Cosa ci dice l'UE sull'uso delle nuove tecnologie nella scuola

Chi vive e lavora nelle scuole italiane sa come da molta parte della categoria degli insegnanti si guardi con malcelato scetticismo, se non con avversione, alle nuove tecnologie. Se ne sentono dire di ogni: dal fatto che le nuove tecnologie sarebbero dannose alla salute, alla poca utilità nell'apprendimento, sino alle ragioni antropologiche, ovvero che l'uso delle nuove tecnologie a scuola sia un tentativo di parlare lo stesso "dialetto" degli studenti, quando invece dovremmo innalzarli all'uso della lingua.
Personalmente, l'ho già detto più volte, penso che in primo luogo, per rimanere in metafora, non sia questione di distinzione di dialetti con una base linguistica comune, ma, in caso, di due lingue differenti, quella di chi usa dalla nascita le tecnologie e di chi non le vuole usare. Due lingue del tutto diverse tra di loro e tra cui non può avvenire comunicazione se non trovando, noi che dovremmo saperlo fare, una via, apprendendo noi in primis una seconda lingua per poi insegnarne una noi ai ragazzi. Inoltre questa lingua che i ragazzi adoperano, la conoscono spesso assai male ed in maniera del tutto istintiva. Ragion per cui andranno ancor di più educati.
Riguardo a tutto ciò siamo, come è ovvio, in netto ritardo. Ragion per cui sarebbe anche il caso di andare a leggere e conoscere ciò che l'UE ci suggerisce. Un buon trampolino di lancio sta nel partire da questo link

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Eccovi anche lo studio dell'UE sull'uso e i problemi delle nuove tecnologie nell'istruzione in Europa

Survey of schools: ICT in Education

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