Considerazioni sparse su Carofiglio, Ostuni e i blog di letteratura

Leggendo le notizie e le prese di posizione più o meno interessate sulla querela di Carofiglio contro Ostuni, una volt ancora mi scopro cittadino di una piccola e mediocre provincia dell'Occidente. Da un lato un magistrato/scrittore che non accetta di sentirsi criticato, dall'altro uno scrittore/editor che nell'interesse sta critica del lavoro altrui si fa portavoce del libro che sponsorizza al premio strega. A contorno lo sfavillante mondo dell intellighenzia nostrana, tutta intenta a commentare sulle riviste culturali, scopiazzando di qua e di là i suoi interventi (si veda l'intervento di Raimo che ho segnalato in precedenza). Insomma la storia di tanta pochezza a confronto.

leggendo tutto ciò mi viene spontaneo pensare che D'Avenia e Baricco avrebbero dovuto querelarmi già da un bel pezzo, visto le dolci parole che ho dedicato alle loro ultime opere. Forse ciò non accade solamente perché questo blog conta solo qualche migliaio di visite mensili, chissà. Ma è proprio la natura della critica letteraria italiana che abbisogna di una forte discussione.

Di recente si è tanto discusso del valore dei blog letterari e, riprendendo delle opinioni provenienti dai media anglosassoni, si è tentato d minimizzarne il calore culturale a favore della critica nobile, quella da studio e aule universitarie. Sarà, ma io Wallace e Carver li ho scoperti sui blog e non in facoltà; sarà, ma io Saramago ho imparato ad amarlo grazie ai consigli di lettura di amici in rete e al passaparola, non da qualche mio docente ancorato alla poltrona del suo ufficio universitario.

Non è un caso se alcuni progetti molto interessanti nascono oggi in rete, come le varie webzine, una su tutte quella di Sul romanzo, agenzia letteraria diretta da Morgan Palmas.

Forse è anche ora che ci si accorga che, nell'epoca della digitalizzazione di massa e della rete globale, la critica militante si fa più in rete che dietro le scrivanie.

E forse è anche ora che la rete sveli i giochi di potere della vecchia critica letteraria che, nel sistema dei concorsi letterari e degli intellettuali/qualsiasi cosa volete, divi dei media sguazza e prolifera

 

 

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