eliminazione del ring a sei angoli, continuando con il cambio di veste grafica, un taglio delle storyline spesso inconcludente e confuso, lo scimmiottare dei reality show e l'inutile coinvolgimento delle stelle della MMA, la ricerca forsennata delle star della WWE e delle vecchie glorie, a discapito delle stelle della federazione rimaste imprigionate in spazi minuscoli, sparendo via via o messe da parte in favore di lottatori svogliati come RVD, Ric Flair, Kevin Nash, Scott Hall, Taz, gli inutili figli di Brisco e Bischoff, mentre su tutti sono evidenti i casi di lottatori come Samoa Joe, James Storm, Eric Young, Aj Styles, delle colonne portanti della compagnia che in questi anni di nuova gestione hanno avuto molto meno di quanto ci si potesse attendere. Senza considerare l'incapacità nello sviluppare nuovi prospetti, inanellando fallimenti, come nel caso di Crimson, avendo del resto perso la capacità di reclutare nuove stelle dalle federazioni indipendenti. Eccezion fatta per Austin Aries, del resto un ritorno.
Insomma il fallimento della TNA di questi anni sembra avere dei colpevoli ben precisi: una direzione inesperta e presuntuosa e due teste, quelle di Bischoff e Hogan, che nulla avevano a che spartire con lo spirito della compagnia e hanno reso una federazione fresca uno show confuso e, purtroppo, dato la sensazione che la TNA sia oggi il parcheggio delle vecchie glorie e degli scarti.
Potrebbe qualcosa un ritorno dei Jarrett? Ormai no, ma almeno si potrebbe provare. Così come sarebbe necessario e doveroso non rinnovare i contratti di Hogan e Bischoff dopo che la loro gestione non ha portato nessun miglioramento alla compagnia. Di fatto la TNA avrebbe bisogno di idee nuove e chiare, anche se lo spettro del fallimento è dietro l'angolo.
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