Grillo non sa cosa sia la credibilità
Beppe Grillo sbraita, sputa sul piatto da cui nel frattempo sta lautamente mangiando, sputtana, lui pensa, gli altri leader politici. Lo fa, lui ormai politico anche se non si può dire, sostenendo la mancanza di credibilità di tutta la classe dirigente. Certo, perché a dire che tutti fanno schifo si evita di dover esercitare un minimo di senso critico, dote che, se Grillo e soprattutto i suoi avessero, renderebbe davvero difficile dare un seguito alle puttanate che dice.
Perché Grillo, non ce lo dimentichiamo, è uomo di multiforme ingegno e soprattutto di mille idee, spesso diametralmente opposte tra di loro. Grillo è colui che spaccava i computer, il male assoluto, e ora vive solamente per la rete. Grillo è colui che sostenne la presenza di 110 basi NATO attualmente in Italia. Grillo è l'uomo di un programma fumoso, iperliberista da un lato, protezionista e francamente reazionario sotto molti altri aspetti.
Ma soprattutto, dato che si parla di credibilità: Grillo e grillini sostengono di essere solo loro a detenere il monopolio di questa virtù? Su quale base? Perché non hanno fatto nulla fino ad ora? È questo il fondamento della loro credibilità, il non essere esistiti, l'essere privi di ogni esperienza e competenza? La loro credibilità quindi deriverebbe dalle conseguenze ultime del mignottificio berlusconiano: non sanno far nulla, non hanno mai fatto nulla, quindi sono meglio degli altri.
Se il fondamento della credibilità dei grillini è questo, allora, mi perdonino, ma piuttosto che loro mi accontenterei del più scalcagnato amministratore leghista o pidiellino che, quanto meno, una prova delle sue capacità al mondo l'ha già data.
Un'ultima conclusione: i grillini si adirano se chiamati con questo nome. Quando dimostreranno di avere una personalità a prescindere da Grillo, forse si guadagneranno quella credibilità di cui si fregiano immeritatamente e, magari, anche una dignità, che male di certo non farebbe.
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