Contro il dogmatismo grillino

Quindi, ricapitoliamo: tutto quello che Grillo dice è legge, indubitabile e incontestabile. Se Grillo dice che occorre indagare sui soldi della casta, intende che bisogna indagare solo sugli altri, non su di lui. Se Grillo dice che i deputati e i senatori devono essere preparati e competenti, si riferisce ai parlamentari altrui, non ai suoi. Se Grillo dice che l'azione dei parlamentari deve essere trasparente, si riferisce ai parlamentari altrui, non ai suoi, che non devono partecipare ai talk show né rilasciare interviste ai giornali. I giornali del resto non devono permettersi di parlare dei grillini perché sono tutti in malafede e al soldo della casta. Se i giornali contestano ciò che Grillo e Casaleggio affermano, i giornali non controllano le loro fonti mentre tutto ciò che viene dalla rete è a prescindere corretto, proprio perché fabbricato dalla rete. Se Grillo dice che i finanziamenti pubblici sono uno scandalo, ha insindacabilmente ragione, mentre i suoi finanziamenti poco trasparenti e l'aver inaugurato un sistema capitalistico di finanziamento utilizzando le pubblicità di google, questo è lecito e onesto. Se Grillo usa la violenza contro gli oppositori o contro chi semplicemente gli rivolge domande, si tratta di insopportabili attacchi contro il movimento. Se Grillo minaccia la violenza se il resto dei partiti non seguiranno i ricatti del movimento, si chiama coerenza e onesta politica, e anzi è Grillo ad averci salvato dalla rabbia che ha fomentato. Se Grillo si rifiuta di condividere le responsabilità di governo assieme agli altri partiti, causando l'ingovernabilità, si chiama coerenza.

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