Saint Seiya: apologia di un mito
Per chi non lo conoscesse (miscredenti! marrani!) Saint Seiya è uno stupendo manga, dalla lunghissima vita e dalle tante reincarnazioni, del maestro Masami Kurumada. La trama del manga è abbastanza lineare: il protagonista del manga, il cavaliere di Pegasus (originariamente Seiya, in seguito, con il proseguire della serie e il comparire di prequel, Tenma), votato alla difesa della dea Atena, si scontra contro vari nemici della giustizia, della libertà e degli uomini, guidati dalle diverse divinità del pantheon greco romano. Vediamo così Seiya affrontare prima i traditori del Grande Tempio, guidati dal cavaliere d'oro dei Gemelli (Saga), la breve stagione contro i cavalieri d'Asgard per poi approdare allo scontro contro Nettuno e, nel gran finale, Ade e i suoi Spectre.
Si tratta quindi di una continua escalation: in un primo tempo Seiya e i suoi compagni cavalieri di bronzo si trovano a fronteggiare delle forze, seppur umane, nettamente superiori come quelle dei cavalieri d'argento e d'oro, manipolati al cavaliere dei gemelli, vinto da un evidente disturbo di personalità che ne mina la leadership fra i cavalieri d'oro, sebbene la maggior par di essi siano aggiogati dal suo carisma. Questa parte della vicenda è sicuramente la più nota in Italia perché varie volte trasmessa sulle emittenti nazionali e locali. A questa serie segue lo scontro contro le potenze divine. In primis Nettuno, dicevamo, risvegliato dalle azioni del fratello di Saga, Kanon, alla guida dei Generali del mare.
Sarà tuttavia alla fine di questo scontro che si apprenderà come il vero senso dell'esistenza dei cavalieri sia un altro, ovvero la difesa dell'umanità dalla sete di dominio, e di purificazione, del dio Hades, pronto a conquistare la terra con i suoi Spectre fra cui, tra gli altri, troviamo cavalieri d'oro già comparsi nella prima parte della vicenda di Saint Seiya che, nell'alternarsi di colpi di scena, ora appaiono tradire Atena, ora invece essere l'ultimo baluardo nella difesa della dea nella lotta contro il male.
Alla fine di questa lunga rincorsa negli inferi, lì dove i cavalieri di bronzo, capitanati proprio da Seiya, giungono sino all'ottavo senso, superando il settimo, privilegio dei soli cavalieri d'oro, e arrivano ad indossare le armature divine per mezzo del sangue della dea, una versione potenziata delle armature che comunemente indossano sul campo di battaglia, alla fine di queste peripezie dicevamo, Seiya si scopre la nemesi di Ade, sin dai tempi del mito, e l'unico uomo in grado di sconfiggere un dio. Con l'apparente morte sia dei cavalieri che del dio Ade si conclude la serie classica di Saint Seiya, un must per ogni appassionato di manga.
A questa serie hanno fatto di recente seguito vari nuovi spin off e prequel: Episode G, incentrato sul cavaliere d'oro del Leone, uno dei favoriti del pubblico di appassionati, ma soprattutto i prequel The Lost Canvas e The Next Dimension, caratterizzati dal fatto che narrano, in un certo senso, la medesima vicenda, ma in maniera considerevolmente diversa. The Lost Canvas, già conclusa in Giappone, si definisce già solo perché non ne è disegnatore Masami Kurumada, e da questo il tratto del disegno e in un certo senso la velocità delle tavole ne trae forse giovamento. Inoltre la vicenda narrata è certamente meno corale rispetto alla serie classica e subisce l'influenza di manga ben più moderni. Si tratta di certo di un'ottima serie, anche se il tocco di epicità di Saint Seiya è un po' scomparso.
Successivamente Masami Kurumada ha deciso di riprendere in mano storia e disegni del suo capolavoro, reinterpretando la storia di Tenma, predecessore di Seiya quale cavaliere di Pegasus, già affrontata in The Lost Canvas: nasce così Next Dimension, in cui vediamo ricomparire tutti i cavalieri di bronzo della serie classica, tornati nel passato per cercare la collaborazione di Tenma, impegnato nella sua battaglia contro Hades. I compagni di lungo corso di Seiya sono tornati nel passato proprio per salvare la vita del protagonista della serie classica, condannato ad una morte repentina per la ferita riportata a conclusione della serie classica proprio per mano di Hades. Unico modo per salvarlo è distruggere, nel passato, la spada di Hades, l'arma che altrimenti lo ferirà a morte nel futuro.
Il tratto datato di Kurumada non inficia questa nuova serie, che anzi recupera lo spirito corale della serie classica assieme al suo senso di epicità. Certo, se il maestro si decidesse anche a pubblicare più celermente le nuove avventure dei cavalieri di bronzo, tutti gliene saremmo grati...
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